Il fuorigioco “di tacchetto” di Moise Kean fa parte di un match, Juventus-Verona, pieno di polemiche per la direzione dell’arbitro Ermanno Feliciani. Questo episodio, in particolare, ha scatenato il dibattito sulla modalità di rilevazione dell’offside. La domanda che ci si fa è: giusto annullare un gol per una questione di millimetri? Premettiamo che il problema va affrontato per gradi.
Fuorigioco: dura lex sed lex
Una prima questione è la seguente: la tecnologia ha restituito credibilità al calcio, soprattutto in relazione a fatti oggettivamente misurabili, come il gol/non gol (grazie alla Goal Line Technology) e appunto il fuorigioco (merito anche del SAOT o fuorigioco semiautomatico). Su questi episodi oggi non si commettono più errori (a meno di clamorose disattenzioni dovute a superficialità come quella di Tottenham-Liverpool), e già questo è un grande passo avanti. Se ragioniamo in questi termini, allora due centimetri o un metro non fanno la differenza: come dicevano i latini, “dura lex sed lex”. L’algoritmo infatti restituisce un’immagine pressoché reale, e non ammette margini di errore: per questo motivo il suo “output”, il verdetto finale, è incontestabile. Cosa succederebbe se si stabilisse un “regime di tolleranza”, per esempio, di trenta centimetri? Inevitabilmente ci troveremmo a discutere del trentunesimo...