Pioli e il Milan: "Ognuno fa quello che deve fare". Poi il parere su Allegri

Il tecnico rossonero è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro il Torino di Juric: le dichiarazioni

MILANO - "Cosa penso della situazione di Max Allegri? È sempre difficile giudicare da lontano. È un grande allenatore e ha ottenuto tantissimo. Noi allenatori sappiamo che dobbiamo gestire certe pressioni e certe aspettative. Nel nostro ambiente tutto è sempre esagerato, dai complimenti alle critiche. Non mi sento di dare nessun giudizio". Sono le parole, nella conferenza stampa alla vigilia della sfida tra Torino e Milan, valida per la 37ª e penultima giornata di campionato, del tecnico rossonero Stefano Pioli sul collega ormai in uscita dalla Juventus dopo lo 'show' andato in scena al termine della finale di Coppa Italia vinta contro l'Atalanta.

Su Torino-Milan

"È stata una buona settimana. Aver vinto col Cagliari e conquistato il secondo posto ci dà serenità, che può aiutarci a rendere al meglio. Mi aspetto una prestazione di livello. Theo non si è allenato per un attacco influenzale, vedremo se ci sarà. Tutti hanno dato il massimo con atteggiamenti positivi durante la stagione, ho detto alla squadra che spero di far giocare tutti nelle ultime partite. Conterà avere la voglia giusta, ma sono sicuro andrà così. Un voto a me stesso e uno alla squadra? Non voglio farlo, ma sicuramente abbiamo fatto un campionato migliore dell'anno scorso e un'Europa peggiore. Come abbiamo fatto a non vincere con cento gol segnati? Perché c'è chi ne ha segnati di più e subiti di meno. Cosa penso del Torino? Ormai nel campionato italiano ci sono sempre cinque-sei squadre di un livello molto alto, difficile che escano da quelle posizioni, quindi per tutte le altre è una lotta. Stimo tanto Juric, è difficile giocarci contro", prosegue Pioli.

Sul futuro

"Potrebbero essere le mie ultime partite sulla panchina del Milan? Cerco di non pensarci. Come sempre, da quando sono qua, ci incontreremo col club a fine stagione e faremo le nostre valutazioni. Scegliendo cosa fare in futuro. Fino ad allora c'è massima concentrazione per il bene della squadra. Eventualmente certe emozioni le conoscerò vivendole. Io col club ho sempre avuto un grande rapporto, dall'inizio alla fine. Poi ognuno, giustamente, fa quello che deve fare. C'è chi dice che è meglio tenere me piuttosto che prendere un'incognita in panchina? Il ragionamento del 'tanto vale tenere Pioli' non mi piace tantissimo. Vale se si crede che io possa fare un grande lavoro. Ma non è il momento di dire quello che penso io. La società ha le idee chiare? Non dovete farle a me queste domande. Ho già parlato con alcuni ragazzi. Dov'ero il 18 maggio 1994 quando il Milan vinceva la Champions contro il Barcellona? Ero a Firenze e la settimana prima sfidammo il Milan in amichevole, lì Capello disse 'ho capito chi far giocare in finale'. Era una squadra stratosferica. Il Milan rivincerà la Champions nei prossimi anni? Difficile. Mi auguro di sì, ma il livello della Champions è altissimo. Ma è anche una competizione strana: il Dortmund è quinto lontanissimo dal Leverkusen, eppure è in finale. Il Milan deve continuare a crescere e investire. Anche in Italia non era competitivo e ora lo è, serve fare un altro scalino", aggiunge Pioli.

Su Giroud, Kjaer e i nuovi

"L'addio di Giroud? Ci ho parlato, domani non giocherà dall'inizio ma giocherà l'ultima. Il rapporto che ho creato con questi giocatori è profondo, anche al di là dei risultati sportivi. Posso soltanto essere grato e felice. Faccio questo lavoro per emozionarmi, e qui mi sono emozionato. Anche Kjaer ai saluti? Parliamo di giocatori molto importanti nello spogliatoio, esattamente come Ibra fino a un anno fa. Ma in cinque anni tanti altri sono cresciuti e dovranno prendersi più responsabilità. Giroud uomo-simbolo dell'ultimo Scudetto? Abbiamo vinto quello scudetto grazie a tutti, lì abbiamo fatto qualcosa di eccezionale. Sono situazioni che non nascono spesso, si era creata una magia. Che Olivier sia stato giocatore e uomo fondamentale non ci sono dubbi. A lui, Kjaer e Ibra sono legato in modo assoluto. I nuovi hanno dato disponibilità e hanno qualità importanti, hanno fatto bene ma faranno sicuramente ancora meglio in futuro. Il primo anno non è semplice. Recentemente ho chiesto ai nuovi la loro classifica dell'anno scorso con le relative ex squadre, nessuno tranne Okafor aveva raggiunto un livello così alto. Qualcosa che non ha funzionato c'è stato, chiaro, ma non per mancata disponibilità e professionalità", afferma ancora Pioli.

Sul Var a chiamata

"Var a chiamata? Non saprei, non credo sia semplice come cosa. Noi rivediamo subito le immagini dal campo, ma avere altre interruzioni non mi convince. Sono sempre per giocare il più possibile", conclude Pioli.

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