Superlega, la missione nelle roccaforti del no: chi sono i duri a oltranza

Il fronte degli anti è compatto in tre Paesi. Va avanti il lavoro diplomatico di A22 per provare a guadagnare consenso

Nessun +44, né +49, né +33. Tra le telefonate ricevute da Bernd Reichart, il presidente di A22, da club che si informano interessati sulla nuova Superlega, non ce ne sono state con il prefisso di Inghilterra, Germania e Francia. O, se qualcuna c’è stata, non è comunque arrivata dai numeri che al Ceo della società che vuole organizzare il nuovo grande torneo continentale avrebbe fatto piacere vedere sul display del proprio telefono. Ma non è certo stata una delusione: Reichart e tutti i promotori della Superlega sanno bene che Inghilterra, Germania e Francia sono tre roccaforti del sostegno all’Uefa e anche che a capo di quelle roccaforti ci sono proprio i club più importanti di quei Paesi.

Le posizioni di tifosi e club

Sanno anche, Reichart e A22, che in quelle roccaforti sarà necessario penetrare perché il progetto Superlega possa avere davvero successo. Almeno in due, perché la terza, l’Inghilterra, rappresenta un caso a parte. La vittoria ottenuta con la sentenza della Corte Europea che ha riconosciuto l'abuso del monopolio di Fifa e Uefa sul calcio, infatti, non ha alcun valore nel Regno Unito, uscito dall’Unione Europea nel 2020. Anzi, il governo inglese già da tempo ha annunciato, e ribadito in questi giorni, l’intenzione di varare una legge che impedisca ai club britannici di partecipare alla Superlega. A22 si troverebbe dunque di fronte a una nuova battaglia politico-legale, stavolta con poche o nessuna speranza di vittoria. Senza dimenticare la posizione fortemente contraria di tifosi e club, compresi i sei che avevano aderito al progetto iniziale. Anche se proprio da uno di questi arriva una stoccata all’Uefa, quella del tecnico del Liverpool Jurgen Klopp: «Resto contrario alla Superlega, ma sono contento della sentenza: la Uefa deve capire che non può fare tutto ciò che vuole». La priorità di A22 ora è dunque convincere della bontà del proprio progetto le altre due roccaforti del No: appunto Francia e Germania.

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Le reazioni in Francia e Germania

In entrambe le Nazioni a essere fortemente contrari alla Superlega sono anzitutto i due club di riferimento, Paris Saint-Germain e Bayern Monaco, ma non certo da soli. Anche società che secondo i primi rumors potevano essere interessate, come Lione e Marsiglia in Francia, si sono schierate ufficialmente a fianco dell’Uefa, mentre in Germania il Borussia Dortmund e il Lipsia sono su posizioni altrettanto rigidamente filo Uefa del Bayern. E l’homepage dell’area calcio del sito della Bild, ieri, non aveva un solo riferimento alla Superlega. Ce l’aveva eccome, invece, la prima pagina de L’Equipe in edicola ieri, ma non certo lusinghiero, anche se meno duro di quanto potesse a prima vista apparire per l’assonanza con l’italiano: “Le super embrouille”, titolo del quotidiano franncese, infatti, non significa tanto “il super imbroglio” quanto piuttosto “il super pasticcio” o “la super confusione”.

Superlega, i contrari

Ovviamente prese di posizione contrarie non sono mancate anche negli altri Paesi europei, nei quali però si sono registrati anche molti silenzi, sotto ai quali in più di un caso c’è un possibile interesse. Francia e Germania sono dunque le Nazioni dove A22 dovrà spendersi maggiormente per perorare la propria causa. Impossibile far cambiare idea al Paris Saint-Germain di Nasser Al Khelaifi, alleato di Ceferin e presidente dell’Eca (a meno che non sia lo stesso emiro Al Thani a decidere di voler investire nella nuova avventura), la società che intende organizzare la Superlega proverà a guadagnare consenso tra il resto dei club francesi. E proverà a stabilire intanto almeno un contatto e un rapporto con il Bayern e quelli tedeschi.

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Nessun +44, né +49, né +33. Tra le telefonate ricevute da Bernd Reichart, il presidente di A22, da club che si informano interessati sulla nuova Superlega, non ce ne sono state con il prefisso di Inghilterra, Germania e Francia. O, se qualcuna c’è stata, non è comunque arrivata dai numeri che al Ceo della società che vuole organizzare il nuovo grande torneo continentale avrebbe fatto piacere vedere sul display del proprio telefono. Ma non è certo stata una delusione: Reichart e tutti i promotori della Superlega sanno bene che Inghilterra, Germania e Francia sono tre roccaforti del sostegno all’Uefa e anche che a capo di quelle roccaforti ci sono proprio i club più importanti di quei Paesi.

Le posizioni di tifosi e club

Sanno anche, Reichart e A22, che in quelle roccaforti sarà necessario penetrare perché il progetto Superlega possa avere davvero successo. Almeno in due, perché la terza, l’Inghilterra, rappresenta un caso a parte. La vittoria ottenuta con la sentenza della Corte Europea che ha riconosciuto l'abuso del monopolio di Fifa e Uefa sul calcio, infatti, non ha alcun valore nel Regno Unito, uscito dall’Unione Europea nel 2020. Anzi, il governo inglese già da tempo ha annunciato, e ribadito in questi giorni, l’intenzione di varare una legge che impedisca ai club britannici di partecipare alla Superlega. A22 si troverebbe dunque di fronte a una nuova battaglia politico-legale, stavolta con poche o nessuna speranza di vittoria. Senza dimenticare la posizione fortemente contraria di tifosi e club, compresi i sei che avevano aderito al progetto iniziale. Anche se proprio da uno di questi arriva una stoccata all’Uefa, quella del tecnico del Liverpool Jurgen Klopp: «Resto contrario alla Superlega, ma sono contento della sentenza: la Uefa deve capire che non può fare tutto ciò che vuole». La priorità di A22 ora è dunque convincere della bontà del proprio progetto le altre due roccaforti del No: appunto Francia e Germania.

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