"L'avrei buttata in mare con tutto il seggiolone": Panatta e l'arbitro di Sinner

La beffarda sconfitta del numero 2 del mondo contro Tsitsipas e l'errore di valutazione di Aurelie Tourte analizzati dall'ex tennista romano assieme a Paolo Bertolucci

La sconfitta di Sinner in semifinale a Montecarlo contro Tsitsipas ha lasciato l'amaro in bocca a molti sportivi, appassionati e tifosi del tennista altoatesino. L'errore del giudice di linea che non ha segnalato una palla uscita di 7 centimetri ha condizionato la gara nel momento decisivo: Sinner si sarebbe potuto portare 4-1 nel terzo set (ottenendo dunque il secondo break del set) e, di fatto, a un passo dalla finale. La controversa decisione ha però rimesso in partita Tsitsipas, bravo a portare a casa il match approfittando anche dei crampi del suo avversario. Come di consueto, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci hanno commentato la partita nel podcast "La telefonata". E lo hanno fatto a modo loro, con leggerezza e quel registro goliardico che sempre caratterizza i circa 10 minuti di trasmissione.

Panatta, Bertolucci e l'arbitro di Sinner

La chiacchierata tra i due vincitori della Coppa Davis 1976 parte proprio dall'episodio che ha deciso la gara di sabato. Bertolucci chiede a Panatta cosa avrebbe fatto se si fosse trovato nella stessa situazione di Sinner quando l'arbitro Aurelie Tourte ha giudicato in campo la palla di Tsitsipas. La risposta dell'ex tennista romano è stata tagliente: "L'avrei buttata a mare, seggiolone compreso, microfono... Non si può perdere in questo modo". Poi l'analisi di Bertolucci: "Sbaglia il giudice di linea, sbaglia anche lei: lei è brava, ha preso un abbaglio completo, proprio non l'ha vista, è pazzesco. È vero che c'è il sole, in due insieme un errore così è pazzesco".

Sinner, il tennis italiano e perché non si è fermato

Paolo Bertolucci coglie poi il lato positivo della semifinale di Montecarlo: "Sai cosa ti dico? A un certo punto il miglior Tsitsipas degli ultimi due anni era sotto 4-1 al terzo con un Sinner non al 100%. Questa è la chiave, la dimostrazione della forza di questo ragazzo: immaginati quanto è forte. Avrebbe vinto il torneo. Solo applausi, applausi anche per gli altri italiani: hanno giocato un grande torneo e possiamo dormire sonni tranqulli per i prossimi anni. Stanotte non ho dormito dall'incaxxatura, cosa vuoi fare, d'altronde lo sport..." Anche Panatta elogia Sinner: "È forte, di un'altra categoria proprio". Poi il vincitore del Roland Garros nel 1976 torna sulla decisione dell'arbitro: "Questa è un'ingiustizia, può capitare, però Jannik doveva fermare la palla". Bertolucci risponde rivelando di aver parlato con il coach di Sinner: "Vagnozzi mi ha detto che era in allungo, in tuffo. Gli è venuto forte il dubbio, siccome ha risposto, l'ha messa in campo e ha proseguito - il passante poteva anche metterlo dentro e risolveva - non era sicuro, purtroppo lo sai meglio di me, sono frazioni di secondo: o ti fermi e se ha toccato fai una figura barbina, o prosegui e fai come ha fatto lui".

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