Sì Torino, è un Buongiorno! La felicità di Juric

Il difensore ha deciso: niente Atalanta, troppo forte il richiamo della maglia granata. La decisione nella notte di ieri dopo giorni di travaglio: Ale non se la sente di lasciare adesso il club in cui è cresciuto

Il travaglio ha partorito la scelta più bella, per i tifosi del Toro nonché per Juric che al centro della difesa granata potrà continuare a puntare su Alessandro Buongiorno. Vicinissimo all’Atalanta, anzi a un certo punto più nerazzurro che torinista, prima di bloccare la trattativa che i due club avevano definito. Un affare slegato da quello che ha portato Soppy e Zapata al Toro: il francese ha svolto le visite mediche ieri, l’agente del colombiano, Fernando Villarreal, ha confermato che il centravanti le sosterrà quest’oggi.

Tornando a Buongiorno, il bambino che in granata si è fatto uomo ha assunto la responsabilità della scelta ieri notte dopo l’una, e al termine della cena consumata dal suo agente Riso assieme al ds dei nerazzurri D’Amico: ha ringraziato l’Atalanta, ma declinato la proposta non ritenendo maturi i tempi del distacco dal cordone ombelicale.

Buongiorno resta al Torino! I dettagli sulla scelta del talento granata

Il legame con il Torino

Troppo fresco il rinnovo di contratto - a metà luglio con scadenza 2028 - troppa la voglia di essere in futuro capitano, nonostante capitano lo sia già stato assieme a Rodriguez, lo svizzero che ha raccolto l’eredità di Belotti e poi Lukic. Troppa, per farla breve, la voglia di continuare a vestire quella maglia granata che sognava prima dell’età scolastica e che ha iniziato a indossare dagli otto anni. Sì, nella volontà manifestata ieri notte c’è stato il ragionamento di un giovane uomo di 24 anni che, però, ha lasciato emergere un sentire maturato quando lo sguardo gli restituiva un mondo molto più grande. E grande è la forza di un no alla partenza che è un sì a un’idea, il Toro, che Buongiorno vivifica in un frangente storico nel quale accordarsi al proprio sentire, e mantenersi coerenti con esso, non è facile.

Toro, la giornata di Buongiorno tra campo e decisioni sofferte

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Il no all'Atalanta

Non ha rinunciato ai soldi dei sauditi o alla potenza di un Barcellona, però ha quanto meno rimandato la possibilità di aumentare in maniera consistente lo stipendio e contestualmente giocare le coppe. L’Atalanta ha messo sul piatto 1,4 milioni che sarebbero aumentati di stagione in stagione, e a Buongiorno avrebbe garantito la stessa durata del contratto in essere con il Torino. Che ha atteso e sperato fino all’ultimo di monetizzare dalla cessione del centrale, come i nerazzurri hanno confidato di portarlo a Bergamo. Gli uni e gli altri si sono arresi soltanto dopo aver compreso che la posizione del giocatore era inscalfibile. Non legata a perplessità circa il passaggio alla corte di Gasperini, ma sorta dal desiderio di restare in granata. Lo stesso tecnico dell’Atalanta si è speso in prima persona, per far sì che Buongiorno decidesse di passare all’Atalanta. Arrestandosi dopo che l’apertura del difensore è rievoluta in dubbio e quindi fiorita in quel no che è un sì al Toro. Ovviamente Gasperini, come il ds D’Amico e la proprietà, vogliono soltanto elementi pienamente convinti di passare in una società che da anni ha armonizzato le ambizioni con i risultati.

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La soddisfazione di Juric

A differenza di un club granata che, in aggiunta, resta fortemente scottato dal caso Buongiorno: Cairo ha dato l’avallo a una cessione che non si è concretizzata soltanto in virtù del rifiuto del difensore. In proposito, a questo punto non è affatto da escludere la possibilità che venga ceduto Schuurs (una perdita che sarebbe tecnicamente dolorosa, ma che avrebbe tutt’altro impatto rispetto alle conseguenze della rinuncia a Buongiorno). Così non fosse, e se anche il resto della rosa fosse confermato, congelando le intenzioni la situazione sarebbe ideale. Juric - passato in un batter d’ali da una palese arrabbiatura alla soddisfazione - cristallizzerebbe una difesa con due pezzi da novanta quali Buongiorno e Schuurs, in più godendo del bomber, cioè Zapata, in grado di risolvergli il problema del gol. Dietro Buongiorno, intanto, c’è una famiglia che lo appoggia e sostiene rispettandone le volontà: appresa la notizia della conferma nel Toro, gli affetti del giocatore si sono immediatamente spesi per accoglierne la scelta. Sintomo della piena fiducia che nutrono nei suoi confronti, e che contribuisce profondamente a strutturare la personalità di Alessandro. Il quale si regala onore e onere - quasi quattro mesi fa concessogli con totale stima da Rodriguez - di rileggere i nomi dei Caduti a Superga, il prossimo 4 maggio. Nonché un’altra stagione trascorsa al centro del Toro e nel cuore di una tifoseria per la quale da beniamino assurge a icona laica. È un gran bel Buongiorno, quello che si rivolgono i tifosi granata.

Zapata al Toro, la conferma del preparatore

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Il travaglio ha partorito la scelta più bella, per i tifosi del Toro nonché per Juric che al centro della difesa granata potrà continuare a puntare su Alessandro Buongiorno. Vicinissimo all’Atalanta, anzi a un certo punto più nerazzurro che torinista, prima di bloccare la trattativa che i due club avevano definito. Un affare slegato da quello che ha portato Soppy e Zapata al Toro: il francese ha svolto le visite mediche ieri, l’agente del colombiano, Fernando Villarreal, ha confermato che il centravanti le sosterrà quest’oggi.

Tornando a Buongiorno, il bambino che in granata si è fatto uomo ha assunto la responsabilità della scelta ieri notte dopo l’una, e al termine della cena consumata dal suo agente Riso assieme al ds dei nerazzurri D’Amico: ha ringraziato l’Atalanta, ma declinato la proposta non ritenendo maturi i tempi del distacco dal cordone ombelicale.

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Il legame con il Torino

Troppo fresco il rinnovo di contratto - a metà luglio con scadenza 2028 - troppa la voglia di essere in futuro capitano, nonostante capitano lo sia già stato assieme a Rodriguez, lo svizzero che ha raccolto l’eredità di Belotti e poi Lukic. Troppa, per farla breve, la voglia di continuare a vestire quella maglia granata che sognava prima dell’età scolastica e che ha iniziato a indossare dagli otto anni. Sì, nella volontà manifestata ieri notte c’è stato il ragionamento di un giovane uomo di 24 anni che, però, ha lasciato emergere un sentire maturato quando lo sguardo gli restituiva un mondo molto più grande. E grande è la forza di un no alla partenza che è un sì a un’idea, il Toro, che Buongiorno vivifica in un frangente storico nel quale accordarsi al proprio sentire, e mantenersi coerenti con esso, non è facile.

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