"Senza Zhang e Oaktree..."
Il presidente dell'Inter prosegue: "Ho visto una evoluzione dal punto di vista calcistico ma anche dal punto di vista delle proprietà. Oggi fortunatamente sono arrivate le proprietà straniere: immaginiamo se non ci fossero state Zhang e Oaktree e il fondo Elliott a Milano, saremmo stati in grandissime difficoltà. Le proprietà americane sono otto, quelle straniere sono undici, mentre nel 2011 erano tutte italiane. Evidentemente abbiamo risentito di una situazione di involuzione nel mondo imprenditoriale italiano. Prima c’era un modello di mecenatismo, come Giovanni Borghi a Varese tra basket e calcio. Qual è la differenza? Allora non c’erano cfo e ceo, allora c’era il ragioniere. A fine stagione il commendatore andava dal ragioniere, ‘quanto abbiamo perso?’ e ripianavano , dando più importanza al risultato sportivo che all’aspetto bilancistico. Meno male che oggi siamo in una situazione diversa, anche per una questione etica".
"Oaktree ha voluto delegare"
Poi aggiunge: "Nel calcio oggi girano tanti soldi, i calciatori guadagnano tanto e dovrebbero darsi una ridimensionata. Oggi c’è un fondo di investimento che non viene in Italia per dispensare soldi ma fa della sostenibilità l’obiettivo principale. Ho una relazione con un fondo che, devo fargli i complimenti, è arrivato in punta di piedi, garantendo sostenibilità immediatamente ma è presente in maniera silenziosa che fa lavorare bene il management. Ci relazioniamo quotidianamente con una loro presenza continua nel confronto sull’aspetto gestionale, finanziario e amministrativo. Oaktree ha puntato sulle deleghe anche se ribadisco, il rapporto è quotidiano soprattutto quando ci sono decisioni importanti da prendere. Delegare significa anche dare responsabilità, quindi bisogna avere il coraggio di prenderle. Io ho sempre avuto dalla mia il coraggio di fare, che mi è stato dato da un percorso vincente che mi ha trasmesso una sicurezza interiore. In ogni società in cui sono stato ho avuto la delega per decidere ed è un presupposto fondamentale. Non potrei mai lavorare in un club che non mi dà delle deleghe".