Al Teatro Cucinelli di Solomeo, in occasione dell'evento in cui si annuncia la lista dei 25 finalisti per il Golden Boy, si è presentato anche Beppe Marotta. L'attuale direttore generale dell'Inter ha toccato diversi temi, tra cui la sua carriera da dirigente dagli inizi fino ad oggi: "Da ragazzo abitavo vicino allo stadio di Varese, quel Varese in cui c’era un presidente che era un modello di riferimento. Sin da piccolo volevo fare questo mestiere, come giocatore ero scarso. La mia carriera? Dopo Varese, vado al Monza. Vendetti la prima metà di Casiraghi alla Juve con Boniperti presidente. Ero giovane, avevo 30 anni. Mi sono trovato in difficoltà, ho detto al presidente 'Faccia lei il prezzo perché non riesco a dirlo'. Ed è stato veramente bravo, mi ha trattato bene. Poi Como, Ravenna, Venezia dove ho avuto la fortuna di riportare la squadra in A dopo 35 anni".
Marotta: la Juve, Pogba, Vidal, Higuain e Agnelli
Ripercorrendo alcune tappe della sua carriera, Marotta si è soffermato anche sulle operazioni effettuate da amministratore delegato della Juventus: "Vidal è una eccezione, riusciva fisicamente ad avere un motore che gli faceva sopportare delle serate “diverse”, in campo dava tutto. Trattativa difficile in uscita? Quella di Pogba. Lunga e onerosa, è durata tre giorni filati, chiusi in albergo con i dirigenti del Manchester United. Contemporaneamente abbiamo preso Higuain, bisognava però prima cedere Pogba perché non potevo prenderlo senza prima aver ceduto Paul. Avevo chiesto l’autorizzazione a procedere ad Agnelli, è stato un po’ rischioso. Gonzalo poteva andare al Barcellona”. Sul rapporto con Agnelli e non solo: "Ho avuto la fortuna di lavorare sempre con presidenti diversi, da Zamparini a Garrone e Agnelli. Devo dire che da ognuno di questi ho appreso qualcosa che arricchisce il mio bagaglio che ritengo pieno di esperienza”.