La Juve, il potenziale inespresso e il gesto di Danilo: come sta cambiando

La squadra di Allegri è smaniosa di crescere e con enormi qualità ancora da esprimere che possono, alla lunga, fare la differenza. Sono evidenti i progressi rispetto alla scorsa stagione

La Juventus non ha ancora la facilità di gioco del Milan e dell’Inter, conquista i gol con fatica e non regala quel senso di superiorità delle milanesi, ma è solida, smaniosa di crescere e con enormi potenzialità ancora inespresse che possono, alla lunga, fare la differenza. Contro l’Empoli non si è rivista la squadra effervescente di Udine, ma sono evidenti i progressi rispetto alla scorsa stagione: la Juventus non si abbassa più, non subisce e non soffre, anzi attacca, prova a difendersi un po’ più alta, verticalizza maggiormente.

Insomma, fa tutte le cose giuste, ma non sempre nel modo giusto. L’intesa fra centrocampisti e attaccanti, per esempio, è da sincronizzare, perché gli scatti di Vlahovic e, soprattutto, di Chiesa andrebbero sfruttati meglio, soprattutto nelle partite che si bloccano a centrocampo. Ogni tanto sembra mancare un po’ di qualità, perché andrebbe canalizzata meglio la determinazione agonistica, con la quale la squadra sembra quasi cercare vendetta per quanto capitato negli ultimi dodici mesi.

Chiesa e Vlahovic: i motivi per essere ottimisti

Così come gli stessi Chiesa e, soprattutto, Vlahovic devono sincronizzare meglio i loro movimenti, perché il serbo è spesso nel posto o con la postura sbagliata (e il penalty calciato male non è un peccato veniale). Ma sia l’azzurro che il serbo combattono e dimostrano una vitalità che spazza via la frustrata apatia dell’anno passato e che consente di coltivare un certo ottimismo per la stagione. Il gol segnato da Chiesa, in particolare, è la conferma di una fame quasi rabbiosa, carburante indispensabile per il salto di qualità e per lottare ai vertici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pogba e il gesto di Danilo

Ci sarebbe anche Pogba, che ieri aveva pure segnato un gol molto bello (annullato per uno di quei fuorigioco di centimetri che stanno rovinando il gioco del pallone): la grande speranza di rivedere il fenomeno di un tempo viene ancora una volta frustrata da un infortunio (da verificare oggi), se si parla di potenziale ancora da esprimere, Pogba ne è l’icona, ma il timore è di non poter riporre troppe speranze. È un mistero, o forse no, ma senza dubbio è tutto tranne che una certezza. Allegri, quindi, ha molto da lavorare, ma ha pure presupposti ottimi sui quali insistere, un clima più elettrico, un entusiasmo che sta crescendo e una compattezza ben rappresentata dal gol del capitano Danilo.

Un numero sei con la fascia che segna un gol nel giorno in cui si ricorda il numero sei per eccellenza, Gaetano Scirea, che di gol come quelli di Danilo ne ha segnati tanti in carriera, proprio perché - come Danilo - spesso era il più reattivo in area di rigore. La Juventus storicamente è sempre stata una squadra di uomini prima ancora che di campioni (e i suoi campioni sono spessissmo stati uomini), Danilo sta certamente percorrendo il solco di illustri predecessori, per quello che fa in campo e per quello che dice fuori, con quella faccia da persona seria e i gesti asciutti (come regalare la sua maglia a Riccardo, figlio di Gaetano, che lavora nello staff di Allegri). E, nella stagione nella quale la Juventus deve ritrovare se stessa, è tutt’altro che un dettaglio.

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La Juventus non ha ancora la facilità di gioco del Milan e dell’Inter, conquista i gol con fatica e non regala quel senso di superiorità delle milanesi, ma è solida, smaniosa di crescere e con enormi potenzialità ancora inespresse che possono, alla lunga, fare la differenza. Contro l’Empoli non si è rivista la squadra effervescente di Udine, ma sono evidenti i progressi rispetto alla scorsa stagione: la Juventus non si abbassa più, non subisce e non soffre, anzi attacca, prova a difendersi un po’ più alta, verticalizza maggiormente.

Insomma, fa tutte le cose giuste, ma non sempre nel modo giusto. L’intesa fra centrocampisti e attaccanti, per esempio, è da sincronizzare, perché gli scatti di Vlahovic e, soprattutto, di Chiesa andrebbero sfruttati meglio, soprattutto nelle partite che si bloccano a centrocampo. Ogni tanto sembra mancare un po’ di qualità, perché andrebbe canalizzata meglio la determinazione agonistica, con la quale la squadra sembra quasi cercare vendetta per quanto capitato negli ultimi dodici mesi.

Chiesa e Vlahovic: i motivi per essere ottimisti

Così come gli stessi Chiesa e, soprattutto, Vlahovic devono sincronizzare meglio i loro movimenti, perché il serbo è spesso nel posto o con la postura sbagliata (e il penalty calciato male non è un peccato veniale). Ma sia l’azzurro che il serbo combattono e dimostrano una vitalità che spazza via la frustrata apatia dell’anno passato e che consente di coltivare un certo ottimismo per la stagione. Il gol segnato da Chiesa, in particolare, è la conferma di una fame quasi rabbiosa, carburante indispensabile per il salto di qualità e per lottare ai vertici.

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