"È un momento di gioia. Essere tornati in Serie A è una grande soddisfazione". Un filo di emozione nella voce e tantissima felicità nelle parole di Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, a Radio Anch'Io Sport. I neroverdi, grazie al pari dello Spezia a Mantova, hanno potuto festeggiare la pronta risalita nella massima serie dopo un solo anno di purgatorio. Un risultato non scontato perché, chi conosce la B, sa che è un campionato molto difficile soprattutto per le squadre retrocesse (basti vedere il campionato di Salernitana e Frosinone). A fare la differenza, spesso e volentieri, è la capacità di fare le scelte giuste e con un'idea ben precisa oltre all'esperienza di un dirigente entrato nel mondo del calcio in punta di piedi e affermatosi proprio nella 'piccola' realtà sassolese. Quando si pensa al Sassuolo, si pensa a lui e al suo lavoro meticoloso degli ultimi anni.
Carnevali, l'anima del Sassuolo
Giovanni Carnevali è proprio l'anima del Sassuolo e lo è dal lontano 2014. Ben dodici stagioni alla guida del club con potere decisionale nelle scelte dei collaboratori, dello staff e dei giocatori. L'ad neroverde ha raccolto un'importante ereditata, ovvero portare avanti le idee del compianto patron Squinzi e dare luce a un progetto fatto di giovani e crescita. Dopo un anno difficile dovuto a risultati non brillanti e a una serie di sfortunate coincidenze, come l'assenza di un leader come Berardi per infortunio, è arrivata l'amara retrocessione in Serie B. Un leggero passo indietro nella corsa, ma con l'obiettivo chiaro in testa di portare freschezza e novità.

La scelta di Grosso, allenatore abituato a vincere soprattutto in cadetteria, oltre alla promozione di Palmieri a ds, dopo tanti alla guida del settore giovanile con ottimi risultati. Il tutto unito con la voglia di riportare il Sassuolo nel massimo campionato. Scelte azzeccate anche sul campo come le conferme di Laurienté e Thorstvedt, oltre al rientro di Berardi, capitano e trascinatore di uno spogliatoio giovane e voglioso di emergere. Il campionato di Serie B è stato dominato dai neroverdi e non c'è mai stato un cedimento lungo il percorso, anzi soltanto la consapevolezza di continuare a volare per abbandonare il più velocemente possibile la cadetteria.