Le scelte sbagliate

L'editoriale del Direttore
Le scelte sbagliate© LAPRESSE

Hojlund è costato cinque milioni in più di Openda. Neres dieci in meno di Conceiçao. Napoli-Juve è anche una questione di scelte e la Juve le ha sbagliate quasi tutte nelle ultime tre campagne acquisti. Il Napoli è partito molto più forte della Juve. Troppo più forte, considerate le circostanze bianconere e, soprattutto, le parole di Spalletti alla vigilia. Napoli-Juve è anche una questione di intensità e approccio e la Juve, negli ultimi tre anni, ha quasi sempre sbagliato approccio nei match importanti. Il Napoli ha vinto, nonostante le tante assenze, dimostrandosi squadra compatta e in grado di attutire le emergenze. Napoli-Juve è anche una questione di spirito di squadra e la Juve, negli ultimi tre anni, si è spesso squagliata di fronte alle prime difficoltà, rimpiangendo sempre troppo i giocatori infortunati.

Napoli-Juve si può leggere in molti modi e forse sarebbe meglio usare il più semplice, ovvero quello che, senza giri di parole, ci dice che i giocatori del Napoli sono più forti di quelli della Juve e sono allenati da uno dei migliori tecnici del mondo in questo momento. E nella Juve si rivedono gli stessi problemi da tre anni a oggi. Stesse carenze, stesse conseguenze: con quattro (dicasi quattro!) allenatori diversi (e diversi sul serio, visto che Allegri, Motta, Tudor e Spalletti sono punti cardinali opposti nella bussola del calcio).

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Non è colpa di Spalletti

Ecco perché prendersela con Spalletti per la sconfitta di ieri è tecnicamente sbagliato. O, per lo meno, più sbagliato di quanto lo sia togliere Yildiz, l’unico giocatore a cui aggrapparsi e in grado di inventare qualcosa in qualsiasi momento. Spalletti ieri, forse, ha commesso degli errori, ma il problema non può essere l’allenatore, dopo tre anni di medesima mediocrità agonistica e, in parte, anche tecnica. Perché Yildiz non andrebbe mai tolto, soprattutto in una partita ancora in bilico e tenuta in equilibrio (precario, ma pur sempre equilibrio) dal suo tasso tecnico, ma se Yildiz è l’unico giocatore risolutivo bisogna dosarlo con cura, perché è difficile trovare una partita in cui farne a meno serenamente e la spremitura di inizio stagione è già costata un periodo di appannamento del ragazzo. Insomma, come si fa si sbaglia quando di fuoriclasse in rosa se ne ha uno solo.

E torniamo al primo punto, quello di un mercato che, da tre anni a questa parte, non riesce ad aggiungere nulla e, anzi, qualcosa di importante ha tolto. Poi, certo, spiace vedere un’atteggiamento così poco juventino da parte di molti giocatori della rosa (e questo è qualcosa sulla quale Spalletti dovrebbe incidere) ed è irritante vedere lo spirito con cui i giocatori bianconeri entrano dalla panchina, quasi offesi (ogni riferimento a David è puramente voluto).

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Un Napoli alla Conte

Dall’altra parte, poi, Conte ha schierato un Napoli alla Conte: aggressivo e attento, debordante in convinzione, spietato in organizzazione. Molti juventini avranno avuto una struggente nostalgia nel vedere una squadra così squadra. È primo con merito, il Napoli, e combatterà, com’era lampante fin dall’inizio della stagione, una meravigliosa lotta scudetto con l’Inter. La Juve, da ieri sera, non può più parlarne in modo credibile, nonostante abbia giocato una partita nel complesso migliore di molte altre sconfitte.

Al netto dei primi orrendi dieci minuti, i bianconeri hanno tenuto botta, nonostante la superiorità tecnica del Napoli, e hanno anche agguantato il pareggio, ma una manciata di distrazioni gravi sono il minimo sindacale per questa squadra, troppe per chi nutre queste ambizioni. Spalletti non è il colpevole, ma deve ancora lavorare tantissimo.

 

 

 

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Hojlund è costato cinque milioni in più di Openda. Neres dieci in meno di Conceiçao. Napoli-Juve è anche una questione di scelte e la Juve le ha sbagliate quasi tutte nelle ultime tre campagne acquisti. Il Napoli è partito molto più forte della Juve. Troppo più forte, considerate le circostanze bianconere e, soprattutto, le parole di Spalletti alla vigilia. Napoli-Juve è anche una questione di intensità e approccio e la Juve, negli ultimi tre anni, ha quasi sempre sbagliato approccio nei match importanti. Il Napoli ha vinto, nonostante le tante assenze, dimostrandosi squadra compatta e in grado di attutire le emergenze. Napoli-Juve è anche una questione di spirito di squadra e la Juve, negli ultimi tre anni, si è spesso squagliata di fronte alle prime difficoltà, rimpiangendo sempre troppo i giocatori infortunati.

Napoli-Juve si può leggere in molti modi e forse sarebbe meglio usare il più semplice, ovvero quello che, senza giri di parole, ci dice che i giocatori del Napoli sono più forti di quelli della Juve e sono allenati da uno dei migliori tecnici del mondo in questo momento. E nella Juve si rivedono gli stessi problemi da tre anni a oggi. Stesse carenze, stesse conseguenze: con quattro (dicasi quattro!) allenatori diversi (e diversi sul serio, visto che Allegri, Motta, Tudor e Spalletti sono punti cardinali opposti nella bussola del calcio).

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