NEW YORK (STATI UNITI D'AMERICA) - Dopo un brutto primo set, perso con il punteggio di 6-2, Jannik Sinner ha alzato il proprio livello liquidando la pratica Mackenzie McDonald e approdando al secondo turno dello US Open, quarto e ultimo torneo Slam della stagione. Un'annata cominciata con il trionfo all'Australian Open, quando l'altoatesino è diventato il primo italiano a vincere a Melbourne e il secondo azzurro di sempre a portare a casa un titolo Slam dopo Adriano Panatta al Roland Garros 1976, e chiusa con il caso doping. Al termine della sfida contro l'americano il numero uno al mondo ha parlato ai microfoni di SuperTennis commentando: "L'ultimo periodo non è stato semplice per me. Credo che ora piano piano, giorno dopo giorno, stiamo cercando con il mio team di tornare alla normalità. Sono molto contento di quello che ha detto Matteo Berrettini, ci conosciamo bene e ci rispettiamo molto. Sappiamo come siamo fatti anche umanamente, mi ha manifestato molta stima, è stato un grande onore. Parlando nel tennis poi piano piano si torna alla normalità, non giorno dopo giorno ovviamente, ma sono molto contento".
Sinner sul caso doping
"Io ho sempre pensato che non ho fatto niente di male e non farei mai niente di male - prosegue -, perché sono una persona molto onesta. Ma più si avvicinava la sentenza più avevo paura e meno mi divertivo in campo. Credo che chi mi conosce vedeva un Jannik diverso meno sorridente, che si divertiva meno, con meno voglia, anche se ho vinto tante partite in questo periodo. Grazie a chi mi è stato vicino, alle persone che ho vicino perché mi hanno sempre trattato in modo normale anche se era molto difficile per loro, grazie a loro ho continuato a lottare in momenti non semplici". Sulle reazioni dello spogliatoio ammette: “Non posso controllare tutto quello che pensano o dicono nello spogliatoio, ci sono state reazioni ma se devo dire qualcosa a qualcuno lo farò privatamente, perché sono fatto così. Comunque complessivamente non è andata così male”.