Sul fatto che sarà numero uno siamo tutti d’accordo. Quando, sarà lui a dircelo. Sul come vi riuscirà, invece, si può discutere, perché l’annuncio non arriverà attraverso le parole, ma con le vittorie…Ne potrebbero servire molte, a raffica addirittura. O al contrario, ben poche, se la stagione lo condurrà a nuovi successi nello Slam. Quattro vittorie nei Majors fanno ottomila punti, e valgono il n.1 per forza di cose, anche perché obbligherebbero la concorrenza ad affidarsi unicamente ai beni rifugio, i Masters 1000. E ne occorrono otto, mica pochi, per pareggiare il Grand Slam. Ma sto divagando, come si vede, anche se non credo di essere il solo in questo momento sull’argomento Sinner, che conquista l’Italia ed esorta a pensare in grande.
Sinner, obiettivo Numero 1
Il punto è proprio questo. Sinner pensa in grande, dunque nei suoi progetti c’è anche il numero uno. Nessun dubbio su questo. Qualcuno in più, invece, su quale gradino occupi l’avvento nella sua scala delle priorità. Non credo il più alto. Scalare la vetta è un punto di arrivo, poi è possibile solo confermarsi, altrimenti si scende. E Sinner non mi sembra ami troppo i punti di arrivo, figurarsi scendere. Nei suoi progetti, primo fra tutti quello intrapreso per diventare un tennista migliore (varato due anni fa con l’addio a Piatti e la scelta del duo Vagnozzi-Cahill), tutto procede in crescendo, un progresso via l’altro. La felicità è come uno Slam. Quando ne vinci uno sai di essere stato il più in gamba. E quanto sia appagante Jannik lo sta finalmente verificando di persona. Ma l’urgenza di crescere, per sentirsi nuovamente il migliore, magari su un gradino più alto, conduce a desiderarne un altro, meglio se più difficile, ancor meglio se proibitivo, ma l’importante è che giunga prima possibile. Per tornare da lì proporsi con nuove mire, nuovi progetti, nuove istanze di miglioramento.