Ronaldo alla Juventus la causa dell’addio? La verità di Marotta

La versione dell’ad dell’Inter sul divorzio dal club bianconero avvenuto nell’autunno del 2018, un paio di mesi dopo l’arrivo del fuoriclasse portoghese a Torino
Ronaldo alla Juventus la causa dell’addio? La verità di Marotta© Juventus FC via Getty Images

All'interno di una struttura dirigenziale di un club ci sono posizioni differenti, ma questo non vuol dire che io fossi contrario all'operazione Ronaldo. Poi bisogna sempre valutare il lato economico. Ma non è stato certo quello il motivo di divorzio tra me e la Juventus. Credo che il mio ciclo fosse verso la fine, il mondo del calcio è bello anche da questo punto di vista". Questa la versione dell'ad dell'Inter, Beppe Marotta, a Radio Anch'io Sport su Rai Radio1. Sulle parole di CR7 contro il Manchester United e il suo allenatore, Marotta ha aggiunto: "Questo fa parte dell'amore che Ronaldo ha verso la sua professione, è difficile perciò convivere con un declino fisico inevitabile, a 37 anni si fa più fatica e le scelte degli allenatori sono condizionate anche da questo. Non è facile per questi campioni accompagnarsi alla fine della carriera”.

Marotta: “Più rispetto per Zhang”

"Bisogna dare molto rispetto alla famiglia Zhang, che ha profuso in questi anni tante energie finanziarie, più o meno 800 milioni, facendo molto per il calcio italiano. Dopo la pandemia è normale una contrazione e un ridimensionamento dei costi, e si deve fare il possibile per restare competitivi in un settore davvero complicato. Bisogna assolutamente ridurre i costi, è particolarmente pesante nelle società calcistiche il costo del lavoro”.

Marotta sul caso D’Onofrio

"Domani c'è il consiglio federale convocato d'urgenza, è una pagina molto triste, una delle più brutte pagine della storia del calcio italiano, sono sicuro che Gravina riuscirà a risolvere nella giusta maniera” ha detto Marotta commentando il caso D'Onofrio, il procuratore capo dell'Associazione arbitri arrestato per traffico di droga.

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Marotta: “Campionato ancora lungo"

Anche l'anno scorso il Napoli era in testa, con 36 punti, oggi ne ha 5 in più ed è questo il dato straordinario, ma ci sono ancora 23 partite con 69 punti a disposizione e quindi non penso che sia determinante una singola partita il 4 gennaio”. In vista del mercato di gennaio, "non credo ci siano opportunità che fanno al nostro caso, restiamo con gli occhi aperti ma credo che questo gruppo sia già competitivo per gli obiettivi che vogliamo raggiungere”.

Marotta su Dzeko e Lukaku

"Non credo che con Dzeko finirà come con Perisic, ha dimostrato di voler restare con noi e sicuramente merita il rinnovo perché ha mostrato attaccamento alla maglia e soprattutto ha il vizio del gol, e questo è da tenere in grandissima considerazione. Quando sarà il momento avvieremo i contatti ma servirà ovviamente prima capire la volontà del giocatore. Per quanto riguarda Lukaku, l'infortunio è stato un po' imprevisto e condizionato dalla volontà di tornare in fretta in forma, anche in vista del Mondiale. Ma questo fa parte dei rischi d'impresa, e gli infortuni fanno parte del gioco. Lo stress agonistico porta inevitabilmente a un numero elevato di infortuni. Spero che lui torni il più in fretta possibile, spero già dal 4 gennaio”.

L’anomalia di questa Serie A

Con la vittoria di ieri sull'Atalanta "non è cambiato nulla di importante se non la consapevolezza di poter essere protagonisti fino alla fine. È un campionato anomalo, ora ci fermiamo ed è qualcosa di inedito, e dovremo capire cosa succederà, perché tra giocatori che vanno ai Mondiali e giocatori che si fermano il lavoro sarà difficile anche per i preparatori atletici. All'inizio abbiamo avuto un handicap misterioso, poi la squadra e l'allenatore hanno trovato dei rimedi, ma ancora oggi abbiamo problemi fuori casa e abbiamo subito 18 gol, che sono tanti, un elemento che deve farci riflettere e al quale l'allenatore deve trovare rimedi".

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All'interno di una struttura dirigenziale di un club ci sono posizioni differenti, ma questo non vuol dire che io fossi contrario all'operazione Ronaldo. Poi bisogna sempre valutare il lato economico. Ma non è stato certo quello il motivo di divorzio tra me e la Juventus. Credo che il mio ciclo fosse verso la fine, il mondo del calcio è bello anche da questo punto di vista". Questa la versione dell'ad dell'Inter, Beppe Marotta, a Radio Anch'io Sport su Rai Radio1. Sulle parole di CR7 contro il Manchester United e il suo allenatore, Marotta ha aggiunto: "Questo fa parte dell'amore che Ronaldo ha verso la sua professione, è difficile perciò convivere con un declino fisico inevitabile, a 37 anni si fa più fatica e le scelte degli allenatori sono condizionate anche da questo. Non è facile per questi campioni accompagnarsi alla fine della carriera”.

Marotta: “Più rispetto per Zhang”

"Bisogna dare molto rispetto alla famiglia Zhang, che ha profuso in questi anni tante energie finanziarie, più o meno 800 milioni, facendo molto per il calcio italiano. Dopo la pandemia è normale una contrazione e un ridimensionamento dei costi, e si deve fare il possibile per restare competitivi in un settore davvero complicato. Bisogna assolutamente ridurre i costi, è particolarmente pesante nelle società calcistiche il costo del lavoro”.

Marotta sul caso D’Onofrio

"Domani c'è il consiglio federale convocato d'urgenza, è una pagina molto triste, una delle più brutte pagine della storia del calcio italiano, sono sicuro che Gravina riuscirà a risolvere nella giusta maniera” ha detto Marotta commentando il caso D'Onofrio, il procuratore capo dell'Associazione arbitri arrestato per traffico di droga.

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