Toro alla riscossa, con due punte torna alla vittoria dopo 40 giorni

Cinque partite senza gioie e quattro senza gol: i granata di Juric si ritrovano col Lecce
Toro alla riscossa, con due punte torna alla vittoria dopo 40 giorni

In una notte di luna piena, e all’interno di uno stadio che spesso ha spinto nel baratro il Torino e i suoi allenatori, Juric ottiene il successo più importante dei suoi quasi due anni e mezzo in granata. Non per la classifica né per il prestigio, ma in considerazione di come la squadra si è presentata in Salento. Il gol mancava da 364’, la vittoria più recente risaliva al 18 settembre e nelle ultime quattro uscite era arrivato un solo punto. Un percorso estremamente negativo determinato da una serie di motivi: certo gli infortuni che in particolare avevano colpito il reparto offensivo, ma soprattutto il rendimento di alcuni calciatori che, in questo momento, il croato ha infatti deciso di mettere ai margini. Basti pensare a Radonjic, il quale, nonostante con 3 gol sia il cannoniere, è rimasto in panchina per tutta la gara. O a Ilic, scivolato da faro del centrocampo ad alternativa del diciannovenne Gineitis, che non possiede i colpi del serbo, ma si è calato nella parte con l’atteggiamento giusto. Il medesimo che ha animato un po’ tutto il Toro: da Buongiorno che ha deciso la partita e dato nerbo alla retroguardia a Ricci che sulla trequarti ha aumentato i giri rispetto alle precedenti uscite, a Gineitis stesso per arrivare a Sanabria. Ecco, forse l’interpretazione - che non necessariamente equivale alla resa - migliore è stata quella del paraguaiano: non ha creato pericoli in serie, ma se c’è stato da sciropparsi mezzo campo per ripiegare non si è risparmiato.

Il racconto del match

Nel primo tempo il Lecce gioca meglio del Torino, ma pur costruendo diverse occasioni non riesce a imbastire quella pulita davanti a Milinkovic-Savic, sollecitato da Banda all’11’ e al 30’: prima con una parata comoda su tiro centrale, quindi con una respinta di piede, dopo un rinvio sbagliato dal portiere. Poi ci prova due volte, senza fortuna, Krstovic. Tra tanto Lecce si inserisce una scintilla di Toro. Quella più luminosa: al 42’ Gonzalez - in apnea per tutta la gara - perde palla consentendo a Linetty di aprire per Ricci, il quale svirgola il cross rendendolo fortunosamente ideale per Buongiorno che infila alle spalle di Falcone.

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Buongiorno torna e segna, Juric espulso

Da sogno, il rientro del difensore dopo tre partite saltate per infortunio: oltre a rendere la vita grama a Krstovic e Piccoli trova la rete che i granata agognavano. E che, dopo un secondo tempo nel quale dal quarto d’ora in avanti la stella polare del Torino è non subire il pari, consente a Juric di cementare la vittoria consegnandosi anche a un cartellino rosso che non dovrebbe comportare la squalifica. Il Toro nella ripresa si protegge tenendo fuori dall’area un Lecce povero di idee e avendo comunque le chance migliori: Sanabria mette appena alto di testa al 14’, Pellegri pochi secondi dopo calcia su Falcone da posizione defilata, quindi Lazaro al 44’ indirizza appena a lato calciando al volo su invito di Bellanova. Non tutto funziona a meraviglia, tra i granata schierati con due punte e messi in campo con il 3-4-1-2, ma indubbiamente Juric, che rischiava di perdere aderenza sulla squadra, ha invece avuto risposte confortanti. "Voglio ribaltare questo Toro", diceva il tecnico alla vigilia: l’opera è iniziata, ora va continuata.

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In una notte di luna piena, e all’interno di uno stadio che spesso ha spinto nel baratro il Torino e i suoi allenatori, Juric ottiene il successo più importante dei suoi quasi due anni e mezzo in granata. Non per la classifica né per il prestigio, ma in considerazione di come la squadra si è presentata in Salento. Il gol mancava da 364’, la vittoria più recente risaliva al 18 settembre e nelle ultime quattro uscite era arrivato un solo punto. Un percorso estremamente negativo determinato da una serie di motivi: certo gli infortuni che in particolare avevano colpito il reparto offensivo, ma soprattutto il rendimento di alcuni calciatori che, in questo momento, il croato ha infatti deciso di mettere ai margini. Basti pensare a Radonjic, il quale, nonostante con 3 gol sia il cannoniere, è rimasto in panchina per tutta la gara. O a Ilic, scivolato da faro del centrocampo ad alternativa del diciannovenne Gineitis, che non possiede i colpi del serbo, ma si è calato nella parte con l’atteggiamento giusto. Il medesimo che ha animato un po’ tutto il Toro: da Buongiorno che ha deciso la partita e dato nerbo alla retroguardia a Ricci che sulla trequarti ha aumentato i giri rispetto alle precedenti uscite, a Gineitis stesso per arrivare a Sanabria. Ecco, forse l’interpretazione - che non necessariamente equivale alla resa - migliore è stata quella del paraguaiano: non ha creato pericoli in serie, ma se c’è stato da sciropparsi mezzo campo per ripiegare non si è risparmiato.

Il racconto del match

Nel primo tempo il Lecce gioca meglio del Torino, ma pur costruendo diverse occasioni non riesce a imbastire quella pulita davanti a Milinkovic-Savic, sollecitato da Banda all’11’ e al 30’: prima con una parata comoda su tiro centrale, quindi con una respinta di piede, dopo un rinvio sbagliato dal portiere. Poi ci prova due volte, senza fortuna, Krstovic. Tra tanto Lecce si inserisce una scintilla di Toro. Quella più luminosa: al 42’ Gonzalez - in apnea per tutta la gara - perde palla consentendo a Linetty di aprire per Ricci, il quale svirgola il cross rendendolo fortunosamente ideale per Buongiorno che infila alle spalle di Falcone.

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