Simeone e l'Inter nel destino: certi amori non finiscono

A più riprese l'allenatore dell'Atletico Madrid ha ammesso che gli avrebbe fatto piacere guidare prima o poi i nerazzurri. Dalle parole non si è mai passati ai fatti, sinora. Ma resta la sensazione che in un futuro...
Simeone e l'Inter nel destino: certi amori non finiscono© Getty Images

Un amore reale e intatto. Nonostante una “pugnalata” di un professionista esemplare. Nella memoria dei tifosi dell’Inter – ma soprattutto di quelli di Juventus e Milan - Diego Pablo Simeone non è solo un fiero e amato ex centrocampista dei nerazzurri, ma pure quel calciatore che il 5 maggio 2002 segnò la rete del 3-2 della Lazio, per una marcatura che di fatto tolse il Tricolore a Zanetti e compagni consegnandolo ai rivali bianconeri: "Per me fu una tragedia, dopo il gol volevo quasi sparire dal campo, ma ero un professionista e giocavo per i colori biancocelesti – le parole del Cholo rilasciate negli anni successivi - Non esisteva consegnare, praticamente senza giocare, uno scudetto all’Inter. Nella ripresa si sciolsero, non avevano negli occhi la cattiveria del primo tempo. Forse erano convinti di aver già vinto".

Il 5 maggio di Massimo Moratti

Il numero uno di quell’Inter – che perse quella partita 4-2, col quarto gol dei capitolini che venne realizzato da Simone Inzaghi – era Massimo Moratti, che visse un pomeriggio da incubo: "I giocatori credettero di aver ricevuto segnali dai colleghi della Lazio: non si sarebbero mai impegnati, per non favorire la Roma. Tutte balle – la certezza del patron interista confessata nel 2022 in un’intervista al Corriere della Sera - Ne ero convinto già prima del fischio d’inizio e li avvisai: 'Nessuno ci regalerà nulla'. Eppure entrarono in campo con una sicurezza eccessiva. E non sono mai riusciti a prendere in mano la partita. Mi sentivo così responsabile che dissi: non lascerò il calcio finché non avrò la rivincita".

"Simeone metteva in riga Ronaldo"

Trascorsi più di 20 anni da quella “tragedia sportiva”, Moratti ha perdonato Simeone, tanto da aver tifato per lui in passato: "Chi spero vinca la Champions tra Real e Atletico? I Colchoneros, visto che Simeone rappresenta in parte la mia Inter", la risposta dell’ex patron nerazzurro antecedente della finalissima del 2014 - "Simeone già da calciatore aveva un grande carattere, era l’unico che riusciva a mettere in riga Ronaldo. Lui è sempre stato un ottimo allenatore, anche quando era un giocatore".

Simeone e la panchina nerazzurra

Non è quindi un caso che stagione dopo stagione il profilo del “Cholo” sia stato accostato con continuità all’Inter, anche perché lo stesso tecnico argentino, a più riprese, aveva ammesso come gli avrebbe fatto piacere guidare prima o poi i nerazzurri. Dalle parole non si è mai passati ai fatti, sinora. Ma resta la sensazione che in un futuro, anche se lontano, il destino dell’Inter e di Simeone possa nuovamente essere il medesimo.

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