"La semplicità è la soluzione migliore"
In primo piano anche le emozioni: «Mi considero uno molto preciso, in qualsiasi cosa faccia. Facendolo tutti i giorni ci sono anche dei momenti nei quali ti rilassi un po’. Però devi sapere quando farlo. Ora conosco molto meglio me stesso e il team, ci capiamo con gli sguardi. In partita quando mi sento bene faccio qualcosina in più per cambiare il gioco, vedi qualche serve & volley o qualche slice. Mi spingo a farlo perché so che per il futuro mi potrebbe aiutare ad essere più imprevedibile. Credo in prospettiva che ciò mi possa far diventare un altro giocatore. Ora sto facendo tante cose molto bene, spesso la semplicità è la soluzione migliore ma quando si alza il livello devi essere meno comprensibile dagli avversari. In più situazioni riesci a farlo prima, soprattutto in allenamento, e tutto diventa più naturale durante i match. Mi sono sempre divertito ma non sapevo se far vedere queste emozioni. Adesso che lo faccio, indipendentemente dalla vittoria o dalla sconfitta, mi sento meglio. Ti liberi e questo sarebbe anche un consiglio per i ragazzini. Alla fine giochi una partita, non per la vita. Sotto questo profilo ho fatto un passo in più, anche importante».