Berardi, la Juve e... Allegri
Dieci anni fa quasi esatti, 2 settembre 2013: Berardi aveva da poco compiuto 19 anni e pochi mesi prima aveva trascinato il Sassuolo alla promozione in Serie A con 11 gol e 6 assist. In cambio della sua comproprietà la Juve cedette al Sassuolo quella di Marrone, lasciando entrambi in neroverde. E in neroverde Berardi impresse una svolta alla storia bianconera, senza immaginarlo: il 12 gennaio 2014 firmò tutti i gol emiliani in Sassuolo-Milan 4-3, che portò all’esonero di Massimiliano Allegri. Che sei mesi più tardi si trovò così libero di accettare la panchina bianconera, offertagli da Andrea Agnelli dopo le dimissioni di Antonio Conte.
E proprio Allegri Berardi avrebbe trovato come tecnico, se avesse accettato quel trasferimento a Torino nell’estate 2016. Un no certo non dettato dal timore di ritorsioni da parte dell’allenatore per quei quattro gol di un anno e mezzo prima, né dal tifo interista di Domenico. Decisivo fu il timore di non trovare spazio in una squadra in cui in attacco sgomitavano Cuadrado, Dybala, Mandzukic, Higuain e un Pjaca rivelazione dell’Europeo appena disputato in Francia.