La Red Bull toglie il velo e sotto c’è pure Horner

Il team principal è stato onnipresente e si prospetta una soluzione interna al caso. Una prossima verifica la presenza ai test in Barhain
La Red Bull toglie il velo e sotto c’è pure Horner© Getty Images for Red Bull Racing

Presente in tutti i segmenti del lancio della nuova stagione: se la presentazione della Red Bull, ultima scuderia a togliere i veli alla nuova vettura, doveva fornire indicazioni sul futuro di Christian Horner al timone del team, la risposta sembra forte e chiara. Resta da capire quanto la presenza del CEO e team principal faccia fede, ma riesce difficile credere che dopo aver presenziato accanto prima a David Coulthard (primo pilota sul podio con la Red Bull «Quando Mr. Mateschitz parlava già di titolo»), ai progettisti Adrian Newey e Pierre Waché, alle protagoniste della Academy, Hamda Al Qubaisi ed Emely De Heus, e infine a Max Verstappen e Sergio Perez, Horner finisca per essere destituito. Il caso dei “comportamenti inappropriati” denunciati da una dipendente della scuderia non è chiuso, Horner ha collaborato all’indagine interna e ha ricevuto il supporto pubblico dell’ex boss della F1 Bernie Ecclestone, fino alla presenza al lancio della nuova vettura. Segno di una possibile soluzione “interna” al caso.

Horner, Verstappen e la RB20

La sua presenza in Bahrain per i test, da mercoledì a venerdì, sarà un ulteriore indizio. «Non posso parlare dell’argomento mentre l’inchiesta è in corso» si è limitato a dire Horner, mentre Verstappen - di fronte a speculazioni su una fronda anti-Horner guidata dal padre Jos - ha ruggito: «Non so a chi piaccia scrivere certe storie, tra me e Christian va come sempre». Presentata sotto il claim “20 anni di cultura Red Bull nelle corse” la RB20 non nasce troppo sotto il segno della continuità. «Quando l’ho vista ho detto: wow» ha ammesso Max. «Abbiamo rischiato, non siamo stati conservativi perché anche gli altri lavorano» ha spiegato Horner. Conferme come le sospensioni (pull-rod all’anteriore e push-rod al posteriore) si abbinano alla bocca dei radiatori alta e stretta e a linee che paradossalmente non avevano funzionato sulla Mercedes, tanto da essere bocciate dai rivali che Verstappen ha spodestato nel 2021, e da allora non ha smesso di vincere.

Verstappen, il messaggio subliminale

E il suo casco per il 2024 è un messaggio nemmeno troppo subliminale: «Ricorda i colori di quando iniziai. Quanti anni avevo? Quattro...». Quattro, come l’obiettivo dell’olandese che punta al poker già firmato da Sebastian Vettel: «Sul casco ho tre stelle per ciascun titolo, ora voglio la quarta». Sull’elmetto di Checo Perez, invece, campeggia un “Never give up”. Mai mollare, frase automotivazionale, per non crollare di fronte al predominio di un compagno di squadra cannibale. I “ribelli della F1” come ai tempi del debutto, alla ventesima stagione sono i riferimenti. Come confermato dal filmato dei “20 giri intorno al Sole” su trionfi e cadute del team, che si chiude con l’era Verstappen.

"Senza squadra non hai nulla"

«Anche dopo una stagione con il record di vittorie, sono eccitato di fronte al lancio della vettura: la voglia di vincere è intatta» ha detto il campione del Mondo, che di fronte al passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari non si è sbilanciato. «Se un pilota vuole guidare per la Ferrari è giusto che segua il suo sogno e il suo obiettivo. Io penso al Bahrain, per capire il carattere della RB20, e capire cosa serve». Una necessità è certamente una guida per il team. Sarà ancora Horner? Il manager, magari più dimesso e meno sorridente, ha parlato ancora da leader: «Gli uomini e le donne nel dietro le quinte sono il nostro segreto» ha spiegato, per poi diventare quasi autoreferenziale. «La Formula 1 è il più grande sport di squadra, se non hai la squadra non hai nulla».

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