Torino, il retroscena: Sanabria, giocatore ritrovato. Pace fatta con Juric

Si chiude un periodo turbolento, cominciato in ritiro quando il paraguaiano si presentò in sovrappeso. Il tecnico ha apprezzato la generosità di Tonny a Lecce
Torino, il retroscena: Sanabria, giocatore ritrovato. Pace fatta con Juric© ag aldo liverani sas

TORINO - L’amico ritrovato forse no, perché parlare di amicizia tra Juric e i suoi giocatori ci pare troppo, obiettivamente: rapporti di stima e di fiducia questo sì, con chi se lo merita. Però giocatore ritrovato è la definizione giusta. Ed effettivamente a Lecce il tecnico ha scoperto di avere di nuovo il suo Sanabria. Gli ha anche parlato, a posteriori: "Ho apprezzato molto come hai lottato. Ci tieni: e io ho sempre bisogno di giocatori così". Pace fatta, insomma. E quanto sia importante questa svolta, tanto più significativa perché materializzatasi dopo 10 giornate di campionato, è sotto gli occhi di tutti. Anche perché si riverbera nello spogliatoio e si mescola con un discorso generale, alla base di ogni possibile rinascita di una squadra. In Puglia, sotto l’ombrello di una vittoria che più ossigenante non poteva essere, si è notato in primo luogo un nuovo spirito di gruppo. Si è parlato di un Toro tornato vero anche perché aveva recuperato la sua unità e la sua dimensione operaia. Con davanti, finalmente, una coppia di punte che non solo ha favorito la riemersione del gioco, ma ha anche portato alla luce la nuova dimensione per l’appunto di Sanabria: al fianco di Pellegri, prima, e di Zapata, poi.

Sanabria, i numeri contro il Lecce

Era dalla scorsa stagione che non vedevamo il paraguaiano così in palla, motivato, lucido nel gestire palloni e azioni sia sulla trequarti sia in una posizione più chiaramente offensiva: 2 conclusioni verso la porta, 44 palloni giocati, il 72% dei passaggi riusciti, ben 22 palloni smistati in avanti con esito positivo (l’indice di verticalità è un altro parametro che la Lega utilizza per radiografare il rendimento dei giocatori) e anche 4 recuperi determinanti per bloccare potenziali occasioni chiave del Lecce. Ne ricordiamo uno in particolare, in piena area, vicino a Milinkovic-Savic, in scivolata disperata su Gallo, un attimo prima che il giallorosso tirasse in porta. Va detto: un elemento poco motivato, scollegato dal tecnico, con la testa altrove e gli attributi in giostra non avrebbe giocato con tanta lucidità e veemenza, sacrificandosi anche nella fase difensiva nei momenti di maggior pressione dei pugliesi. E il fatto che Juric sia passato al modulo a 2 punte ha chiaramente restituito al paraguaiano fiducia e stimoli. E la speranza di tornare protagonista, dopo i 12 gol segnati nella passata stagione. "Tonny ha disputato la partita giusta. Gli è mancato solo il gol. Ho apprezzato molto anche i suoi ripiegamenti difensivi per aiutare la squadra. Una bella prestazione. La riprova che nella nostra rosa ci sono valori umani importanti". A Tonny ha poi aggiunto, a tu per tu: "Ho rivisto il giocatore che conosco".

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Sanabria-Juric, pace fatta

Si chiude così un lungo periodo anche turbolento tra panchine pesanti per il paraguaiano, più di un mugugno e qualche discussione acuminata con Juric. Una parentesi fosca che si era aperta già a luglio nel modo peggiore. Sanabria si era presentato in ritiro non all’altezza della situazione, decisamente sovrappeso, con qualche chilo di troppo nei rapporti tra peso, massa corporea, massa grassa e massa muscolare. Rapporti sbilanciati, eccessivamente. Segno che durante le ferie Tonny non aveva lavorato abbastanza per mantenere un minimo di forma atletica, così come aveva ordinato Juric. Al tecnico girarono parecchio le scatole, interpretò quel fatto come uno scadimento: una forma di immaturità, per non arrivare a parlare persino di scarsa professionalità. All’epoca, però, Ivan nascose la problematica. Dopo l’amichevole col Modena, a fine ritiro, si limitò a dire: "Tonny non ha svolto una buona preparazione. Nelle prossime settimane dovremo cercare di riportarlo alla condizione dello scorso anno". Molto altro covava già sotto la cenere. E l’arrivo successivo di Zapata, con il prolungato mancato passaggio alla doppia punta, alimentò distanze, incomprensioni, insoddisfazioni, critiche. Pace fatta, caso chiuso.

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TORINO - L’amico ritrovato forse no, perché parlare di amicizia tra Juric e i suoi giocatori ci pare troppo, obiettivamente: rapporti di stima e di fiducia questo sì, con chi se lo merita. Però giocatore ritrovato è la definizione giusta. Ed effettivamente a Lecce il tecnico ha scoperto di avere di nuovo il suo Sanabria. Gli ha anche parlato, a posteriori: "Ho apprezzato molto come hai lottato. Ci tieni: e io ho sempre bisogno di giocatori così". Pace fatta, insomma. E quanto sia importante questa svolta, tanto più significativa perché materializzatasi dopo 10 giornate di campionato, è sotto gli occhi di tutti. Anche perché si riverbera nello spogliatoio e si mescola con un discorso generale, alla base di ogni possibile rinascita di una squadra. In Puglia, sotto l’ombrello di una vittoria che più ossigenante non poteva essere, si è notato in primo luogo un nuovo spirito di gruppo. Si è parlato di un Toro tornato vero anche perché aveva recuperato la sua unità e la sua dimensione operaia. Con davanti, finalmente, una coppia di punte che non solo ha favorito la riemersione del gioco, ma ha anche portato alla luce la nuova dimensione per l’appunto di Sanabria: al fianco di Pellegri, prima, e di Zapata, poi.

Sanabria, i numeri contro il Lecce

Era dalla scorsa stagione che non vedevamo il paraguaiano così in palla, motivato, lucido nel gestire palloni e azioni sia sulla trequarti sia in una posizione più chiaramente offensiva: 2 conclusioni verso la porta, 44 palloni giocati, il 72% dei passaggi riusciti, ben 22 palloni smistati in avanti con esito positivo (l’indice di verticalità è un altro parametro che la Lega utilizza per radiografare il rendimento dei giocatori) e anche 4 recuperi determinanti per bloccare potenziali occasioni chiave del Lecce. Ne ricordiamo uno in particolare, in piena area, vicino a Milinkovic-Savic, in scivolata disperata su Gallo, un attimo prima che il giallorosso tirasse in porta. Va detto: un elemento poco motivato, scollegato dal tecnico, con la testa altrove e gli attributi in giostra non avrebbe giocato con tanta lucidità e veemenza, sacrificandosi anche nella fase difensiva nei momenti di maggior pressione dei pugliesi. E il fatto che Juric sia passato al modulo a 2 punte ha chiaramente restituito al paraguaiano fiducia e stimoli. E la speranza di tornare protagonista, dopo i 12 gol segnati nella passata stagione. "Tonny ha disputato la partita giusta. Gli è mancato solo il gol. Ho apprezzato molto anche i suoi ripiegamenti difensivi per aiutare la squadra. Una bella prestazione. La riprova che nella nostra rosa ci sono valori umani importanti". A Tonny ha poi aggiunto, a tu per tu: "Ho rivisto il giocatore che conosco".

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