Marotta, mercato e IA: "Speso tanto su giocatori forti ma uomini deludenti"

Tanti i temi affrontati dal presidente dell'Inter, che ha risposto sui cambiamenti nel mondo del calcio e sul bilancio stagionale della formazione di Inzaghi
Marotta, mercato e IA: "Speso tanto su giocatori forti ma uomini deludenti"© LaPresse

“Tra poco festeggerò 50 anni di calciomercato, vuol dire 100 mercati fatti. All’inizio c’era ancora il vincolo sportivo: ricordo che, da giovane direttore sportivo di Serie B, ogni stagione dovevo rinnovare i contratti dei giocatori. Erano tesserati per le squadre: chi non firmava il contratto a inizio stagione, rimaneva comunque vincolato", così Beppe Marotta, intervenuto all'evento 'Il Calciomercato: un'opportunità per i club e per la Football Industry' tenutosi il 31 gennaio a Milano. Il presidente dell'Inter ha risposto sui cambiamenti nel mondo del calcio di cui è stato testimone, facendo inoltre il punto sulla stagione dei nerazzurri, reduci dal successo sul Monaco nell'ultima giornata di Champions League, che è valso il piazzamento finale al 4º posto con 19 punti - traguardo che ha inoltre fruttato 86 milioni di introiti - . Quanto al campionato, la classifica riporta la 2ª posizione con 50 punti e un distacco di 3 lunghezze dal Napoli: agli uomini di Simone Inzaghi spetta però recuperare la sfida contro la Fiorentina. 

Marotta: "È cambiato tutto, devo adattarmi"

"Io, pur da giovane, facevo venire i giocatori e davo precedenza agli anziani, che poi trascinavano i giovani. Si parte da un mercato così, in cui decideva la società. Oggi è giustamente cambiato: si possono avviare trattative, ma è decisiva la volontà dei giocatori e ci sono anche le figure degli agenti, sempre più importanti e destinatari di somme che escono dal sistema. Mi devo adattare a questo tipo di realtà. Oggi ho un ruolo diverso, sono partito dal settore giovanile e oggi sono presidente: non posso che delegare questi compiti, le trattative arrivo a farle dopo che il lavoro è già stato portato avanti dai dirigenti miei e delle altre squadre. Il buon manager moderno deve adeguarsi all’innovazione, che impone di confrontarsi con il mondo digitale, con l’intelligenza artificiale, con gli algoritmi. Io parto da studi umanistici, mi ci devo adeguare. Possiamo guardare le statistiche, ma ci sono una serie di variabili e c’è l’aspetto umano. È una realtà che determina quello che poi è il buon esito dell’acquisto di un giocatore". Marotta ha poi risposto sul ricorso all'Intelligenza Artificiale in sede di valutazione dei diversi profili, dicendo inoltre la sua in merito al nuovo formato di Champions League.

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Marotta: "Ecco come l'IA può aiutare i club"

"Oggi voglio creare una task force che possa identificare il soggetto proprio in quest’ottica: capire se è presente sui social o meno, qual è il suo habitat naturale. Sono componenti determinanti: io mi adeguo e sono un fautore dell’intelligenza artificiale, stiamo lavorando per capire come possa essere utile al club. Spesso ci sono state forti delusioni, capitali investiti su soggetti che sembravano grandi calciatori ma non erano grandi uomini. Un esempio positivo? Penso al Varese, a Claudio Gentile. Nessuno scommetteva su di lui, ma è l’esempio del soldato che ha fatto strada, che ha imposto le sue qualità ed è diventato campione. Io talento va accompagnato dalle qualità calcistiche. Non faccio nomi, sennò qualcuno si incazza. Ma chi segue il calcio sa che in Italia, negli ultimi 20 anni, abbiamo visto talenti che non sono diventati campioni”.

Marotta: "Nuova Champions adrenalinica"

“Io sono per la sperimentazione, oggi viviamo un format dinamico e adrenalinico. Fortunatamente noi, da quarti, potevamo arrivare secondi o terzi, ma abbiamo visto altre squadre oscillare molto. Il rischio, per il calcio italiano, è stato quello di avere tre squadre che si scontrano tra di loro. Forse potrebbe essere meglio tutelato per il nostro ranking, però vedo tutti molto contenti quindi accettiamola. Il nuovo format della Champions League è inedito e adrenalinico. Noi siamo arrivati quarti nella prima fase e siamo in una situazione molto interessante, ma con due squadre italiane che si potrebbero incontrare tra di loro. Ecco, in questo sicuramente potremmo essere maggiormente tutelati", ha concluso Marotta.

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“Tra poco festeggerò 50 anni di calciomercato, vuol dire 100 mercati fatti. All’inizio c’era ancora il vincolo sportivo: ricordo che, da giovane direttore sportivo di Serie B, ogni stagione dovevo rinnovare i contratti dei giocatori. Erano tesserati per le squadre: chi non firmava il contratto a inizio stagione, rimaneva comunque vincolato", così Beppe Marotta, intervenuto all'evento 'Il Calciomercato: un'opportunità per i club e per la Football Industry' tenutosi il 31 gennaio a Milano. Il presidente dell'Inter ha risposto sui cambiamenti nel mondo del calcio di cui è stato testimone, facendo inoltre il punto sulla stagione dei nerazzurri, reduci dal successo sul Monaco nell'ultima giornata di Champions League, che è valso il piazzamento finale al 4º posto con 19 punti - traguardo che ha inoltre fruttato 86 milioni di introiti - . Quanto al campionato, la classifica riporta la 2ª posizione con 50 punti e un distacco di 3 lunghezze dal Napoli: agli uomini di Simone Inzaghi spetta però recuperare la sfida contro la Fiorentina. 

Marotta: "È cambiato tutto, devo adattarmi"

"Io, pur da giovane, facevo venire i giocatori e davo precedenza agli anziani, che poi trascinavano i giovani. Si parte da un mercato così, in cui decideva la società. Oggi è giustamente cambiato: si possono avviare trattative, ma è decisiva la volontà dei giocatori e ci sono anche le figure degli agenti, sempre più importanti e destinatari di somme che escono dal sistema. Mi devo adattare a questo tipo di realtà. Oggi ho un ruolo diverso, sono partito dal settore giovanile e oggi sono presidente: non posso che delegare questi compiti, le trattative arrivo a farle dopo che il lavoro è già stato portato avanti dai dirigenti miei e delle altre squadre. Il buon manager moderno deve adeguarsi all’innovazione, che impone di confrontarsi con il mondo digitale, con l’intelligenza artificiale, con gli algoritmi. Io parto da studi umanistici, mi ci devo adeguare. Possiamo guardare le statistiche, ma ci sono una serie di variabili e c’è l’aspetto umano. È una realtà che determina quello che poi è il buon esito dell’acquisto di un giocatore". Marotta ha poi risposto sul ricorso all'Intelligenza Artificiale in sede di valutazione dei diversi profili, dicendo inoltre la sua in merito al nuovo formato di Champions League.

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