Lautaro attacca, Marotta spiega
L’argentino si è sfogato, messaggio forte, probabilmente corretto, però con toni forse sbagliati al momento sbagliato, con frasi che hanno indispettito pure la società che avrebbe preferito, come si suol dire, sciacquare i panni sporchi nel chiuso dello spogliatoio: «È un messaggio generale, dobbiamo lottare per obiettivi importanti (sms rivolto anche al mercato che imposterà il club? ndr). Per restare in alto dobbiamo avere voglia, essere gruppo come nell’anno della seconda stella. Il Mondiale era l’ultimo obiettivo che avevamo, ci abbiamo messo il cuore, io per primo, ad ogni allenamento. C’è una cosa che voglio dire: qua bisogna volerci stare, capito? Il messaggio è chiaro: chi vuole stare con noi, sta qui, chi non vuole, deve andare via, arrivederci. Non farò nomi, noi siamo qua a fare di tutto, ma ho visto tante cose che non mi sono piaciute». Il presidente Marotta ha cercato di spegnere il fuoco circoscrivendo le parole di Lautaro al nome di Calhanoglu, ma era evidente che l’argentino si riferisse a più compagni: «Una cosa che dico sempre: quando un giocatore vuole andare via e ce lo chiede le porte sono aperte; per ora però non c’è nessuno che ha manifestato concretamente questa intenzione. Questo discorso può essere riferito a Calhanoglu, lo dico io. Ma non serve tirare la croce su Hakan, parleremo con lui. Per adesso non ci sono i presupposti per separare le nostre strade, se ci saranno lo faremo senza problemi». Chivu ha preferito restare sullo sfondo («Anche io ho detto che tutti dobbiamo rimanere nella stessa barca, Lautaro è entrato a gamba tesa»), mentre ieri mattina su Instagram ha servito l’antipasto Sinem, la moglie di Calhanoglu, con un post difficile non riconducibile a Lautaro: «Alcune persone non sono leali a te. Sono leali al loro aver bisogno di te. Una volta che i loro bisogni cambiano, lo stesso vale per la loro lealtà».
