Heysel, l’Italia unita per non dimenticare 

Domani il 40° anniversario della tragedia di Juve-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni: tutte le iniziative in programma
Heysel, l’Italia unita per non dimenticare © EPA

Il 40° anniversario della strage dell’Heysel si avvicina e quest’anno più di altri l’attenzione alla memoria è massima, anche se per i familiari delle vittime è sempre stato tutti i giorni e tutti gli anni. Tra podcast, la esaustiva serie televisiva di Jean-Philippe Leclaire che andrà in onda su Sky e un docufilm prodotto dalla Rai la parte mediatica è più che mai coperta e, nel contempo, sono tante le iniziative che vedono coinvolte le famiglie delle vittime, alcune delle quali fanno capo all’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel, presieduta da Andrea Lorentini, nipote di Otello e orfano di Roberto, il medico aretino medaglia d’argento al valore civile per essere morto tentando di salvare un connazionale.

Le iniziative

Ad Arezzo, che piange anche la studentessa diciassettenne Giuseppina Conti, s’inizierà questa mattina al Liceo Scientifico-Linguistico Statale “F. Redi”, che negli anni ha intitolato l’aula di biomedicina a Roberto Lorentini, suo ex studente, con l’incontro “Heysel 40 anni dopo. Memoria, sport e responsabilità”, promosso dalla locale sezione Aia e curato da Zenzero Off. Domani, invece, la giornata “1985–2025. Arezzo nel ricordo dell’Heysel. La memoria oltre il tempo” organizzata sempre dall’Aia in collaborazione con Figc, Coni, Unvs, Panathlon e Associazione Familiari Vittime dell’Heysel che consta tre momenti: alle 17, al campo sportivo “Giusy Conti” di Rigutino, sarà deposto un mazzo di fiori in sua memoria; alle 17.30, lo stadio “Roberto Lorentini” ospiterà l’inaugurazione di un bassorilievo dedicato al medico aretino, simbolo di altruismo e coraggio; alle 18, nell’auditorium “Giancarlo Felici” dell’Aia di via Gramsci, una tavola rotonda dal titolo “L’Heysel 40 anni dopo”, in cui istituzioni e rappresentanti sportivi dialogheranno con i ragazzi delle squadre giovanili del territorio.

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Heysel, 40 anni dopo

Sempre domani, a Monte San Savino (Arezzo), si terrà una serata di riflessione e memoria presso il Teatro Verdi: “Heysel 1985 - 2025. 40 anni. Oltre il ricordo, la conoscenza e la consapevolezza”, con la partecipazione, tra gli altri, di Andrea Lorentini. Domani, 29 maggio, allo Scalo Eventi Torino, la Juventus presenterà ufficialmente “Verso Altrove”, un’opera d’arte dedicata alla memoria della tragedia dell’Heysel. La cerimonia vedrà la partecipazione di Fabrizio Landini, membro dell’Associazione Familiari Vittime, nipote di Giovacchino Landini di Torino ma originario di Capannori (Lucca), una delle due vittime piemontesi, insieme con Domenico Russo (Moncalieri); ci saranno anche rappresentanti del Liverpool. Per tutto il mese di maggio, il Museo del Calcio di Coverciano ospita la proiezione di un video realizzato dall’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel, con fotografie di Salvatore Giglio e montaggio di Domenico Laudadio. Venerdì 30, dalle 11 alle 13, nella sala conferenze “Mario Valitutti” dello stesso, si terrà l’incontro Heysel 40 anni dopo. Il valore della memoria”, con la partecipazione di Matteo Marani, presidente della Fondazione Museo del Calcio, Andrea Lorentini, presidente dall’Associazione Familiari delle Vittime, e Paolo Garimberti, presidente dello Juventus Museum.

Per non dimenticare

Infine, il 7 giugno a Bassano del Grappa ci sarà l’evento a numero chiuso - è necessaria la prenotazione - “Per non dimenticare Heysel” con la mostra fotografica di Salvatore Giglio e la presenza di Stefano Tacconi, che su quella sera ha sempre raccontato la verità, per ricordare le due vittime bassanesi Mario Ronchi e Amedeo Giuseppe Spolaore insieme con gli altri 37 angeli. Perché la memoria non è l’adorazione della cenere, ma la custodia del fuoco.

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Sei ore da non perdere per ricordare

Ricordare. Per mille ragioni, una più nobile dell’altra. Perché se è vero che la vita è oggi, ieri e domani sono le parentesi dentro cui poter disegnare e colorare il presente. Lo scrittore francese dell’800, Guy de Maupassant, diceva “La nostra memoria è un mondo più perfetto di quanto lo sia l’universo: restituisce la vita a coloro che non esistono più”. Eccola, forse, la ragione principale per cui ricordare fa bene non solo al cervello ma anche all’anima. Ragione e cuore. Queste le riflessioni che aiutano a comprendere perché scegliere di guardare su Sky Sport, a partire da questa mezzanotte, la docuserie inedita per l’Italia “Heysel. La tragedia”, basata sull’opera di Jean Philippe Leclaire, vicedirettore de L’Equipe, realizzata con il documentarista Eddy Pizzardini per la regia di Jan Verheyen. Per celebrare i 40 anni della tragedia in cui morirono 39 persone allo stadio di Bruxelles (32 italiani) prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, Sky Sport ha scelto di trasmettere questa “opera omnia” che si sviluppa in sei puntate di poco meno di un’ora l’una: dal racconto di cronaca, alle testimonianze dei sopravvissuti, dei familiari delle vittime, i tifosi inglesi, gli avvocati i magistrati e alcuni giocatori: per i Reds Lawrenson e Lee, per i bianconeri Tacconi, Brio e Briaschi.

Ricordare per non dimenticare

Nel primo episodio si descrive il fenomeno hooligans, l’arrivo a Bruxelles dei tifosi inglesi e italiani, le prime avvisaglie di negligenza degli organizzatori e la condizione fatiscente dello stadio, col settore Z che passa da zona neutrale a settore riservato quasi esclusivamente ai tifosi della Juve fino al crollo del muro. Nella seconda puntata protagonista è la tragedia, la confusione totale che avvolge le forze dell’ordine e le istituzioni e la criminale superficialità. Quindi la reazione dei giocatori, dei vertici UEFA, dei funzionari della Federazione belga e dei politici. Il terzo episodio parte dal fischio d’inizio della partita e racconta il clima surreale in cui la sfida si svolge, con i giocatori in campo mentre fuori si compie la conta dei morti. Spazio quindi all’analisi per capire cosa non ha funzionato, il rientro a casa dei tifosi inglesi con i primi arresti tra gli hooligans. La quarta puntata è incentrata sull’analisi delle responsabilità: le autorità belga che scaricano la colpa sui tifosi inglesi, e i tifosi inglesi che danno la colpa alle autorità. Le prime fasi del processo e la nascita dell’associazione in memoria delle vittime voluta da Otello Lorentini, che poi si costituisce parte civile. L’episodio si chiude con la prima udienza del processo. La penultima puntata è dedicata al processo contro gli hooligans e i vertici dell’Uefa e della Federazione belga. Nel sesto e ultimo episodio si elabora il concetto di perdono e di espiazione e descrive le iniziative avviate per ricordare le vittime. Approfondisce l’impegno di Otello Lorentin e di suo nipote Andrea, racconta l’incontro tra Terry Wilson, il tifoso del Liverpool condannato, la famiglia Lorentin, e la storia del tifoso-eroe John Welsh, che salvò dalla calca sette tifosi della Juve. Il racconto si sofferma anche su come la violenza nel calcio non sia stata debellata ma di come la tragedia dell’Heysel abbia comunque contribuito a migliorare la situazione negli stadi. Sei ore di docuserie per ricordare: serve! 

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Il 40° anniversario della strage dell’Heysel si avvicina e quest’anno più di altri l’attenzione alla memoria è massima, anche se per i familiari delle vittime è sempre stato tutti i giorni e tutti gli anni. Tra podcast, la esaustiva serie televisiva di Jean-Philippe Leclaire che andrà in onda su Sky e un docufilm prodotto dalla Rai la parte mediatica è più che mai coperta e, nel contempo, sono tante le iniziative che vedono coinvolte le famiglie delle vittime, alcune delle quali fanno capo all’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel, presieduta da Andrea Lorentini, nipote di Otello e orfano di Roberto, il medico aretino medaglia d’argento al valore civile per essere morto tentando di salvare un connazionale.

Le iniziative

Ad Arezzo, che piange anche la studentessa diciassettenne Giuseppina Conti, s’inizierà questa mattina al Liceo Scientifico-Linguistico Statale “F. Redi”, che negli anni ha intitolato l’aula di biomedicina a Roberto Lorentini, suo ex studente, con l’incontro “Heysel 40 anni dopo. Memoria, sport e responsabilità”, promosso dalla locale sezione Aia e curato da Zenzero Off. Domani, invece, la giornata “1985–2025. Arezzo nel ricordo dell’Heysel. La memoria oltre il tempo” organizzata sempre dall’Aia in collaborazione con Figc, Coni, Unvs, Panathlon e Associazione Familiari Vittime dell’Heysel che consta tre momenti: alle 17, al campo sportivo “Giusy Conti” di Rigutino, sarà deposto un mazzo di fiori in sua memoria; alle 17.30, lo stadio “Roberto Lorentini” ospiterà l’inaugurazione di un bassorilievo dedicato al medico aretino, simbolo di altruismo e coraggio; alle 18, nell’auditorium “Giancarlo Felici” dell’Aia di via Gramsci, una tavola rotonda dal titolo “L’Heysel 40 anni dopo”, in cui istituzioni e rappresentanti sportivi dialogheranno con i ragazzi delle squadre giovanili del territorio.

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