Juve, il futuro è adesso: Carnesecchi il dopo Szczesny? Occhio ai nomi

Il polacco ha già manifestato la disponibilità a spalmare l’ingaggio per un contratto fino al 2028. L’italiano piace, l’Atalanta spara alto. Ci sono alternative

TORINO - Nel calcio “di sostanza” e poca chiacchiera vigeva una regola aurea: una squadra che funzioni deve poter contare su un asse centrale di assoluta affidabilità. Il portiere, il centrale di difesa, il regista metodista e la prima punta. Intorno, poi, ci si costruisce tutto il resto, ma è da quel perno che si deve partire. Nel caso della Juventus vale la pena cominciare l’analisi a partire dal portiere, e non certo per questioni di affidabilità, quanto per le incipienti dinamiche contrattuali. Per una singolare coincidenza, infatti, tutti e tre i portieri in rosa - Wojciech Szczesny, Mattia Perin e Carlo Pinsoglio - andranno a scadenza nel giugno del 2025: inevitabile che si cominci già fin d’ora a ragionare sulle strategie. Il tema principale riguarda ovviamente il polacco e non solo per la sua indiscussa titolarità, ma anche per l’ingaggio di 6,5 milioni netti che non rientra più nei parametri di revisione della spesa avviato dalla società.

Szczesny, Perin e Pinsoglio: la situazione

L’intenzione di “Tek” - così i compagni si rivolgono al collega polacco - è quello di restare alla Juventus e così ha già aperto alla disponibilità di “spalmare” il contratto fino al 2028 quando, all’età di 38 anni, sarà ormai a fine carriera. La sua conferma, al di là dell’affidabilità tecnica, può essere letta anche in chiave allenatore, visto che il polacco è uno dei fedelissimi di Allegri e che il tecnico lo considera assai importante negli equilibri del gruppo. È altrettanto evidente, però, che la Juventus dovrà attrezzarsi per il futuro, perché tanto Perin quanto Pinsoglio hanno superato la trentina e la necessità di svecchiare il reparto con un acquisto di prospettiva è nell’ordine delle cose. E qui cominciano le valutazioni perché, sebbene si avvicini la necessità di allungare la rosa in considerazione del maggior numero (e della maggiore difficoltà) delle partite in arrivo, è evidente che sia complesso scegliere un portiere di prima fascia che arrivi con la prospettiva di accomodarsi in panca come “secondo” di Szczesny.

Occhio Juve, chi scade nel 2025

Juve, il portiere del futuro

Sì, perché è noto da tempo come la Juventus si stia guardando intorno alla ricerca di un portiere di prospettiva e che il preferito risponda al nome di Marco Carnesecchi che, con i suoi 23 anni e la conferma delle proprie qualità tra i pali dell’Atalanta, rappresenta sicuramente il profilo adatto per portare a casa una garanzia quasi decennale tra i pali. Il problema non è sicuramente tecnico, quindi, bensì legato alla valutazione che i bergamaschi fanno del suo cartellino: non si discute per meno di 40 milioni.

Una cifra impegnativa e considerata anche un poco fuori mercato visto che, per esempio, l’Empoli ha incassato 20 milioni (più bonus) dal Tottenham per Guglielmo Vicario, che ora è il vice di Donnarumma in Nazionale. Poi sì, Carnesecchi piace assai e ci sono dinamiche che lo avvicinano all’orbita bianconera, come quella del cambio di procuratore: si è da poco affidato ad Alessandro Lucci che in bianconero controlla già Kostic, Kean e... Perin a favorire un incrocio di mercato abbastanza suggestivo. 

I nomi delle alternative Juve

Se la Juve decidesse di investire pesantemente su un portiere, poi, bisogna fare attenzione anche al 24enne Diogo Costa, estremo difensore del Porto e della Nazionale portoghese. Impresa non semplice, però, visto che il club gli ha appena rinnovato il contratto alzando la clausola rescissoria a 65 milioni di euro, una cifra che ha frenato pure il Manchester United. Da registrare anche le voci su Michele Di Gregorio del Monza, ma la sensazione è che se i rinnovi degli attuali portieri in rosa (almeno quelli di Szczesny e di Perin) dovessero andare in porto, la Juventus cercherebbe un giovane di prospettiva da far crescere all’ombra del polacco per poi raccoglierne l’eredità.

TORINO - Nel calcio “di sostanza” e poca chiacchiera vigeva una regola aurea: una squadra che funzioni deve poter contare su un asse centrale di assoluta affidabilità. Il portiere, il centrale di difesa, il regista metodista e la prima punta. Intorno, poi, ci si costruisce tutto il resto, ma è da quel perno che si deve partire. Nel caso della Juventus vale la pena cominciare l’analisi a partire dal portiere, e non certo per questioni di affidabilità, quanto per le incipienti dinamiche contrattuali. Per una singolare coincidenza, infatti, tutti e tre i portieri in rosa - Wojciech Szczesny, Mattia Perin e Carlo Pinsoglio - andranno a scadenza nel giugno del 2025: inevitabile che si cominci già fin d’ora a ragionare sulle strategie. Il tema principale riguarda ovviamente il polacco e non solo per la sua indiscussa titolarità, ma anche per l’ingaggio di 6,5 milioni netti che non rientra più nei parametri di revisione della spesa avviato dalla società.

Szczesny, Perin e Pinsoglio: la situazione

L’intenzione di “Tek” - così i compagni si rivolgono al collega polacco - è quello di restare alla Juventus e così ha già aperto alla disponibilità di “spalmare” il contratto fino al 2028 quando, all’età di 38 anni, sarà ormai a fine carriera. La sua conferma, al di là dell’affidabilità tecnica, può essere letta anche in chiave allenatore, visto che il polacco è uno dei fedelissimi di Allegri e che il tecnico lo considera assai importante negli equilibri del gruppo. È altrettanto evidente, però, che la Juventus dovrà attrezzarsi per il futuro, perché tanto Perin quanto Pinsoglio hanno superato la trentina e la necessità di svecchiare il reparto con un acquisto di prospettiva è nell’ordine delle cose. E qui cominciano le valutazioni perché, sebbene si avvicini la necessità di allungare la rosa in considerazione del maggior numero (e della maggiore difficoltà) delle partite in arrivo, è evidente che sia complesso scegliere un portiere di prima fascia che arrivi con la prospettiva di accomodarsi in panca come “secondo” di Szczesny.

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