Barcellona, il giudice Aguirre non ha dubbi
Dalla sua il giudice Aguirre non ha dubbi: «Questi pagamenti hanno generato gli effetti arbitrali desiderati dal Barcellona e, quindi, deve per forza esserci stata una disuguaglianza nel trattamento rispetto alle altre squadre e la conseguente corruzione sistemica di tutto il collettivo arbitrale spagnolo». La convinzione è tanta e tale che, sempre ieri mattina, la Guardia Civil ha perquisito la sede del Cta. A indurre il giudice a questa conclusione c'è anche il fatto che quando Negreira ha concluso il proprio lunghissimo mandato di numero due degli arbitri spagnoli, il Barça ha rinunciato ai suoi servizi, provocando la sua furiosa reazione: «Inviò una lettera intimidatoria all'ex presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, dicendogli che se non avessero continuato a pagarlo avrebbe rivelato tutta una serie di illeciti che avrebbero potuto danneggiare gravemente il club. Una lettera dalla quale si capisce che Negreira era a conoscenza del fatto che si erano verificati degli illeciti a favore del Barça».
E mentre Xavi si è fatto vedere scocciato, come se la cosa non lo riguardasse, fonti interne al club hanno assicurato che il presidente Joan Laporta è «tranquillo» e che quello delineato dal giudice era «uno scenario al quale i nostri legali si stavano già preparando». E la verità è che il Barça deve essere pronta a ingaggiare una battaglia su più fronti, perché potrebbe tornare in scena anche la Uefa che lo scorso 27 luglio aveva ammesso il Barcellona in Champions League in maniera «provvisoria» riservandosi il diritto di «confermare o cambiare» la propria decisione alla luce delle novità giudiziarie. E quelle arrivate sono tutt’altro che positive per i catalani. Detto questo, il massimo organismo del calcio continentale difficilmente farà la propria irruzione in scena prima della sentenza definitiva.
Barcellona, scandalo arbitri: c'è la denuncia della Procura per corruzione