Zhang rovina la festa Scudetto: Inter, incombe lo spettro dell'austerity

L’ingarbugliata vicenda societaria screzia il clima trionfale: Suning o paga o è game over, e il fondo Usa per vendere vuole stringere ancora di più la cinghia dei conti

Steven Zhang è arrivato al traguardo. Fine corsa. Martedì - visto che domani, 20 maggio, termine ultimo per restituire a Oaktree il prestito da 275 milioni e lievitato a 385, è festa in Lussemburgo - se non troverà una strada alternativa, perderà l’Inter che finirà, come da accordi stipulati nel 2021, al fondo statunitense Oaktree Capital Management che tre anni fa aveva ricevuto in pegno da Suning le quote dell’Inter (il 68,55% in possesso dell’azienda di Nanchino e il 31,05% di LionRock). Lo scenario era ormai chiaro da qualche giorno, da quando si era ini- ziato a capire che il nuovo prestito da 435 milioni a cui stava lavorando Zhang con il fondo americano Pimco non sarebbe arrivato a compimento.

Il motivo? Probabilmente Pimco non se l’è sentita di prestare i soldi a Zhang con una via differente da un bond - opzione non gradita a Oaktree, probabilmente anche per clausole scritte nel contratto - perché lo stesso presidente dell’Inter non è ritenuto, a livello internazionale, un “pagatore affidabile”. Lo dimostrerebbe la difficoltà personale a rimborsare in tre anni Oaktree e l’altro debito maturato nella causa persa con China Construction Bank Asia (320 milioni di euro), contenzioso che da agosto 2023 lo costringe a rimanere in patria. Il rampollo di casa Suning non ha ancora gettato la spugna e ieri ha scelto di andare allo scontro con Oaktree, scrivendo una lettera pubblicata poco dopo le 14 sul sito ufficiale del club nerazzurro.

Questi i passaggi più significativi: "Per continuare a sostenere l'Inter, dopo avere già investito nel club oltre un miliardo, abbiamo aperto la linea di credito con Oaktree [...] Abbiamo fatto ogni tentativo per trovare una soluzione amichevole con il nostro partner, co presa l’offerta di molteplici possibilità per Oaktree di ottenere un ritorno finanziario completo e immediato. Purtroppo, i nostri sforzi finora sono stati esasperati da minacce legali e dalla mancanza di un coinvolgimento significativo da parte di Oaktree. Tutto ciò è stato molto frustrante e deludente, ma questo comportamento sta ora creando una situazione di rischio per il club che potrebbe metterne seriamente a repentaglio la stabilità [...] Ci impegniamo a lavorare per una risoluzione pacifica con Oaktree".

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Oaktree, la lettera di Zhang e l'irritazione

L’intesa al fotofinish - una proroga di 6 o 12 mesi? -, però, appare davvero complicata, non ci sono le basi per prolungare l’accordo. Zhang ha avuto tre anni per lavorare all’operazione, non ha mai chiesto di cambiare eventuali condizioni del prestito; condizioni chiare, così come le scadenze. Oaktree ieri non ha voluto commentare ufficialmente il messaggio di Zhang, anche perché se martedì riceverà i 385 milioni, la questione sarà chiusa e Suning potrà continuare a tenersi l’Inter. Se però non riceverà i soldi, come da accordi escuterà il pegno e diventerà proprietaria del club: non sono minacce, semplicemente il rispetto delle clausole stabilite nel 2021.

Di sicuro Oaktree non ha gradito alcuni passaggi del messaggio di Zhang, soprattutto quando il presidente ha parlato di stabilità, paventando possibili ripercussioni sull’Inter e spaventando i tifosi. Non è così: il debito contratto con Oaktree appartiene a Zhang, non all’Inter. Zhang e Suning - chissà se domani sera nella cena di gala per festeggiare lo scudetto con 700 ospiti verrà trasmesso comunque un messaggio del presidente - dunque sono vicini al passo d'addio. Non perderanno l'Inter a zero, perché ci sarà un "indennizzo" stabilito da un perito sul valore equo di mercato, ma di sicuro avrebbero sognato un saluto differente.

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Gli scenari futuri: iscrizione Serie A e conti

Ma in tutta questa vicenda, cosa accadrà all’Inter se passerà a Oaktree? Il club, sintetizzando brutalmente, ovviamente non rischia il fallimento. Certo, rimane un indebitamento alto, 807 milioni lordi al 30 giugno 2023 destinati a calare intorno ai 700 nel bilancio in chiusura a fine giugno 2024 (di cui 415 relativi al bond in scadenza il 9 febbraio 2027) con una posizione finanziaria netta negativa di circa 310 che un futuro proprietario dovrà fronteggiare. Ma la società per essere dichiarata fallita da un Tribunale dovrebbe essere inadempiente nei confronti di soggetti come dipendenti, fornitori o altri creditori e sinora l’Inter non ha avuto problemi in questo senso e anzi, il bilancio è in miglioramento da tre stagioni (da -246 nel '20-21 al possibile -40-50 del '23-24). Dunque per la Figc non dovrebbero sorgere problemi sulla questione iscrizione al prossimo campionato, anche perché chi subentrerà a Zhang ha una stabilità economica sicuramente più conclamata.

Piuttosto c'è da capire cosa cambierà per la società di stanza a Milano. Di certo, nel caso in cui Zhang impugni l'escussione - ma avrà le carte per farlo? - , il rischio potrebbe essere quello di una battaglia legale che porti a un blocco operativo del club; una sfida in tribunale fra le parti, infatti, congelerebbe i conti dell’Inter e i movimenti dei suoi dirigenti, ma al momento sembra davvero complicato che Zhang possa riuscire a perseguire questa strada. Dunque, l'Inter, in quanto società, non dovrebbe subire contraccolpi, anche perché da quanto filtra dagli ambienti finanziari, Oaktree è soddisfatta del lavoro fatto dal management nerazzurro nelle ultime tre stagioni, ovvero da quando nel maggio 2021 il fondo americano ha iniziato a porre la propria attenzione sui conti, avendo prestato i soldi a Suning.

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Oaktree e l'ipotesi cessione

La fiducia in Marotta, Antonello, Ausilio e Baccin è alta e si andrà avanti con loro. D'altra parte Oaktree dal luglio 2021 ha due suoi uomini nel consiglio di amministrazione del club, ovvero Carlo Marchetti (l'uomo forte del fondo americano) e Amedeo Carassai. Entrambi quindi conoscono già ogni aspetto della società, così come altri dirigenti di Oaktree che da anni sono spesso presenti a San Siro e in tutti gli eventi legati al club. Chiaramente si andrà avanti con le linee guida che Oaktree aveva già iniziato a dare dall'estate 2021 per cercare di migliorare ulteriormente i conti. Dunque, è possibile che venga chiesta un'austerity più accentuata. Che non significa che l'Inter non potrà operare sul mercato o completare per esempio i rinnovi di Inzaghi, Barella e Lautaro Martinez, ma l'attenzione agli equilibri economici dovrà essere ancora maggiore.

L'altra domanda che in molti si fanno è: si è sempre detto che Oaktree non voleva ereditare l'Inter e in caso di escussione del pegno, l'avrebbe venduta subito, sarà così? No. Oaktree pare essersi data un orizzonte di 3-5 anni prima di vendere il club nerazzurro che non significa, ovviamente, che ciò non possa accadere prima: se arriverà un soggetto interessato all'Inter e metterà sul piatto una proposta irrinunciabile (quindi non meno di 1.2 miliardi di euro), la cessione potrebbe avvenire in tempi brevi, ma il mercato internazionale non sembra così "caldo" in questo momento. L'idea di Oaktree è lavorare nel prossimo triennio per migliorare ulteriormente i conti dell'Inter, arrivare a un pareggio di bilancio - cosa che potrebbe avvenire già nell'esercizio '24-25 -, diminuire il debito e approfondire la questione stadio per rendere il club ancora più appetibile.

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Steven Zhang è arrivato al traguardo. Fine corsa. Martedì - visto che domani, 20 maggio, termine ultimo per restituire a Oaktree il prestito da 275 milioni e lievitato a 385, è festa in Lussemburgo - se non troverà una strada alternativa, perderà l’Inter che finirà, come da accordi stipulati nel 2021, al fondo statunitense Oaktree Capital Management che tre anni fa aveva ricevuto in pegno da Suning le quote dell’Inter (il 68,55% in possesso dell’azienda di Nanchino e il 31,05% di LionRock). Lo scenario era ormai chiaro da qualche giorno, da quando si era ini- ziato a capire che il nuovo prestito da 435 milioni a cui stava lavorando Zhang con il fondo americano Pimco non sarebbe arrivato a compimento.

Il motivo? Probabilmente Pimco non se l’è sentita di prestare i soldi a Zhang con una via differente da un bond - opzione non gradita a Oaktree, probabilmente anche per clausole scritte nel contratto - perché lo stesso presidente dell’Inter non è ritenuto, a livello internazionale, un “pagatore affidabile”. Lo dimostrerebbe la difficoltà personale a rimborsare in tre anni Oaktree e l’altro debito maturato nella causa persa con China Construction Bank Asia (320 milioni di euro), contenzioso che da agosto 2023 lo costringe a rimanere in patria. Il rampollo di casa Suning non ha ancora gettato la spugna e ieri ha scelto di andare allo scontro con Oaktree, scrivendo una lettera pubblicata poco dopo le 14 sul sito ufficiale del club nerazzurro.

Questi i passaggi più significativi: "Per continuare a sostenere l'Inter, dopo avere già investito nel club oltre un miliardo, abbiamo aperto la linea di credito con Oaktree [...] Abbiamo fatto ogni tentativo per trovare una soluzione amichevole con il nostro partner, co presa l’offerta di molteplici possibilità per Oaktree di ottenere un ritorno finanziario completo e immediato. Purtroppo, i nostri sforzi finora sono stati esasperati da minacce legali e dalla mancanza di un coinvolgimento significativo da parte di Oaktree. Tutto ciò è stato molto frustrante e deludente, ma questo comportamento sta ora creando una situazione di rischio per il club che potrebbe metterne seriamente a repentaglio la stabilità [...] Ci impegniamo a lavorare per una risoluzione pacifica con Oaktree".

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