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Difficile assolvere qualcuno. Difficile salvare il Toro da un'analisi che deve necessariamente essere spietata: in questo momento, in casa granata, non funziona nulla. Veramente brutta la prova offerta all'Allianz Stadium, a maggior ragione dopo una prima mezz'ora che lasciava intravedere una timida speranza di equilibrio. Niente da fare: il Toro cade ancora e ora deve cospargersi il capo di cenere. Ivan Juric ci ha messo la faccia. Probabilmente proteggendo in maniera eccessiva i suoi giocatori, alcuni dei quali oltremodo sottotono. In questo mazzo, però, non c'è Adrien Tameze.
Tameze uno dei pochi convincenti fin qui nel Toro
Innesto prezioso come pochi, arrivato in estate dal Verona a prezzo di saldo: finora è l'unico, insieme a Zapata, ad aver raggiunto la sufficienza abbondante in questo avvio di stagione. Anche da braccetto di destra, in una gara complicata come quella contro la Juventus, ha superato brillantemente l'esame. Tameze è un jolly perfetto per il Toro e probabilmente per tutte le squadre di Serie A. A Verona ha persino giocato come terminale offensivo: ha una duttilità unica, difficile trovare uno come lui. I granata se lo tengono stretto, anche perché vista la scarsa vena di Ricci e Ilic sarà sicuramente più funzionale a centrocampo. Dietro ha sostituito egregiamente Sazonov, rimasto in panchina per via di un piede ancora malandato dopo la botta presa lunedì.
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Juve-Toro, Tameze tra i pochi a salvarsi dal naufragio collettivo
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Juric si congratula con Tameze