Thiago Motta, il condottiero del Bologna che sogna l'Europa

La vittoria sulla Lazio di Sarri, la classifica e la valorizzazione del gruppo: la visione di calcio del tecnico
Thiago Motta, il condottiero del Bologna che sogna l'Europa© LAPRESSE

“Chi comanda il mare, guida la storia”. Dalle parole di Horatio Nelson al 'comandante' del Bologna Thiago Motta non cambia. La differenza sta nel campo di 'battaglia' ma a guidare i rossoblù verso i sogni d'Europa c'è lo zampino del tecnico italo-brasiliano. Considerato da pochi e criticato da tanti, soprattutto nel suo anno a Spezia ma i risultati, il gioco e l'attitudine dimostrata dall'ex centrocampista dell'Inter stanno mettendo in risalto le qualità dell'allenatore. Bravo nella gestione del gruppo e capace di centrare il decimo risultato utile consecutivo 40 anni dopo Perani. Era la stagione 1979-80, altro calcio, altri tempi ma a confermare la bontà della scelta della società di puntare su Motta c'è sempre e solo il campo. Raccogliere l'eredità lasciata da Mihajlovic non era affatto semplice e condurre il Bologna alle porte dell'Europa è senza dubbio un biglietto da visita importante per lui, la società e i tifosi rossoblù. Vincere con la Lazio assume valori importanti: la dimostrazione della squadra di saper lottare e, soprattutto, di non temere il confronto con le big del campionato. Dal mercato alla valorizzazione del collettivo, anteporre il noi all'io e puntando anche su principi di gioco ben precisi. Ormai Thiago Motta non è più una sorpresa e i risultati lo stanno dimostrando.

Thiago Motta, l'Europa e i numeri

La rete di Ferguson ha portato a quota 18 punti in classifica il Bologna, al momentaneo sesto posto in attesa di completare il quadro della giornata di Serie A. Dalla gara persa contro il Milan alla prima giornata, i rossoblù non hanno più conosciuto la parola sconfitta perché da quel momento sono arrivate 4 vittorie e 6 pareggi. Al di là dei numeri, però, la formazione di Thiago Motta ha colpito per come ha saputo reagire alle difficoltà: il pari contro la Juve, quello interno col Napoli, fermando Osimhen e Kvaratskhelia, o ancora la rimonta ai danni dell'Inter. Quella di San Siro, per certi versi, è stato l'emblema del Bologna e della sua caratteristica principale, ovvero quella di non mollare mai. I risultati sono sempre stati frutto del lavoro e ora i rossoblù li stanno raccogliendo. I meriti quelli li ha sempre dati al gruppo come ha fatto dopo la vittoria sulla Lazio: "Ho dei ragazzi fantastici, che hanno voglia di continuare a lavorare e affrontano nel modo giusto le difficoltà. L'entusiasmo fa parte del gioco, dobbiamo sfruttarlo a nostro favore come fatto fino a oggi".

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Thigo Motta e la valorizzazione del collettivo

La valorizzazione del collettivo, dicevamo. Perché è sempre stato importante dare risalto al gioco più che al singolo. Il marchio di Thiago Motta è sempre stato ben visibile, soprattutto nella crescita dei giocatori. In estate le cessioni pesanti di Arnautovic all'Inter, di Dominguez e Schouten avrebbero potuto creare scompensi nell'organico e nei valori, ma è proprio da qui che è ripartito il nuovo Bologna. Il mercato ha portato in dote giocatori giovani e interessanti, da rivalutare e far migliorare. Basti pensare a Calafiori, nelle ultime uscite è stato utilizzato da centrale per le assenze (Lucumì su tutti) e si è ritrovato, spesso e volentieri, a essere uno dei migliori in campo. L'impostazione di Ferguson con un ruolo da tuttocampista: un po' trequarti e un po' regista. Lo scozzese è l'anima di questo Bologna, la rappresentazione fedele sul campo dell'idea di calcio di Thiago Motta. La crescita di Zirkzee, la responsabilizzazione di Orsolini o ancora le chiavi della mediana consegnate ad Aebischer. Il coraggio delle scelte, l'azzardo di chi ama giocare e la semplicità del lavoro: il tecnico ha avuto anche influenze importanti nel suo percorso...

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Thiago Motta, Barcellona e Gasperini le influenze del tecnico

Il calcio di Thiago Motta: questione di prospettive. Dal campo alla panchina ha soltanto spostato la sua visione da un altro punto di vista. Le influenze del tecnico sono arrivate soprattutto dai suoi trascorsi da calciatore. Nato in Brasile ha scoperto il calcio organizzato negli anni formativi della Masia a Barcellona, appena 16enne: idee, schemi, tattica e  possesso. Poi l'Italia dove ha potuto cogliere sfumature differenti: da calcio di Gasperini a Genova, un modello diverso rispetto a quello al quale era abituato in Spagna, a quello di Mourinho con l'Inter, dove ha potuto capire la gestione di un gruppo. In chiusura il Paris Saint Germain, la decisione di smettere e di iniziare un nuovo percorso, quello da allenatore. Prima in Francia con l'U19 dei parigini e poi la sfortunata parentesi del Genoa, dove nonostante l'esonero ha saputo aspettare il momento opportuno per tornare in sella, sempre in Liguria ma a Spezia. Le difficoltà del mercato e l'eredità di Italiano, una bella pressione per ripartire ma ha condotto la squadra in un porto sicuro con una salvezza tranquilla. E' stata una semplice rincorsa per arrivare poi in Emilia dove sta dando conferma di quanto fatto vedere. Thiago Motta, il predestinato del Bologna capace di far sognare l'Europa. 

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“Chi comanda il mare, guida la storia”. Dalle parole di Horatio Nelson al 'comandante' del Bologna Thiago Motta non cambia. La differenza sta nel campo di 'battaglia' ma a guidare i rossoblù verso i sogni d'Europa c'è lo zampino del tecnico italo-brasiliano. Considerato da pochi e criticato da tanti, soprattutto nel suo anno a Spezia ma i risultati, il gioco e l'attitudine dimostrata dall'ex centrocampista dell'Inter stanno mettendo in risalto le qualità dell'allenatore. Bravo nella gestione del gruppo e capace di centrare il decimo risultato utile consecutivo 40 anni dopo Perani. Era la stagione 1979-80, altro calcio, altri tempi ma a confermare la bontà della scelta della società di puntare su Motta c'è sempre e solo il campo. Raccogliere l'eredità lasciata da Mihajlovic non era affatto semplice e condurre il Bologna alle porte dell'Europa è senza dubbio un biglietto da visita importante per lui, la società e i tifosi rossoblù. Vincere con la Lazio assume valori importanti: la dimostrazione della squadra di saper lottare e, soprattutto, di non temere il confronto con le big del campionato. Dal mercato alla valorizzazione del collettivo, anteporre il noi all'io e puntando anche su principi di gioco ben precisi. Ormai Thiago Motta non è più una sorpresa e i risultati lo stanno dimostrando.

Thiago Motta, l'Europa e i numeri

La rete di Ferguson ha portato a quota 18 punti in classifica il Bologna, al momentaneo sesto posto in attesa di completare il quadro della giornata di Serie A. Dalla gara persa contro il Milan alla prima giornata, i rossoblù non hanno più conosciuto la parola sconfitta perché da quel momento sono arrivate 4 vittorie e 6 pareggi. Al di là dei numeri, però, la formazione di Thiago Motta ha colpito per come ha saputo reagire alle difficoltà: il pari contro la Juve, quello interno col Napoli, fermando Osimhen e Kvaratskhelia, o ancora la rimonta ai danni dell'Inter. Quella di San Siro, per certi versi, è stato l'emblema del Bologna e della sua caratteristica principale, ovvero quella di non mollare mai. I risultati sono sempre stati frutto del lavoro e ora i rossoblù li stanno raccogliendo. I meriti quelli li ha sempre dati al gruppo come ha fatto dopo la vittoria sulla Lazio: "Ho dei ragazzi fantastici, che hanno voglia di continuare a lavorare e affrontano nel modo giusto le difficoltà. L'entusiasmo fa parte del gioco, dobbiamo sfruttarlo a nostro favore come fatto fino a oggi".

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