Pagina 3 | Gullit, che bordate al Milan! "Per loro è solo business. Cacciare Maldini è cacciare la storia"

Ruud Gullit, come sta? «Molto bene. Contento di aver accettato l’invito per la Vialli Mauro Golf Cup. Per me è la prima volta. Un’ottima occasione per fare beneficenza e rincontrare vecchi amici». Qual è la prima cosa che le viene in mente quando ripensa a Gianluca Vialli? «L’allegria che lo ha sempre accompagnato in campo. La voglia di divertirsi…». 
 
E com’era il vostro rapporto al Chelsea? Non lo faceva giocare sempre… 
«All’epoca se Gianluca rimaneva in panchina era solo perché avevo a disposizione altri grandi calciatori che stavano facendo bene, come Mark Hughes. Poi c’erano Zola, André Flo… Era difficile tenerlo fuori, mi faceva male, ma pensavo al bene della squadra. E poi con me alla guida abbiamo vinto, quindi alla fine ho avuto ragione (ride, ndr)».

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Un vostro amore in comune è stata la Sampdoria. Che mi dice della stagione dei blucerchiati? Ora ci sarà da giocare lo spareggio con la Salernitana per scongiurare la retrocessione in C… 
«Alla Samp sono stato bene, ma il mio unico grande amore resta il Milan. Non mi aspettavo minimamente che i liguri si potessero ritrovare in questa situazione. Mi spiace molto. Penso che i loro problemi, con le dovute proporzioni, siano gli stessi del Milan: in Italia mancano i proprietari di una volta. Al Milan, ci vorrebbe una figura come Berlusconi, il miglior presidente della mia carriera. Insomma, un uomo che abbia a cuore il Milan e che si adoperi per renderlo competitivo in Italia e in Europa».  
 
Cosa pensa della stagione dei rossoneri? 
«I tifosi non sono contenti, e li capisco. Parliamo di una grande società che li ha abituati a combattere ogni anno per il titolo o quantomeno per un piazzamento in Champions League. Il fatto è che le proprietà americane - come si è visto anche nel resto delle realtà europee, Premier League compresa - non riescono a comprendere appieno il Dna dei club che si ritrovano ad amministrare. Per loro è solo business… Mi infastidisce vedere che figure importanti, come Maldini - che ha fatto la storia del Milan - siano state allontanate. Ibra si è ritrovato a ricoprire un ruolo che non aveva mai fatto, penso che stia facendo del suo meglio». 
 
La rosa attuale del Milan la convince? 
«Non è una brutta squadra. Sinceramente non so cosa sia successo quest’anno».

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Reijnders è stato premiato come il miglior centrocampista della Serie A. Ora si parla di un’imminente offerta da parte del City… 
«Tijjani ha appena firmato un nuovo contratto, ma nel calcio di oggi può non significare nulla. È un grande giocatore: è venuto al Milan per vincere dei trofei. Se non dovessero crearsi i presupposti per farlo, è normale che prima o poi possa decidere di andare via. Non credo sia questo il caso, ma, ecco, c’è da stare attenti… Se scegliesse di lasciare l’Italia, sarebbe una perdita incredibile per i rossoneri. Un tempo i grandi campioni venivano al Milan, oggi la società si trova costretta a doverli vendere…». 
 
E del Bebote Gimenez che pensa? 
«Santiago in Olanda ha giocato molto bene. Credo abbia bisogno di tempo per adattarsi ai ritmi della Serie A. Dalle nostre parti hai occasione di sbagliare, in Italia no». 
 
Del resto, persino Van Basten faticò al primo anno in Italia… 
«Vero, però lui ebbe a che fare anche con diversi problemi fisici». 

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A proposito di quel Milan: lei è stato tra i protagonisti di un epoca in cui il campionato italiano era ai vertici del calcio globale. Come giudica il livello odierno della Serie A? 
«Rispetto ai miei tempi, i club italiani hanno meno potere economico. Eppure il livello è buono, basti vedere quello che sta facendo l’Inter in Champions League. Sono rimasto deluso quando hanno eliminato il Barcellona, ma i nerazzurri hanno meritato di passare. Anzi, penso che non abbiano nemmeno ricevuto la giusta dose di riconoscenza dopo il successo in semifinale. A mio avviso l’Inter è favorita per la vittoria con il Psg: la squadra di Inzaghi ha più esperienza. Ha già perso una volta. Non possono sprecare la seconda occasione. La squadra è forte, altrimenti non sarebbe riuscita a rifilaresette gol al Barcellona». 
 
E della nostra Nazionale cosa pensa? 
«Gli italiani sanno come si gioca a calcio, il problema è che da voi molti club puntano eccessivamente su profili stranieri. Detto questo, penso che agli azzurri manchi solo il centravanti, uno che faccia i gol: sono dovuti andare in Argentina per trovarlo...».  

 

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Reijnders è stato premiato come il miglior centrocampista della Serie A. Ora si parla di un’imminente offerta da parte del City… 
«Tijjani ha appena firmato un nuovo contratto, ma nel calcio di oggi può non significare nulla. È un grande giocatore: è venuto al Milan per vincere dei trofei. Se non dovessero crearsi i presupposti per farlo, è normale che prima o poi possa decidere di andare via. Non credo sia questo il caso, ma, ecco, c’è da stare attenti… Se scegliesse di lasciare l’Italia, sarebbe una perdita incredibile per i rossoneri. Un tempo i grandi campioni venivano al Milan, oggi la società si trova costretta a doverli vendere…». 
 
E del Bebote Gimenez che pensa? 
«Santiago in Olanda ha giocato molto bene. Credo abbia bisogno di tempo per adattarsi ai ritmi della Serie A. Dalle nostre parti hai occasione di sbagliare, in Italia no». 
 
Del resto, persino Van Basten faticò al primo anno in Italia… 
«Vero, però lui ebbe a che fare anche con diversi problemi fisici». 

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