Gli anni di formazione all’Ajax non si dimenticano. L’esperienza all’inizio della carriera ad Amsterdam, nelle fila di un club che ha uno dei vivai migliori del mondo, ha lasciato il segno nella mentalità con la quale Zlatan Ibrahimovic ha approcciato il suo lavoro da consulente della proprietà e della dirigenza del Milan. È ormai chiaro che l’ex bomber svedese svolga il suo compito in totale libertà su più fronti: vicinanza alla squadra, presenza allo stadio anche in trasferta e consigli sul mercato. Ma nelle sue idee c’è anche la voglia di trasferire i suoi concetti nel lavoro del settore giovanile. È stata quella l’area del Milan dalla quale Ibrahimovic non si è mai staccato, nemmeno nel periodo intercorso tra l’addio al calcio a giugno e l’annuncio ufficiale del suo nuovo ruolo a sostegno di squadra e società a dicembre.
Il ritorno di Ibra
Ibrahimovic, infatti, ha continuato a frequentare il centro sportivo Vismara, alle porte di Milano, per seguire gli allenamenti e le partite dei figli Vincent e Maximilian che giocano nelle Under rossonere. Proprio durante le conversazioni con gli amici a margine di quegli appuntamenti era possibile capire il futuro di Zlatan: «Quando ci sarò io», ripeteva spesso il 42enne di Malmoe a proposito di progetti legati al club rossonero. Adesso Ibrahimovic può metterli in pratica. Conosce bene il vivaio e ha un rapporto di grande amicizia con l’allenatore della formazione ammiraglia: Ignazio Abate alla guida della Primavera. L’ex terzino destro è in buona posizione in campionato e ha centrato l’impresa in Youth League dove ha chiuso al primo posto il girone con Borussia Dortmund, Newcastle e Psg, le stesse avversarie con le quali la prima squadra ha finito in terza posizione con la conseguente eliminazione dalla competizione attutita appena dalla possibilità di proseguire il cammino internazionale in Europa League.