Ilic, un'Europa tira l'altra: ora il pilota della rimonta Toro

Tocca al serbo prendere le redini dei granata: quei progressi da confermare, "ma adesso è cambiata la mentalità"
Ilic, un'Europa tira l'altra: ora il pilota della rimonta Toro© TVRG R.Garavaglia/ag. A.Liverani sas

Anche lui era abbracciato ai suoi compagni, negli spogliatoi, mentre Dusan Tadic parlava. Sguardo cattivo, feroce, e parole nette, urlate. Prima della partita contro la Bulgaria il capitano del Fenerbahce e della nazionale serba ha scaricato una buona dose di adrenalina nel gruppo: «Andiamo a prenderci la qualificazione!», ha gridato nel ventre del Dubocica Stadium di Leskovac, nel sud della Serbia (il video del suo discorso campeggia sui siti serbi). E all’82’ sarebbe stato proprio Tadic a disegnare l’assist vincente per il 2 a 2 definitivo di Srdjan Babic. Da 6 minuti erano entrati in campo due giocatori del Torino, Ivan Ilic e Nemaja Radonjic, spinti sul prato da Dragan Stojkovic: il ct era alla ricerca di energie fresche e qualche lampo.

Ilic, Radonjic e Milinkovic-Savic

E così anche i due granata sono entrati nelle foto di esultanza, che possiedono il loro bel perché: dopo 23 anni, la nazionale serba è tornata a qualificarsi alle fasi finali di un Campionato europeo, chiudendo in classifica al secondo posto dietro all’Ungheria del ct italiano Marco Rossi, già promosso da tempo. L’unica partecipazione, sinora, era stata nel 2000 agli Europei disputati in Belgio e nei Paesi Bassi. Ordunque, vedremo i serbi in azione la prossima estate in Germania: 23 anni fa arrivarono ai quarti di finale. Ilic è nato un anno dopo quel torneo: nel 2001. Radonjic aveva 4 anni e Vanja Milinkovic-Savic 3, nel 2000. Hanno già condiviso l’esperienza dei Mondiali in Qatar. Ora si proietteranno sull’Europeo. Sono carichi a pallettoni. E sui loro social campeggia quell’immagine elaborata al computer che celebra la qualificazione della Serbia: con le fotografie di tutti i giocatori in primo piano e sullo sfondo qualcosa di simile a un sol dell’avvenire.

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Toro, il rendimento di Ilic

Ilic è su di giri, anche se contro i bulgari ha trovato spazio solo strada facendo. Ma ha appena 22 anni, comunque sia 14 presenze le ha già raccolte, viene regolarmente convocato e quando l’ex centrocampista granata Sasa Lukic non gira abbastanza, entra Ivan. Sasa ha 27 anni e 42 partite con la Serbia, la calamita tattica di partenza è lui, ha decisamente maggiore esperienza e personalità. Ma chi possiede maggiore classe, tra i due? Indubbiamente Ivan, sulla carta, col suo mancino. Ilic sta cominciando ad aggiustare il suo campionato col Toro (qualche coccio di troppo) soltanto in questo ultimo periodo, dopo il bagliore del gol vittoria contro la Feralpisalò in Coppa Italia ad agosto. L’avevamo lasciato nel derby, ancora una volta nel grigiore di una sostituzione dopo un’altra prova incolore. Contro Inter e Lecce ha giocato scampoli finali. Poi un’oretta scarsa in Coppa Italia contro il Frosinone. Col Sassuolo è tornato titolare, così come a Monza, dove ha anche segnato. Sta rinascendo. E anche il modulo con la doppia punta può agevolarlo, allargando e arricchendo il raggio dei lanci e delle trame.

Toro, con Ricci out tocca a Ilic

Con Samuele Ricci out, tocca a lui, da play, indossare i panni del pilota di una rimonta (in classifica). Si porta appresso dalla Serbia un serbatoio di entusiasmo: tutto aiuta, in vista della trasferta di Bologna. «Juric mi ha chiesto di spingere di più. Sono ancora giovane, saltello tra alti e bassi, ma devo uscirne velocemente - diceva dopo il Monza -. Sono cresciuto mentalmente, mi sento sulla strada giusta. Anche l’infortunio di Ricci mi ha responsabilizzato. Dobbiamo continuare tutti così. L’atteggiamento è cambiato, siamo uniti, nello spogliatoio troviamo anche il modo per farci degli scherzi, ma in campo diventiamo più cattivi e riusciamo a far meglio che in passato. Questione di mentalità». Il giorno in cui Ilic crescerà in ferocia agonistica, esalterà anche il talento. Ha attraversato il momento peggiore, ha fatto scintille con Juric, è finito in uno sgabuzzino, è tornato sul palco. Ha il destino in mano.

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Anche lui era abbracciato ai suoi compagni, negli spogliatoi, mentre Dusan Tadic parlava. Sguardo cattivo, feroce, e parole nette, urlate. Prima della partita contro la Bulgaria il capitano del Fenerbahce e della nazionale serba ha scaricato una buona dose di adrenalina nel gruppo: «Andiamo a prenderci la qualificazione!», ha gridato nel ventre del Dubocica Stadium di Leskovac, nel sud della Serbia (il video del suo discorso campeggia sui siti serbi). E all’82’ sarebbe stato proprio Tadic a disegnare l’assist vincente per il 2 a 2 definitivo di Srdjan Babic. Da 6 minuti erano entrati in campo due giocatori del Torino, Ivan Ilic e Nemaja Radonjic, spinti sul prato da Dragan Stojkovic: il ct era alla ricerca di energie fresche e qualche lampo.

Ilic, Radonjic e Milinkovic-Savic

E così anche i due granata sono entrati nelle foto di esultanza, che possiedono il loro bel perché: dopo 23 anni, la nazionale serba è tornata a qualificarsi alle fasi finali di un Campionato europeo, chiudendo in classifica al secondo posto dietro all’Ungheria del ct italiano Marco Rossi, già promosso da tempo. L’unica partecipazione, sinora, era stata nel 2000 agli Europei disputati in Belgio e nei Paesi Bassi. Ordunque, vedremo i serbi in azione la prossima estate in Germania: 23 anni fa arrivarono ai quarti di finale. Ilic è nato un anno dopo quel torneo: nel 2001. Radonjic aveva 4 anni e Vanja Milinkovic-Savic 3, nel 2000. Hanno già condiviso l’esperienza dei Mondiali in Qatar. Ora si proietteranno sull’Europeo. Sono carichi a pallettoni. E sui loro social campeggia quell’immagine elaborata al computer che celebra la qualificazione della Serbia: con le fotografie di tutti i giocatori in primo piano e sullo sfondo qualcosa di simile a un sol dell’avvenire.

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