Sin dalla sera della festa scudetto al San Paolo, quando le parole di Giuntoli sono suonate per tutti un discorso di addio con tanto di omaggio perpetuo a De Laurentiis, che lui stesso ha elevato a dominus incontrastato del regno calcistico (ma mica solo) di Napoli: «Ringrazio l’ad Chiavelli e il presidente De Laurentiis, mi hanno cambiato la vita e a loro sarò sempre riconoscente. Volevo ringraziare tutta la sua famiglia, se Aurelio mi ha trattato come un figlio, Edoardo mi ha trattato come un fratello nel condividere la quotidianità. Lo stesso con Luigi e Valentina. Ci tenevo in particolare a ringraziare Giuseppe Pompilio, la mia famiglia, mio figlio Alessandro nato poco più di un anno fa e mio papà che non c’è più, ha sempre creduto in me. E l’ultima cosa, al popolo napoletano: non vi preoccupate del futuro, io sono qua da 8 anni e sento sempre parlare di chi va via o rimane, ma nelle mani di Aurelio De Laurentiis non ci saranno mai problemi, sarà sempre un grande Napoli». Già, chi va e chi rimane...
Altro segnale tutt’altro che secondario è emerso dalla sua assenza alla cena del 12 maggio tra lo stesso De Laurentiis, Luciano Spalletti e l’amministratore delegato Chiavelli che si sono incontrati in un prestigioso ristorante del capoluogo partenopeo per discutere del futuro del Napoli, non solo di quello del tecnico. Per lo meno curioso che, mentre si affrontano fondamentali questioni di mercato, non sia presente il professionista che proprio di questo si occupa. Una assenza fragorosa, dunque, che però non ha indispettito Giuntoli: a Napoli lo descrivono più sereno che mai.