TORINO - Morten Hjulmand tratta il pallone come se la sua proprietà gli fosse stata affidata di diritto, grazie a qualche discendenza dinastica, nello stesso modo in cui la famiglia reale siede sul trono della sua Danimarca. Se è in suo possesso, resta lì, saldo, ed è solo lui a decidere dove e quando smistarlo. Se, invece, per qualche disattenzione del destino, la sfera dovesse capitare nella disposizione degli avversari, eccolo pronto a strapparlo dai piedi per ribaltare il possesso e il campo. Al di fuori di ogni metafora, il centrocampista dello Sporting Lisbona è un eccezionale rubapalloni, un punto fermo della mediana lusitana, il centro di gravità che dà equilibrio a tutta la squadra.
La Juve vuole Hjulmand
Un’intelligenza tattica che lo porta a saper leggere prima le linee di passaggio, tempi fuori dal comune quando c’è da andare in scivolata, ma anche una buona tecnica quando c’è da agire sulla trequarti avversaria. Hjulmand è un centrocampista moderno, di quelli che non si dividono più tra interdizione e regia perché hanno saputo sviluppare piuttosto bene entrambe le fasi, mettendosi in mostra prima in Serie A, con la maglia del Lecce, per poi continuare a fare bene nella Primeira Liga. Insomma, l’identikit perfetto per una squadra alla ricerca dell’equilibrio: la Juventus. Quante volte, nei primi mesi dell’esperienza Tudor, i bianconeri hanno dato l’impressione di essere troppo lunghi e lasciare scoperta la retroguardia. In un calcio offensivo, votato all’attacco e alla continua ricerca della verticalità, c’è bisogno di chi non si lasci attrarre dal pallone e che resti lì nel mezzo, finché ne ha. Per questo, Hjulmand è finito nella lista dei desideri di Tudor e Comolli che, dopo riflessioni e confronto, lo hanno messo sempre un po’ più in alto tra le priorità.
Le chiavi Douglas Luiz e Alberto Costa
Il giocatore, da parte sua, è ben pronto ad ascoltare l’eventuale offerta e staccare un biglietto per il ritorno in Italia. La trattativa, però, è tutt’altro che semplice. Hjulmand ha una clausola rescissoria di 80 milioni, lo Sporting è disposto a sedersi al tavolo delle trattative solo per un’offerta intorno ai 50 milioni; in tutto questo, l’entourage del giocatore lavora affinché si possa scendere di almeno 10 milioni. A complicare ulteriormente le cose, la faccenda Gyokeres. Leva tempo e attenzione alla dirigenza lusitana che, tra l’altro, non è particolarmente felice di perdere bomber e capitano nella stessa sessione di mercato. Mentre scorrono paralleli i discorsi per Alberto Costa - lungo una direttiva Torino-Portogallo decisamente attiva questa estate -, il nome di Hjulmand è già uscito fuori. Attenzione, sarebbero due operazioni ben distinte e separate, ma la buona riuscita della cessione dell’esterno potrebbe certificare gli ottimi rapporti tra i club che poi si risiederebbero insieme in un altro tavolo delle trattative. L’asso nella manica della Juventus potrebbe essere un tesoretto derivante dalla cessione di Douglas Luiz. Ma, al momento, non c’è né asso, né manica. Sono ancora diverse le tessere da distribuire e incastrare, prima che l’operazione Hjulmand possa entrare nel vivo. L’intenzione, però, è almeno di provarci.
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