La sala dove sono esposte le quattordici Champions League vinte dal Real Madrid è la sagrestia della cattedrale del calcio mondiale che porta il nome di Santiago Bernabeu. Un luogo laicamente sacro per qualsiasi appassionato, non solo per i tifosi madridisti. Quelle coppe sono ora temporaneamente nel centro sportivo di Valdebebas, in attesa che finisca la mastodontica ristrutturazione dello stadio, ma l’effetto è lo stesso abbacinante per chi entra e si trova davanti all’imponente sfilata di argento che intimidisce. Lo stesso Florentino Perez, quando entra nella stanza, passa in rassegna i trofei con uno sguardo in cui è difficile trovare il confine fra amore e orgoglio. È davanti alla bacheca più ricca del mondo che gli consegniamo il “Golden Boy Best President”: Perez scorre i nomi dei membri della nostra giuria e sospira: «Sapere che autentiche leggende del football abbiano votato per me rende questo premio ancora più importante e me ancora più orgoglioso».
Presidente Perez, premiando lei ci sembra di premiare la storia del Real Madrid, ma è indubbio che la scorsa stagione sia stata particolarmente speciale.
«Questo è infatti un premio che onora la storia del Real Madrid prima di me. È un orgoglio che mi consegniate un riconoscimento così prestigioso. Sinceramente è stata una stagione magica, che ricorderemo per sempre una delle migliori della storia, perché abbiamo vinto praticamente tutto. E, soprattutto, abbiamo conquistato la Champions in un modo spettacolare, battendo nell’ordine prima il Psg, poi il Chelsea, poi il City e il Liverpool in finale. E poi ci sono state le notti magiche del Bernabeu quando sembrava avessimo perso la qualificazione al turno successivo, ma all’improvviso si è verificato un vero miracolo: l’unione fra i tifosi e i giocatori, così in situazioni limite come contro il City, nella quale dovevamo rimontare due gol e mancavano due minuti, ma poi abbiamo ribaltato la partita. E questo fa parte del DNA del Real Madrid, il Real Madrid non si arrende mai».
A chi dedica questo premio?
«A tutti i tifosi del Real Madrid che sono moltissimi in tutto il mondo, ne abbiamo cento milioni in tutti i continenti, cinquecento milioni ci seguono sui social. È un club universale e tutti gli appassionati del mondo ci conoscono, anche solo per una grande partita. Nel magico sport del calcio ci si può emozionare anche per una sola partita».
Siamo in una stanza piena di trofei, è ancora emozionato a riceverne uno?
«Noi iniziamo tutte le stagioni come se non avessimo vinto nulla in quella precedente. Questo (indica il Golden Boy Best President) è il primo trofeo di questa stagione e lo mettiamo in bacheca con la speranza che i nostri tifosi siano felici anche di questo trofeo. Ogni trofeo per me, comunque, è come se fosse il primo che vinciamo».