Stop, trionfi e rimpianti: lo strano 2025 di Sinner

La squalifica post-Melbourne ha condizionato la stagione di Jannik
Stop, trionfi e rimpianti: lo strano 2025 di Sinner
© Getty Images

La prima volta non si scorda mai, e sono state tante negli ultimi anni per Jannik Sinner. Ma il primo successo in Italia, a Torino, alle Nitto ATP Finals del 2024 è stato qualcosa di unico. Ha sempre detto che «il primo posto nella classifica ATP è una conseguenza», vero, ma quanti successi sono arrivati “di conseguenza”. La somma degli ultimi due anni ci consegna il miglior tennista della storia italiana, il più vincente, il più mediatico. E chi lo ha capito e accettato oggi vive nella sua scia, perché Sinner ha fatto solo bene al tennis nazionale e al movimento tutto. Chi invece della vecchia guardia gli va contro e non smette di criticare le sue scelte, vuol dire che non sa (o non vuole) nascondere l’acredine nei suoi confronti.

Australia e stop

Se il 2024 è stato l’anno migliore per Jannik, il 2025 lo è stato un po’ meno. Vuoi per una squalifica ingiusta di tre mesi, vuoi per il rendimento costante (anzi, in crescita) di Carlos Alcaraz, Sinner ha vissuto comunque una stagione più che positiva. Iniziando dagli Australian Open, vinto per il secondo anno di seguito, battendo in finale uno Zverev che ci aveva creduto ed è uscito ridimensionato nel gioco e nelle intenzioni. Un Sinner che dopo Melbourne è stato costretto a fermarsi. Lo stop forzato ha causato una perdita di ritmo e di condizione atletica.

Roma e Parigi

Al suo rientro a Roma la finale con Alcaraz è stata impari. L’altoatesino ha tenuto solo il primo set per poi crollare sotto i colpi dello spagnolo nel secondo. Ma gli Internazionali d’Italia sono stati una tappa propedeutica per Parigi. Ecco l’unico, vero rammarico della stagione è stato proprio il Roland Garros. Una finale, sempre contro lo spagnolo, giocata alla pari. Anzi, Jannik è stato superiore a Carlitos per lunghi tratti su una superficie, la terra rossa, che si addice maggiormente alle caratteristiche dell’avversario. Quella partita, durata 5 ore e 29 minuti, è stata la più lunga della storia del torneo. Sinner non è riuscito a portarla a casa, nonostante i tre match point, dopo aver vinto i primi due set. Una mazzata. Per molti, ma non per lui.

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Wimbledon

Dopo poche settimane ecco la rivincita a Wimbledon, il torneo per eccellenza. Non è stata tuttavia la finale più lunga di sempre a livello Slam nell’era Open: il record appartiene ancora a Djokovic- Nadal degli Australian Open 2012 (5 ore e 53 minuti). Nel tempio del tennis, dove mai un sta per mettersi subito alle spalle quella rimonta sulla terra del Philippe Chatrier. Il trionfo di Church Road aggiorna nuovamente il libro dei record, unico italiano a vincere in singolare a Wimbledon, ma anche il solo italiano a vincere quattro Slam in singolare. Due nella stessa stagione per italiano si era imposto in singolare, Sinner ha vinto per la prima volta lo Slam di Londra, il suo primo Major fuori dal cemento, dopo i due Australian Open consecutivi e gli Us Open dello scorso anno. È la rivincita, immediata, della sconfitta in cinque set al Roland Garros. L’occasione giudue anni di fila, su due superfici differenti.

Cemento

Nell’estate ecco il cemento americano. A Cincinnati alza bandiera bianca in finale contro Alcaraz per problemi fisici, un virus intestinale lo ha messo ko. Ma dopo poche settimane via a Flushing Meadows, gli Us Open. A New York Alcaraz vince di nuovo, per 3-1, mostrando una condizione fisica pazzesca. Sinner ha capito che deve cambiare qualcosa nel suo tennis se vuole battere lo spagnolo. Esce dal campo da numero due del ranking mondiale e con meno certezze. Si prende una pausa e poi riparte con grande convinzione. «Non ha bisogno di stimoli. È sempre pronto a mettersi in gioco e a migliorarsi», ha detto il coach Vagnozzi. Così, ecco la vittoria nell’Open di Pechino contro Tien con un doppio 6-2. Ma a Shanghai di nuovo un ritiro, ai sedicesimi contro Griekspoor, ancora per problemi fisici, dati dall’umidità e dal caldo. Si riprende e vince il torneo di Vienna, dove ha detto di sentirsi a casa. Battuto ancora Zverev in due set. E poi il Master 1000 di Parigi-Bercy, nella nuova location de La Defense Arena, dove si sono svolte le gare di nuoto e pallanuoto alle Olimpiadi per intenderci. In finale ha sconfitto in due set un sorprendente Auger-Aliassime, in grande crescita.

Ritorno a Torino

E siamo di nuovo a Torino. Sinner è stato fortunato nel sorteggio dei gironi, ma c’è da fare i conti sempre e solo con un giocatore. Il suo amico fuori e rivale numero uno dentro il campo, Carlos Alcaraz. Con l’ultima vittoria di New York il murciano è avanti 10-5 nei precedenti (7-2 sul cemento), lasciando fuori dal conto le esibizioni. Sul veloce torinese, superficie che piace molto a Jannik, non si sono mai affrontati. Lo scorso anno erano in due gironi diversi e Alcaraz non era nella stessa condizione di oggi, tanto che non riuscì a qualificarsi neanche per la semifinale. Sinner torna alle Finals da numero due. Il suo obiettivo è vincere, non solo per confermare i 1500 punti dello scorso anno e lanciare la rincorsa al primato della classifica, ma per accorciare il divario con Alcaraz nei confronti diretti e pareggiare i conti della stagione (Cincinnati a parte). Se ne vedranno delle belle. Fuochi d’artificio finali.

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La prima volta non si scorda mai, e sono state tante negli ultimi anni per Jannik Sinner. Ma il primo successo in Italia, a Torino, alle Nitto ATP Finals del 2024 è stato qualcosa di unico. Ha sempre detto che «il primo posto nella classifica ATP è una conseguenza», vero, ma quanti successi sono arrivati “di conseguenza”. La somma degli ultimi due anni ci consegna il miglior tennista della storia italiana, il più vincente, il più mediatico. E chi lo ha capito e accettato oggi vive nella sua scia, perché Sinner ha fatto solo bene al tennis nazionale e al movimento tutto. Chi invece della vecchia guardia gli va contro e non smette di criticare le sue scelte, vuol dire che non sa (o non vuole) nascondere l’acredine nei suoi confronti.

Australia e stop

Se il 2024 è stato l’anno migliore per Jannik, il 2025 lo è stato un po’ meno. Vuoi per una squalifica ingiusta di tre mesi, vuoi per il rendimento costante (anzi, in crescita) di Carlos Alcaraz, Sinner ha vissuto comunque una stagione più che positiva. Iniziando dagli Australian Open, vinto per il secondo anno di seguito, battendo in finale uno Zverev che ci aveva creduto ed è uscito ridimensionato nel gioco e nelle intenzioni. Un Sinner che dopo Melbourne è stato costretto a fermarsi. Lo stop forzato ha causato una perdita di ritmo e di condizione atletica.

Roma e Parigi

Al suo rientro a Roma la finale con Alcaraz è stata impari. L’altoatesino ha tenuto solo il primo set per poi crollare sotto i colpi dello spagnolo nel secondo. Ma gli Internazionali d’Italia sono stati una tappa propedeutica per Parigi. Ecco l’unico, vero rammarico della stagione è stato proprio il Roland Garros. Una finale, sempre contro lo spagnolo, giocata alla pari. Anzi, Jannik è stato superiore a Carlitos per lunghi tratti su una superficie, la terra rossa, che si addice maggiormente alle caratteristiche dell’avversario. Quella partita, durata 5 ore e 29 minuti, è stata la più lunga della storia del torneo. Sinner non è riuscito a portarla a casa, nonostante i tre match point, dopo aver vinto i primi due set. Una mazzata. Per molti, ma non per lui.

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