Pagina 3 | Dalla Svezia e dal Taekwondo come Ibra: chi è il Next Gen della fascia Juve

ALESSANDRIA - Molto più d’un talismano. Già, perché da cinque turni di fila la Juventus Next Gen ottiene risultati positivi e da altrettanti Jonas Rouhi si è conquistato i galloni da titolare sull’amata corsia mancina. Mica questione di fatal coincidenza, semmai stretta correlazione dettata da un rendimento personale che ha finito per incidere felicemente sulla qualità della manovra sviluppata dalla seconda squadra bianconera. Che in stagione fatica tremendamente a vincere, appena 6 acuti in 22 turni di campionato, ma che – se non altro – nell’ultimo periodo ha imparato a non perdere.

Nel pomeriggio di ieri, al Moccagatta, è arrivato un altro punticino che muove ancora la classifica. E, insieme, è arrivata un’altra prova di spessore da parte dell’esterno svedese il cui cognome tradisce chiare origini marocchine. "Jonas in estate ha fatto il salto direttamente dal campionato Primavera, quindi era inevitabile che impiegasse un po’ per adattarsi ai ritmi e alla fisicità della categoria – le parole espresse ieri da Massimo Brambilla sul talento scandinavo classe 2004 –. Ma, ora che ha trovato la miglior condizione atletica, si sta meritando la conferma di partita in partita". Da inizio stagione a metà dicembre, infatti, Rouhi era stato impiegato una volta soltanto. Ottenuta una maglia da titolare contro l’Entella il 19 dicembre, però, l’ha poi difesa in tutti i modi.

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Rouhi, dal taekwondo alla Next Gen: l'ascesa repentina

In ossequio, chissà, ai dettami assorbiti da piccolo, in Svezia, quando per sei anni aveva praticato taekwondo. Fino al momento in cui era scoccata la scintilla con il pallone, passione coltivata nel settore giovanile del Brommapojkarna, da dove in precedenza erano usciti altri ex bianconeri del rango di Ekdal e, soprattutto, di Kulusevski. "Il taekwondo mi aiuta moltissimo nel mantenere l’equilibrio e nel gioco aereo, doti che forse non avrei sviluppato nello stesso modo se avessi iniziato subito con il pallone", la sua confidenza in un’intervista di alcuni anni fa.

Rouhi dalla fredda Svezia è atterrato in Italia nella sessione invernale di mercato del 2020, poche settimane prima che il Covid costringesse tutti in casa e – se non altro – ne velocizzasse lo studio della lingua, rinchiuso a sua volta tra quattro mura. Dall’Under 17 bianconera in poi, l’ascesa è stata repentina e convincente, sotto le scrupolose indicazioni di Pedone, Bonatti, Montero e, ora, Brambilla. Che dopo quattro gare da titolare consecutive, fruttate due vittorie e due pareggi, ieri l’ha schierato dal 1’ anche per la quinta, di fronte al Rimini, raccogliendo in cambio una prestazione da migliore in campo pur nel contesto di una sfida con poco mordente.

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Le prestazioni di Rouhi: Allegri osserva

"Jonas ha facilità nel trovare il fondo e nel servire in mezzo palloni di qualità", la sintesi estrema e insieme efficace del tecnico bianconero. Che ben racconta di come lo svedese, nei 90’ di gioco, sia stato probabilmente il più propositivo nel risalire il campo palla al piede, nel dettare un passaggio in profondità, nell’innaffiare di cross il centro dell’area. Una miccia per la manovra bianconera e una spina nel fianco per la retroguardia romagnola. Che non ha faticato a legarsi al volto nuovo-e-vecchio Sekulov, grazie al quale è andato anche vicino al gol nel finale di primo tempo, a margine di un’efficace triangolazione in velocità.

Quel gol che certo non è specialità della casa per lo svedese-marocchino, ma che è ha segnato la sua recente escalation in Next Gen: mai in rete con Under 17 e un Under 19, l’esterno mancino ha segnato alla quinta apparizione stagionale appena, conquistando la voce marcatori del tabellino in occasione del pareggio pre-natalizio con la Vis Pesaro. Un punto di partenza, non d’arrivo: anche Allegri e il suo staff osservano con attenzione.

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Le prestazioni di Rouhi: Allegri osserva

"Jonas ha facilità nel trovare il fondo e nel servire in mezzo palloni di qualità", la sintesi estrema e insieme efficace del tecnico bianconero. Che ben racconta di come lo svedese, nei 90’ di gioco, sia stato probabilmente il più propositivo nel risalire il campo palla al piede, nel dettare un passaggio in profondità, nell’innaffiare di cross il centro dell’area. Una miccia per la manovra bianconera e una spina nel fianco per la retroguardia romagnola. Che non ha faticato a legarsi al volto nuovo-e-vecchio Sekulov, grazie al quale è andato anche vicino al gol nel finale di primo tempo, a margine di un’efficace triangolazione in velocità.

Quel gol che certo non è specialità della casa per lo svedese-marocchino, ma che è ha segnato la sua recente escalation in Next Gen: mai in rete con Under 17 e un Under 19, l’esterno mancino ha segnato alla quinta apparizione stagionale appena, conquistando la voce marcatori del tabellino in occasione del pareggio pre-natalizio con la Vis Pesaro. Un punto di partenza, non d’arrivo: anche Allegri e il suo staff osservano con attenzione.

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