Thuram, like a Calhanoglu. E anche la moglie di Inzaghi: tutti contro Lautaro

Il centrocampista turco risponde duramente via social dopo le forti dichiarazioni del compagno post eliminazione dal Mondiale per Club

MILANO - L'Inter ha salutato il Mondiale per Club, sconfitta agli ottavi dal Fluminense, ma i nerazzurri rimangono sotto i riflettori per il caso Calhanoglu. Il centrocampista turco è al centro dei rumors di mercato che lo vedrebbero spingere per tornare in Turchia e vestire la maglia del Galatasaray: voci e comportamenti del giocatore che non stanno piacendo ai suoi compagni di squadra. Infatti capitan Lautaro Martinez, post eliminazione contro il Fluminense, è stato molto duro e diretto verso il compagno con affermazioni condivise poi ribadite apertamente dal presidente Beppe Marotta.

Lautaro e Marotta: "Chi non vuole restare se ne vada"

L'argentino è stato molto chiaro anche senza fare nomi, e queste sono state le sue parole post-partita: "Qua bisogna voler stare, stiamo lottando per obiettivi: chi non vuole stare, deve andare via. Ho visto tante cose che non mi sono piaciute: come capitano, io voglio lottare per obiettivi e siamo una squadra importante. Abbiamo vinto e voglio continuare così: chi vuole restare, può restare mentre chi non vuole restare, arrivederci".
A fargli eco, e quindi a rafforzare il concetto, è stato il presidente nerazzurro, che ha ribadito le parole del suo capitano facendo però anche il nome di Calhanoglu: "L'intervento a caldo di Lautaro è emozionante e significativo del ruolo di capitano. Deve motivare e far perseguire il senso d'appartenenza. Quando un giocatore manifesterà di voler andare via, troverà la porta spalancata. Questo discorso, lo dico io, è riferito a Calhanoglu. Ma non mettiamogli la croce addosso, dobbiamo parlarci nelle prossime settimane e se vorrà andare lo ascolteremo. Lui si riferiva a questioni di questo tipo coi compagni, è uno sport di squadra"

 

 

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La risposta di Hakan: il quadro della situazione

Dopo l'intervento social della moglie in difesa del marito anche Calhanoglu stesso si è aperto su Instagram con un lungo messaggio di sfogo e chiarezza. Prima facendo il punto della situazione:

"Dopo l'infortunio nella finale di Champions League, abbiamo comunque deciso che partissi con la squadra per gli Stati Uniti. Essere li, anche senza poter scendere in campo, è stato importante per me.Volevo stare vicino al gruppo, dare il mio supporto. Purtroppo, durante un allenamento negli USA, ho riportato un altro infortunio - in una zona diversa. La diagnosi è stata chiara: uno strappo muscolare. Per questo non ho potuto giocare in questa competizione. Non c'è altro. Nessun retroscena. leri abbiamo perso. E fa male. L'ho vissuta con tristezza, non solo da calciatore, ma da persona che tiene davvero a questa squadra.
Nonostante l'infortunio, subito dopo il fischio finale ho chiamato alcuni compagni per far sentire il mio sostegno. Perché quando ci tieni, è quello che fai. Quello che mi ha colpito di più, però, sono state le parole arrivate dopo. Parole dure. Parole che dividono, non uniscono. In tutta la mia carriera non ho mai cercato scuse. Mi sono sempre preso le mie responsabilità. Ho giocato anche con il dolore. E nei momenti difficili, ho sempre cercato di essere un punto di riferimento. Non a parole, ma con i fatti."

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Il contrattacco di Calhanoglu 

Dopo aver spiegato la situazione ed espresso il rammarico per l'eliminazione il turco ha scoccato delle frecciate, sottolineando la sua fede nerazzurra:

"Rispetto ogni opinione - anche quella di un compagno, anche quella del presidente. Ma il rispetto non può essere a senso unico. L'ho sempre dimostrato, dentro e fuori dal campo. E credo che nel calcio, come nella vita, la vera forza stia proprio nel sapersi rispettare, soprattutto nei momenti più delicati. Non ho mai tradito questa maglia. Non ho mai detto di non essere felice all'Inter In passato ho ricevuto offerte - anche molto importanti. Ma ho scelto di restare. Perché so cosa rappresenta per me questa maglia. E pensavo che le mie scelte parlassero da sole.
Ho avuto l'onore di essere il capitano della mia nazionale. E li ho imparato che il vero leader è quello che resta accanto ai suoi compagni, non quello che cerca un colpevole quando è più facile farlo.
Amo questo sport. Amo questo club. E amo questi colori, per cui ogni giorno ho dato tutto. Il futuro? Lo vedremo. Ma la storia ricorderà sempre chi è rimasto in piedi. Non chi ha alzato di più la voce."

 

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Il like di...Thuram!?

Il lungo e duro sfogo social di Calhanoglu ha scosso l'ambiente nerazzurro anche perché sono apparsi dei like inaspettati. Infatti sotto al post sono arrivati i like di ex compagni come Arnautovic, della moglie di Simone Inzaghi ma soprattutto dell'attuale compagno in attacco Marcus Thuram!

 

 

 

 

 

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MILANO - L'Inter ha salutato il Mondiale per Club, sconfitta agli ottavi dal Fluminense, ma i nerazzurri rimangono sotto i riflettori per il caso Calhanoglu. Il centrocampista turco è al centro dei rumors di mercato che lo vedrebbero spingere per tornare in Turchia e vestire la maglia del Galatasaray: voci e comportamenti del giocatore che non stanno piacendo ai suoi compagni di squadra. Infatti capitan Lautaro Martinez, post eliminazione contro il Fluminense, è stato molto duro e diretto verso il compagno con affermazioni condivise poi ribadite apertamente dal presidente Beppe Marotta.

Lautaro e Marotta: "Chi non vuole restare se ne vada"

L'argentino è stato molto chiaro anche senza fare nomi, e queste sono state le sue parole post-partita: "Qua bisogna voler stare, stiamo lottando per obiettivi: chi non vuole stare, deve andare via. Ho visto tante cose che non mi sono piaciute: come capitano, io voglio lottare per obiettivi e siamo una squadra importante. Abbiamo vinto e voglio continuare così: chi vuole restare, può restare mentre chi non vuole restare, arrivederci".
A fargli eco, e quindi a rafforzare il concetto, è stato il presidente nerazzurro, che ha ribadito le parole del suo capitano facendo però anche il nome di Calhanoglu: "L'intervento a caldo di Lautaro è emozionante e significativo del ruolo di capitano. Deve motivare e far perseguire il senso d'appartenenza. Quando un giocatore manifesterà di voler andare via, troverà la porta spalancata. Questo discorso, lo dico io, è riferito a Calhanoglu. Ma non mettiamogli la croce addosso, dobbiamo parlarci nelle prossime settimane e se vorrà andare lo ascolteremo. Lui si riferiva a questioni di questo tipo coi compagni, è uno sport di squadra"

 

 

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