Juve, ci puoi credere ma ci devi riflettere: è così da due anni

Manca sempre un impianto di gioco efficace: serve una valutazione

La Juventus resta aggrappata a Pogba, che sta tornando Pogba, e Gatti, che sta scrivendo una favola in mezzo al romanzo horror della stagione bianconera. La Juventus resta aggrappata a due che non sono partiti titolari in una formazione forse non azzeccatissima e in una partita che la Juventus ha giocato male, non all’altezza della serata che richiedeva di più, sotto il profilo dell’agonismo, della precisione, della concentrazione. La Juventus delle ultime due stagioni non ha mai vinto una partita decisiva.

Le occasioni perse

L’ottavo di finale di ritorno con il Villarreal, la finale di Supercoppa Italiana, quella di Coppa Italia, la partita con il Benfica e quella con il Maccabi, la semifinale di Coppa Italia con l’Inter e, ieri, quella contro il Siviglia: è una litania di occasioni perse contro avversari mai tecnicamente superiori. Non siamo nel campo delle opinioni e neanche in quello scivolosissimo dell’estetica calcistica, qui siamo davanti a fatti che, messi uno in fila all’altro, danno la misura della delusione di un popolo che sta soffrendo tanto, troppo, e al quale la squadra e la società hanno il compito (il dovere?) di riaccendere l’entusiasmo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Le ultime due stagioni

Verso la mezzora del primo tempo Di Maria ha ricevuto palla pochi metri oltre la metà campo, ha alzato la testa e c’erano solo tre compagni, peraltro marcati o schermati da sei uomini del Siviglia. Il Fideo ha tenuto palla, prendendo tempo e, dopo tre lunghi secondi, la situazione non era mutata: nessuno era accorso da dietro, solo Cuadrado e Miretti si appropinquavano lemme lemme, ma comunque ancora dietro il portatore di palla, che l’ha portata ancora per poco, dovendosi avventurare in un dribbling impossibile. Basta quell’attimo di partita per avere la rappresentazione plastica della Juventus delle ultime due stagioni, durante le quali i giocatori bianconeri non hanno mai dato l’impressione di avere una vaga idea di cosa fare in fase di possesso palla e, comunque, di non avere l’intensità atletica per metterla eventualmente in pratica.

Pogba illumina

Poi c’è il gol di Gatti, in un finale gladiatorio. E c’è il rigore, netto, negato a Rabiot senza neanche un passaggio al Var (ieri Ceferin era a Roma, si è perso la prestazione dell’arbitro Siebert). E c’è Pogba che illumina di qualità e scuote l’apatia. Tutte cose a cui la Juventus e il suo tormentato popolo possono aggrapparsi per andare a Siviglia a giocarsi una partita difficilissima e un passaggio del turno che resta ancora possibile. Giusto, quindi, non mollare, non disfare l’entusiasmo che il pareggio all’ultimo secondo comunque porta. Dai Juve, provaci che ci puoi riuscire. Ma chi non deve scendere in campo fra sette giorni a Siviglia, trovi il tempo di rivedere la partita fino al gol di Gatti e, magari, di rivedere il film degli ultimi due anni, perché la Juventus non può e non deve vincere sempre, ma c’è modo e modo di non vincere. E i gol all’ultimo secondo non possono nascondere i problemi di 90 minuti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Juventus resta aggrappata a Pogba, che sta tornando Pogba, e Gatti, che sta scrivendo una favola in mezzo al romanzo horror della stagione bianconera. La Juventus resta aggrappata a due che non sono partiti titolari in una formazione forse non azzeccatissima e in una partita che la Juventus ha giocato male, non all’altezza della serata che richiedeva di più, sotto il profilo dell’agonismo, della precisione, della concentrazione. La Juventus delle ultime due stagioni non ha mai vinto una partita decisiva.

Le occasioni perse

L’ottavo di finale di ritorno con il Villarreal, la finale di Supercoppa Italiana, quella di Coppa Italia, la partita con il Benfica e quella con il Maccabi, la semifinale di Coppa Italia con l’Inter e, ieri, quella contro il Siviglia: è una litania di occasioni perse contro avversari mai tecnicamente superiori. Non siamo nel campo delle opinioni e neanche in quello scivolosissimo dell’estetica calcistica, qui siamo davanti a fatti che, messi uno in fila all’altro, danno la misura della delusione di un popolo che sta soffrendo tanto, troppo, e al quale la squadra e la società hanno il compito (il dovere?) di riaccendere l’entusiasmo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve, ci puoi credere ma ci devi riflettere: è così da due anni
2