Inter, Dimarco il colpo mancino
L'atmosfera è pazzesca al Meazza, da brividi (75.491 i presenti). Un mercoledì di Coppa Italia, ma sembra Champions. E i protagonisti sono tutti di alto profilo, in campo e in panca. L'avvio è dell'Inter, con Calha che manovra e la Juve che si chiude a riccio, troppo per i gusti dei tifosi. Al 3' prima Lautaro poi Dzeko: bucano entrambi. E son subito... botte. Al 15' da Barella a Dimarco che sfonda d'esterno: gol Inter. E per la Juve arrugginita gara in salita. I bianconeri reagiscono, Dzeko diventa stopper libera tutto. A questo punto alla squadra di Allegri non bastano più le ripartenze, va riscritto il piano di gioco. Sempre che ci sia. Da Alex Sandro a De Sciglio che di testa fa la barba al palo: una prima buona occasione. Sale di tono il match, ma i ritmi non sono impossibili. Al 32' Lautaro spara in cielo un pallone invitante per il raddoppio. Dall'altra parte Kostic impegna Onana in angolo. Il problema è che la Juve rischia sempre le ripartenze, scoprendosi. Ancora Lautaro, bravo Perin a terra. Insomma, solo Inter e quasi niente Juve: il primo tempo si chiude così.
Di Maria e Chiesa, sveglia o son guai
Palla indietro e ricominciare: questo il motivo principale dei bianconeri. Però ora serve la scossa, per ribaltare l'Inter. O in finale ci andranno i nerazzuri. Milik per Kostic e finalmente qualcuno al centro per tenere la palla in avanti. Vlahovic è lassù sugli spalti, bloccato dalla caviglia. Miretti è il primo che ci prova ma tira alle stelle. Poi Locatelli con poca forza. Dzeko in fuorigioco segna: non vale, ovvio. Giallo per Locatelli, è il primo ammonito del match. Regna la confusione fra i bianconeri, servirebbe un'invenzione per dare la scossa e un po' di morale. Ecco Paredes per Locatelli, non certo in una gran serata, come gran parte dei compagni però. E a bordo campo è pronto Lukaku (con Brozovic), altra minaccia per la Vecchia Signora. Oltre al solito Martinez cui manca sempre il centimetro. Danilo per Bonucci, staffetta da capitani e Leo un po' si adira: avrebbe gradito stare ancora in campo, almeno un po'. Grandissimo Perin su Mkhitaryan da due passi e la Juve si salva al 73'. Di Maria ribatte: centrale. Esce Lautaro, dentro Correa; cambio anche tra Dimarco e Gosens. Ed è il momento di Pogba: «Più alto», gli urla Allegri indicandogli la posizione dietro Milik. Bisogna offendere, non c'è nulla da difendere: la sintesi. Eppure la squadra non si smuove dal solito tran tran nel derby d'Italia. Zero fantasia, zero gol, zero Juve.