Giorgio Chiellini è stato opite dell'Università Luiss a Roma dove, al termine dell'incontro, ha parlato anche della Juventus e del momento che sta vivendo. L'ex difensore è tornato a Torino, dopo un'esperienza a Los Angeles, e ha deciso di intraprendere una nuova carriera con i colori bianconeri. Da settembre, infatti, è l'Head of Football Institutional Relations, ovvero si occupa di rappresentare la Juve davanti alle istituzioni calcistiche nazionali e internazionali. Oltre a queto, però, è anche in grado di capire i momenti della squadra avendo vestito la maglia bianconera per tantissimi anni fino a esserne capitano e guida. Sa bene quale dev'essere il Dna Juve e i valori da rappresentare sul campo e sa che "ci vuole tempo e pazienza".
Chiellini, Livorno e la Juve
Chiellini ha parlato dei suoi inizi a Livorno: "Lì ho vissuto le pressioni più grandi da calciatore, più che in una finale di Champions. A 18 non puoi essere pronto a giocare per il club della tua città. A 16 uscivo sempre per crampi. Quando si fa il passaggio dal settore giovanile alla prima squadra non puoi essere pronto. Questa tensione non l'ho più provata alla Juve o in Nazionale. La pressione per una scelta da fare in una frazione di secondo che può determinare una vittoria o una sconfitta è dura da tenere ma è formativa. Tra qualche anno lo testimonierò". Non è mancato un passaggio anche su quel famoso Real Madrid-Juve in cui si è vergognato del gesto fatto all'arbitro, quel 'You Pay': "Ho fatto cose sbagliate e di cui mi sono vergognato. Per esempio con l'arbitro Oliver o anche con Rizzoli. Mi sono detto che non potevo fare certe cose ma dovevo cercare di aiutare l'arbitro siccome è una persona come me".