Rizzitelli e Toro-Juve: "Mi aspetto una grande gara da Zapata. E i due gatti..."

Intervista all'ex centravanti granata, autore di quattro gol su cinque nelle due storiche stracittadine del 1994/95: "Duvan il vero valore aggiunto della squadra, e ancora non capisco perché l’Atalanta se ne sia liberata"

Per ritrovare un Toro inferiore alla Juve per valori tecnici, ma superiore ai bianconeri per voglia di fare proprio il derby si torna sempre lì, alla stagione 1994-95, al doppio successo granata ottenuto in entrambe le occasioni al Delle Alpi. La gara d’andata termina 3-2 (25 gennaio 1995), quella di ritorno 1-2 (9 aprile 1995): quattro su cinque gol portano la stessa firma, quella di Ruggiero Rizzitelli (il tris nel primo incontro è opera di Angloma). Dopodiché si disputeranno altri 37 derby, con 28 successi bianconeri, 8 pareggi e una sola vittoria granata.

Torniamo indietro di quasi 30 anni: cosa non si è ancora raccontato, di quel doppio confronto e più in generale di quella stagione?

«Di via Ruggiero numero 4 a Orbassano, cioè della strada che mi avevano dedicato i tifosi presso il centro sportivo si è già scritto, ma la storia dei gatti credo sia nuova...».

Quali gatti?

«Pochi giorni dopo il secondo derby sono in giro per Torino e vengo avvicinato da una signora minuta, che mi si rivolge un po’ intimidita, con pudore molto torinese. Mi dice che per suo marito sono un idolo, e mi chiede se a margine di un allenamento fossi disponibile a scattare una foto con lui. Caspita, le rispondo io, molto volentieri. La signora apre un sorriso e aggiunge: “Sa, abbiamo appena preso due gatti, e mio marito ne ha voluto chiamare uno Rizzi e l’altro Telli”. Mi ha intenerito, e come lei il marito, quando poi ci siamo trovati per la foto».

Dai gatti a Gatti, quello bianconero: come confermato contro la Fiorentina, la Juve è assai pericolosa, sui calci da fermo.

«È vero, ma Buongiorno e Zapata sono calciatori che nel gioco aereo, nella propria come in quella avversaria, fanno la differenza. E poi il Toro marcherà a uomo, a differenza di quanto fatto dalla Fiorentina».

Se però la concentrazione sarà quella vista contro l’Empoli...

«Il Toro è stato anche sfortunato, ma soprattutto tanto deconcentrato nei momenti importanti. Ho visto solo il secondo tempo e l’ho trovato assurdo, anche perché generalmente quando la pareggi dopo il 90’ semmai la vinci, ma quasi mai la perdi. Sono curioso di vedere se i granata accuseranno la mazzata, o se la sconfitta di Empoli avrà l’effetto di stimolare una reazione. La Juve al contrario viene da due successi, in Coppa Italia e in campionato, rinfrancanti. Chi è sfavorito nel derby la può ribaltare, ma dipenderà dall’atteggiamento dei granata».

Cosa serve, in tal senso?

«Noi eravamo più deboli della Juve, ma li affrontavamo con lo stesso spirito che anima i tifosi».

Tra i granata chi potrà essere l’uomo derby?

«Buongiorno lo sentirà più di ogni altro, ma io mi aspetto una partita speciale da Zapata. È il vero valore aggiunto della squadra, e ancora non capisco perché l’Atalanta se ne sia liberata. Non veniva da una grande stagione, ma resta un trascinatore come lo è stato in nerazzurro, in campionato e forse ancora di più in Europa. L’avrei visto bene pure nella Roma, poi è stato bravo il Toro a chiudere l’operazione».

Chi schiererebbe assieme a Zapata, nell’attacco granata?

«Senza dubbio Sanabria».

Non quello di Empoli, però?

«Lui cerca sempre di segnare gol belli, mentre gli manca la cattiveria al tiro: qualche volta la porta va anche spaccata calciando con potenza».

Vlasic può dare di più?

«Ha qualità enormi, tanto che qualche volta mi fa incazzare perché non le sfrutta: è bello a vedersi, ma ancora poco incisivo».

Quante chance ha il Toro di andare in Europa?

«Meno di quelle che ha la Juve di entrare in Champions: molto dipenderà dall’esito del derby, visto che alla fine del campionato manca poco».

Dopo una lunghissima serie di delusioni a cosa può aggrapparsi, il tifoso granata, in vista di sabato?

«Torno a quanto ho già detto: se i calciatori ci crederanno come i tifosi, faranno loro la voglia di vincere della gente, i valori potranno essere ribaltati».

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