TORINO - Ormai la casistica è talmente ampia e ricca che si può parlare tranquillamente di romanzo. Perchè di solito i romanzi, di pagine, ne offrono in maniera copiosa: si parte mediamente da 300 per andare in su. A scanso di equivoci non si tratta di un romanzo rosa, di quelli mielosi pieni di speranze, attese ed effusioni. Si tratta infatti del romanzo che riguarda sì una Signora, la Vecchia Signora, ovvero la Juventus e racconta del suo rapporto contrastato - diciamo così per usare un eufemismo - con la giustizia sportiva. Che per i tifosi non significa solo le legnate che sono arrivate dalla Corte federale d’appello con i 15 punti di penalità ora rientrati sotto forma di “surgelati” dal Collegio di garanzia dello sport presso il Coni o le decisioni degli arbitri e il Var - il gol annullato a Milik contro la Salernitana è stato il capolavoro dell’assurdo o se si preferisce dell’ingiustizia - costato la bellezza di due punti sicuri visto che la decisione beffa arrivò a ridosso del triplice fischio.
La decisione del Giudice Sportivo
E allora ad arricchire il romanzo di un capitolo non fondamentale per la struttura del racconto ma comunque chiamiamolo “di colore” ecco l’ultima decisione del Giudice sportivo fresca di ieri, che fa ulteriormente riflettere. E qui non si tratta di difendere a spada tratta per partito preso qualcuno o qualcosa ma solo prendere atto che quel simbolo della bilancia che accompagna la parola giustizia nelle aule di tribunale forse bisognerebbe sostituirlo con il cartoncino arancione degli “imprevisti” con cui si animano le partite del Monopoli. Perchè quasi mai accade ciò che uno potrebbe logicamente aspettarsi. Procediamo per ordine, seguendo quello cronologico e raffrontando due situazioni piuttosto analoghe e quindi omogenee, successe all’Allianz Stadium, ovvero in casa della Juventus.