Cristiano Ronaldo e la Juve: "Avevo dato la mia parola e non potevo..."

Il rapporto con Messi, la rivalità col Barcellona e l'addio al Real Madrid. Poi senza mezze misure: "Sono il calciatore più completo di sempre"

Quando parla, così come quando gioca, lascia sempre il segno. Cristiano Ronaldo mai banale nelle sue interviste, ancor di più se di fronte ha il giornalista e amico Edu Aguirre, de El Chiringuito. Il suo passato al Real, l'addio al Madrid senza trascurare i blancos di oggi. Ma anche il rapporto con Messi, i gol al Camp Nou, la ricerca della rete numero 1000 e il suo clamoroso passaggio alla Juventus. Tanti, e scottanti, gli argomenti toccati dal fuoriclasse portoghese dell'Al-Nassr.

"Sono il calciatore più completo di sempre. Messi..."

Come si classifica Cristiano nella classifica all time dei calciatori? Un'idea ce l'ha: “Sono il giocatore più completo di sempre. Segno di testa, segno su punizione, segno con il destro, con il sinistro. Dire che CR7 non è completo è una bugia. Poi puoi preferire Pelé, Messi, Maradona, lo capisco e lo rispetto. I mille gol? Ne mancano 90, ne mancano 85: le cose devono succedere naturalmente. Se non arrivo a 1000 non importa, sono il miglior giocatore della storia, lo dicono i numeri. Ronaldo cita Messi, di cui dice: "Ho un buon rapporto con lui. Ho anche fatto da traduttore inglese durante una cerimonia di premiazione!. È stato divertente. Era una sana rivalità, andavamo d’accordo”. Rivalità che ha avuto con Messi ma anche, ovviamente, con il Barcellona: “Mi è piaciuto di più segnare al Camp Nou che al Bernabeu. Quando ti riscaldi e ti stanno già fischiando, è quello che amo. Per me è la parte migliore del calcio. Mi è piaciuto giocare al Camp Nou. Mi hanno fischiato, mi hanno insultato e io l'ho adorato”.

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Il Real di oggi, Ancelotti e gli ex allenatori

Cristiano da diversi anni non gioca più per il Real Madrid, che in rosa vanta comunque dei grandi campioni: “Vinicius Jr meritava il Pallone d'Oro, certo, ma il premio non ha più alcuna credibilità. Sono stato nella posizione in cui è stato Vini. Se lo meritava, ma non l'ha ottenuto. Bellingham? Mi ricorda Zidane. Ha tutto il futuro davanti a sé: che giocatore! Su Mbappé dico ai tifosi del Madrid: abbiate cura di lui. Prendetevi cura del ragazzo, è davvero bravo. Il Real deve proteggerlo, non ho dubbi che porterà gioia ai tifosi. Se fossi stato al Real Madrid avrei insegnato a Mbappé come giocare da attaccante. Non ero un centravanti, ma giocavo lì. Io ero un’ala, la gente se ne dimentica”. Oggi a guidare i blancos c'è Ancelotti, che lo stesso Ronaldo ha avuto a Madrid e con cui ha vinto la prima Champions indossando la camiseta blanca. Una Champions speciale vinta con 'Carletto', la Decima: "Mi piace molto, è una persona spettacolare. Abbiamo vinto tanto insieme". In generale sui tecnici avuti CR7 non ha peli sulla lingua: "Ho imparato da tutti i miei allenatori. Ne ho avuti alcuni davvero pessimi. Persone che non hanno la minima idea di calcio...". Lui, però, l'allenatore non lo farà di certo: "Penso che sia più difficile che essere un giocatore. Essere proprietario di un club ha più senso".

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L'addio al Madrid e la promessa alla Juve

Cristiano Ronaldo ha vissuto la parte più lunga della sua carriera al Real Madrid, lasciandolo all'apice e dopo aver vinto con le merengues quattro Champions, di cui tre consecutive proprio prima dell'addio. Poi il passaggio alla Juve. Ma come è nata l'idea di trasferirsi a Torino? “Ho lasciato il Real Madrid perché volevo un nuovo capitolo. L'ho detto al presidente, e lui ha accettato, ma poi ha provato a tornare indietro, e per me non c'era più modo di tornare indietro, perché avevo dato la mia parola alla Juventus e non potevo romperla. Quando lasciavo il Real Madrid, durante la fase di negoziazione, non è stato molto gentile con me. Nutro un grande rispetto per Florentino, è un bravo presidente. Di tanto in tanto ci scriviamo dei messaggi". Nonostante l'addio, l'affeto per i blancos rimande: "Amo il Real Madrid. Lo porterò sempre nel mio cuore, è la squadra in cui mi sono trovato meglio. Ho trascorso i miei anni più felici a Madrid e adoro quando i tifosi mi dicono che gli manco. Ho fatto cose molto importanti, cose molto belle ed è per questo che la gente non dimentica. Quando lasci un'eredità e un segno, la gente non dimentica”.

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Quando parla, così come quando gioca, lascia sempre il segno. Cristiano Ronaldo mai banale nelle sue interviste, ancor di più se di fronte ha il giornalista e amico Edu Aguirre, de El Chiringuito. Il suo passato al Real, l'addio al Madrid senza trascurare i blancos di oggi. Ma anche il rapporto con Messi, i gol al Camp Nou, la ricerca della rete numero 1000 e il suo clamoroso passaggio alla Juventus. Tanti, e scottanti, gli argomenti toccati dal fuoriclasse portoghese dell'Al-Nassr.

"Sono il calciatore più completo di sempre. Messi..."

Come si classifica Cristiano nella classifica all time dei calciatori? Un'idea ce l'ha: “Sono il giocatore più completo di sempre. Segno di testa, segno su punizione, segno con il destro, con il sinistro. Dire che CR7 non è completo è una bugia. Poi puoi preferire Pelé, Messi, Maradona, lo capisco e lo rispetto. I mille gol? Ne mancano 90, ne mancano 85: le cose devono succedere naturalmente. Se non arrivo a 1000 non importa, sono il miglior giocatore della storia, lo dicono i numeri. Ronaldo cita Messi, di cui dice: "Ho un buon rapporto con lui. Ho anche fatto da traduttore inglese durante una cerimonia di premiazione!. È stato divertente. Era una sana rivalità, andavamo d’accordo”. Rivalità che ha avuto con Messi ma anche, ovviamente, con il Barcellona: “Mi è piaciuto di più segnare al Camp Nou che al Bernabeu. Quando ti riscaldi e ti stanno già fischiando, è quello che amo. Per me è la parte migliore del calcio. Mi è piaciuto giocare al Camp Nou. Mi hanno fischiato, mi hanno insultato e io l'ho adorato”.

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