La caviglia, con il ginocchio, è l’articolazione più colpita da traumi distorsivi. I traumi che può subire in ambito sportivo sono di varia natura e rappresentano un passaggio delicato nella storia e nell’anamnesi di un atleta, professionista o amatore che sia. Un vero esperto in materia è il dott. Angelo Bertelli, direttore dell’Istituto di Medicina dello Sport di Torino Fmsi, specialista in ortopedia e docente in numerosi corsi di chirurgia e artroscopia di caviglia e piede: «Le lesioni della caviglia - esordisce - rappresentano circa il 10% delle lesioni distorsive. Nel 90-95% dei casi si tratta di traumi che colpiscono il complesso legamentoso laterale, coinvolgendo spesso le strutture cartilaginee. Possono essere suddivise in acute e croniche».
L'infortunio di Alcaraz
Parliamo di tennis con negli occhi il recente ritiro a Rio de Janeiro di Carlos Alcaraz, dopo pochissimi minuti di gioco, per un trauma distorsivo laterale alla caviglia destra, che lui stesso ha definito di 2° grado: «Ho visto le immagini - prosegue il dottor Bertelli - e la caviglia è subito gonfiata, sintomo di un versamento. Il fatto che il giocatore abbia detto che occorreranno solo alcuni giorni di stop mi fa propendere che non si tratti di una lesione di 2° grado nell’accezione classica della traumatologia di settore perché se così fosse lo stop sarebbe più lungo, di almeno un mese, e comprometterebbe la sua presenza a Indian Wells e Miami. Piuttosto potrebbe trattarsi di una più semplice distrazione». Si tratta di atleti con muscolature allenate e forti: «Questo aiuta tantissimo - prosegue Bertelli - e contribuisce a limitare i danni. Ciò non toglie che i protocolli, ben delineati, debbano essere seguiti con la massima cura".