Sinner, la priorità non è essere numero uno. Anche perché lo sei già

Da Pechino, a fine settembre 2023, ha vinto 28 dei 30 match disputati  e ha battuto (e non una volta sola) tutti i migliori giocatori del mondo

Sul fatto che sarà numero uno siamo tutti d’accordo. Quando, sarà lui a dircelo. Sul come vi riuscirà, invece, si può discutere, perché l’annuncio non arriverà attraverso le parole, ma con le vittorie…Ne potrebbero servire molte, a raffica addirittura. O al contrario, ben poche, se la stagione lo condurrà a nuovi successi nello Slam. Quattro vittorie nei Majors fanno ottomila punti, e valgono il n.1 per forza di cose, anche perché obbligherebbero la concorrenza ad affidarsi unicamente ai beni rifugio, i Masters 1000. E ne occorrono otto, mica pochi, per pareggiare il Grand Slam. Ma sto divagando, come si vede, anche se non credo di essere il solo in questo momento sull’argomento Sinner, che conquista l’Italia ed esorta a pensare in grande.

Sinner, obiettivo Numero 1

Il punto è proprio questo. Sinner pensa in grande, dunque nei suoi progetti c’è anche il numero uno. Nessun dubbio su questo. Qualcuno in più, invece, su quale gradino occupi l’avvento nella sua scala delle priorità. Non credo il più alto. Scalare la vetta è un punto di arrivo, poi è possibile solo confermarsi, altrimenti si scende. E Sinner non mi sembra ami troppo i punti di arrivo, figurarsi scendere. Nei suoi progetti, primo fra tutti quello intrapreso per diventare un tennista migliore (varato due anni fa con l’addio a Piatti e la scelta del duo Vagnozzi-Cahill), tutto procede in crescendo, un progresso via l’altro. La felicità è come uno Slam. Quando ne vinci uno sai di essere stato il più in gamba. E quanto sia appagante Jannik lo sta finalmente verificando di persona. Ma l’urgenza di crescere, per sentirsi nuovamente il migliore, magari su un gradino più alto, conduce a desiderarne un altro, meglio se più difficile, ancor meglio se proibitivo, ma l’importante è che giunga prima possibile. Per tornare da lì proporsi con nuove mire, nuovi progetti, nuove istanze di miglioramento.

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Se questo è il ragazzo di cui l’Italia si è follemente innamorata, il numero uno sarà una conseguenza. Verrà con le vittorie, meglio se di gran valore. A meno che non ci si muova su altre e più generali considerazioni, allora tutto è consentito, anche di arrivare come faccio io a considerare Jannik già oggi il numero uno del tennis. Così, tra Panatta che è convinto che l’elezione arriverà presto, e Bertolucci che gli tiene bordone, mi sottraggo a simili paragoni e scelgo la via più breve. E sostengo che a far data da Pechino, Sinner sia già un passo avanti la concorrenza.

Sinner, i numeri della stagione

Pechino 25 settembre 2023, Melbourne 28 gennaio 2024, quattro mesi e tre giorni, nei quali il nostro Semola ha giocato 30 match e ne ha vinti 28, guadagnando i titoli di Pechino, Vienna, Australian Open e la Davis, e raggiungendo la finale Atp a Torino. È stato battuto da Shelton a Shanghai (subito rimesso al suo posto, a Vienna) e da Djokovic alle Finals. Ma ha superato 3 volte su 4 il numero uno, una il numero 2 Alcaraz, 4 su 4 il numero 3 Medvedev, 2 su 2 il numero 5 Rublev, poi Tsitsipas (ora 10) e Rune (7). Non solo, ha vinto a Melbourne liquidando il numero 5 in tre set, il numero 1 in quattro e il numero 3 in cinque. Djokovic, seppure sconfitto a ripetizione, fino alla Davis aveva mantenuto in equilibrio la sfida, ma a Melbourne il tennis di Sinner gli è passato sopra con la violenza di un Tir. Medvedev ha scelto la strada dell’aggressività estrema, nella finale australiana, un modulo di gioco che non sarebbe possibile sfruttare in ogni confronto, dato l’elevato dispendio di energie che comporta, ma Sinner gli ha sfilato la rendita dei due set di vantaggio fino a sbriciolarlo nella quinta partita. Con Alcaraz è avanti 4-3, con Rublev non c’è partita. E il russo, quinto nel ranking, è distante ormai 3.200 punti. E dite, non sono risultati da numero uno, questi?

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Sinner, i prossimi appuntamenti

Sì, lo sono, ma la classifica Atp ha i suoi tempi. Sinner l’ha accorciata ma Djokovic resta più su di 1500 punti (erano 5000 a fine anno). Ora Jannik è chiamato a confermare la finale di Rotterdam (da cui riprenderà la stagione), la semi di Indian Wells e la finale a Miami. Poi dovrà misurarsi con la terra rossa, che l’anno scorso gli ha negato le soddisfazioni che cercava. Unico risultato di rilievo, la semifinale a Montecarlo. Sul rosso Sinner ha ottenuto 585 punti appena nel 2023, finendo oltre il decimo posto nella classifica di settore, mentre sul cemento (5050 punti) e sull’erba (855 punti) è terzo. Il quadro è chiaro. Sinner lo affronterà però con un’arma in più, la spinta che gli verrà dalla conquista dello Slam. Potrebbe essere il punto di forza decisivo.

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Sul fatto che sarà numero uno siamo tutti d’accordo. Quando, sarà lui a dircelo. Sul come vi riuscirà, invece, si può discutere, perché l’annuncio non arriverà attraverso le parole, ma con le vittorie…Ne potrebbero servire molte, a raffica addirittura. O al contrario, ben poche, se la stagione lo condurrà a nuovi successi nello Slam. Quattro vittorie nei Majors fanno ottomila punti, e valgono il n.1 per forza di cose, anche perché obbligherebbero la concorrenza ad affidarsi unicamente ai beni rifugio, i Masters 1000. E ne occorrono otto, mica pochi, per pareggiare il Grand Slam. Ma sto divagando, come si vede, anche se non credo di essere il solo in questo momento sull’argomento Sinner, che conquista l’Italia ed esorta a pensare in grande.

Sinner, obiettivo Numero 1

Il punto è proprio questo. Sinner pensa in grande, dunque nei suoi progetti c’è anche il numero uno. Nessun dubbio su questo. Qualcuno in più, invece, su quale gradino occupi l’avvento nella sua scala delle priorità. Non credo il più alto. Scalare la vetta è un punto di arrivo, poi è possibile solo confermarsi, altrimenti si scende. E Sinner non mi sembra ami troppo i punti di arrivo, figurarsi scendere. Nei suoi progetti, primo fra tutti quello intrapreso per diventare un tennista migliore (varato due anni fa con l’addio a Piatti e la scelta del duo Vagnozzi-Cahill), tutto procede in crescendo, un progresso via l’altro. La felicità è come uno Slam. Quando ne vinci uno sai di essere stato il più in gamba. E quanto sia appagante Jannik lo sta finalmente verificando di persona. Ma l’urgenza di crescere, per sentirsi nuovamente il migliore, magari su un gradino più alto, conduce a desiderarne un altro, meglio se più difficile, ancor meglio se proibitivo, ma l’importante è che giunga prima possibile. Per tornare da lì proporsi con nuove mire, nuovi progetti, nuove istanze di miglioramento.

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