«Almanacchi, almanacchi nuovi». Il venditore di Giacomo Leopardi prometteva un anno felicissimo, molto più felice dell’anno precedente. Non offriamo tanto, ma qui ci sono comunque cinque idee da tenere a mente per orientarsi nei prossimi dodici mesi. Il tempo corre veloce dal 2000 in poi: negli ultimi vent’anni sono cambiate più abitudini di quante ne fossero cambiate nel secolo scorso. Prendete, per esempio, l’Intelligenza Artificiale di cui si è parlato, forse straparlato, nell’ultimo anno, potrebbe smettere di essere un “argomento”, trattato in modo superficiale e sensazionalistico dai giornali, per diventare una vera compagna di lavoro per molti di noi.
Lo sport non farà eccezione e offrirà sempre spazio per applicazioni pratiche del nuovo modo di utilizzare l’immensa mole di informazioni e dati che abbiamo, così grande da essere in certi casi un mare non navigabile da un semplice essere umano. Disumanizzerà lo sport? No, perché finché ci saranno dei Bellingham, rimarrà la poesia a prevalere sui big data. E il giovane Jude potrebbe diventare il prossimo re del calcio mondiale a dimostrazione che non conta l’età quanto il talento è così scintillante. Inevitabile che nel giro dei prossimi dodici mesi verrà girato un documentario su di lui: è il nuovo modo di raccontare lo sport.
Anzi è il modo con cui lo sport sta cercando di sopravvivere nel mondo dell’intrattenimento che prima dominava, mentre ora ne è dominato. Per attirare l’attenzione delle nuove generazioni serve una storia e dei protagonisti. La prima la scrivono sceneggiatori sempre più bravi, i secondi si trovano sui social, il nuovo campo di gioco per gli sportivi. E negli Stati Uniti inizia a crescere il fenomeno di chi, pur senza aver ancora vinto nulla o combinato qualcosa di significativo nella sua disciplina sportiva, guadagna già come un campione del mondo, perché ha 4 milioni di follower. Merito della personalità e della capacictà di metterla in mostra. Lo sport è ancora questo oggi: è un male o è un bene? Decidetelo voi, magari studiando bene gli schieramenti (l’età cambia la posizione). Il futuro tanto va per i fatti i suoi.