La risposta di Calhanoglu
Quindi, verso le 12.30 il messaggio di fuoco di Calhanoglu sempre su Instagram. Dopo aver spiegato la scelta di andare negli Stati Uniti da infortunato per stare vicino ai compagni e poi ripartire una volta rimediato un nuovo problema muscolare, il turco ha scritto: «Subito dopo il fischio finale ho chiamato alcuni compagni per far sentire il mio sostegno. Perché quando ci tieni, è quello che fai. Quello che mi ha colpito di più, però, sono state le parole arrivate dopo. Parole dure. Parole che dividono, non uniscono. In tutta la mia carriera non ho mai cercato scuse. Mi sono sempre preso le mie responsabilità. E nei momenti difficili ho sempre cercato di essere un punto di riferimento. Non a parole, ma con i fatti. Rispetto ogni opinione, anche quella di un compagno, anche quella del presidente. Ma il rispetto non può essere a senso unico. Non ho mai tradito questa maglia. Non ho mai detto di non essere felice all’Inter. In passato ho ricevuto offerte, anche molto importanti (Bayern nel 2024, ndr), ma ho scelto di restare. Perché so cosa rappresenta questa maglia. E pensavo che le mie scelte parlassero da sole. Ho avuto l’onore di essere il capitano della mia nazionale e ho imparato che il vero leader è quello che resta accanto ai suoi compagni, non quello che cerca un colpevole quando è più facile farlo. Amo questo club. E amo questi colori, per cui ogni giorno ho dato tutto. Il futuro? Lo vedremo. Ma la storia ricorderà sempre chi è rimasto in piedi. Non chi ha alzato di più la voce». Boom. In più nel pomeriggio ci ha messo il carico Thuram, mettendo il classico like della discordia.
