Fonseca, il Milan che si avvicina e i tre nodi da sciogliere

La piazza rossonera è già scettica sull'ex Roma che ha davanti a sé una strada rossonera in salita: ecco perché

MILANO - Più passano i giorni e più Paulo Fonseca si avvicina alla panchina del Milan con Mark van Bommel, in uscita dall’Anversa, ormai unico inseguitore. L’allenatore portoghese, che dovrebbe firmare un contratto di due anni più opzione da 3-3.5 milioni a stagione, è ancora nella fase in cui non ha dato una risposta finale al Lille, ma pare evidente che il suo destino – salvo clamorosi ribaltamenti della sceneggiatura – sia quello di tornare in Italia e sedersi sulla panchina rossonera. Una scelta che non farà impazzire la piazza, basta leggere i commenti sui social per capire come il tifoso milanista si aspettasse un nome di grido o di prima fascia per il dopo Stefano Pioli, ma che ha messo tutti d’accordo all’interno della stanza dei bottoni di via Aldo Rossi. La dirigenza, con questa scelta, sarà chiamata a una ricostruzione del rapporto con buona parte dei tifosi, che sicuramente non sprizzano gioia da tutti i pori.

Fonseca e i tre nodi da sciogliere 

Fonseca, dunque, dovrebbe iniziare la sua avventura al Milan in mezzo a un clima di forte scetticismo attorno a lui e mettere mano a una delle tre spine pungenti di questa fase storia del Milan, ovvero quella del rapporto con i propri supporters. Dovrà farlo attraverso una comunicazione efficace e comprovata dai fatti, con un gioco che sappia dare nuovo entusiasmo ad un popolo assuefatto da quanto visto negli ultimi sei mesi e, di conseguenza, dovrà portare risultati immediati. Perché la spada di Damocle che pende su Fonseca e, di riflesso, anche su chi lo ha scelto è proprio l’aspetto dei risultati. Il Milan dovrà puntare a ridurre il gap dall’Inter e a contendergli lo scudetto, senza mai dimenticare che c’è una Juventus in piena fase di ristrutturazione e che potrebbe essere più competitiva rispetto alle ultime stagioni. Se le cose dovessero andar male, tenere a bada l’insoddisfazione di massa sarà praticamente impossibile.

Il secondo aspetto sul quale il nuovo allenatore dovrà lavorare è quello degli infortuni. Questo ambito è stato uno dei capi d’accusa della gestione Pioli, con decine e decine di problemi muscolari e tendinei che hanno condizionato le ultime tre stagioni. Qui molti si aspettano un miglioramento sensibile, perché non sarà tollerata una nuova ecatombe di giocatori in infermeria, con conseguenti problemi legati alla competitività della squadra. La terza e ultima spina è quella della fase difensiva. Il Milan è stato troppo permeabile e ha preso troppi gol, specie in campionato, e questo aspetto ha portato al lasciare per strada troppi punti che hanno formato il gap con l’Inter.

Milan, saluti a Pioli

Sarà un lavoro duro e complicato quello che aspetta il nuovo allenatore del Milan mentre per quanto concerne Stefano Pioli, le prossime 24-48 ore saranno quelle delle comunicazioni definitive in merito alla sua separazione dal Milan. Ieri sono circolate voci relative a comunicazioni già effettuate, da parte della dirigenza, all’entourage dell’allenatore (Valerio Giuffrida) ma, al momento, non ci sarebbero conferme totali su questo aspetto né su come si interromperà il rapporto ovvero se ci sarà un esonero o se le parti troveranno un accordo per transare l’uscita di Pioli e del suo staff che, attualmente, pesano per circa 11 milioni lordi sulle casse del club. Di sicuro c’è che sabato sera l’allenatore che ha portato lo scudetto numero 19 nella bacheca milanista vivrà la sua ultima partita in panchina e riceverà il meritato saluto da parte dello stadio e della Curva, che saluterà anche Olivier Giroud e Simon Kjaer.

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