Nasce una nuova Juventus: cosa è successo e cosa succederà

Il CdA si è dimesso: Elkann e Agnelli prendono la decisione di azzerare tutto e ricominciare con figure tecniche per condurre le battaglie legali
Nasce una nuova Juventus: cosa è successo e cosa succederà© Juventus FC via Getty Images

Nella notte più concitata della storia juventina, passa un concetto: «Cambiamo per difenderci meglio». Arriva dal fronte della società e della proprietà, da cui fronte si sottolinea come la decisione della clamorosa rivoluzione societaria sia «condivisa» da John Elkann e Andrea Agnelli. I due l’hanno maturata nelle ultime settimane e messa in atto ieri, nel tardo pomeriggio, al termine di un Consiglio di Amministrazione straordinario. Ma andiamo con ordine. Per capire cosa è successo ieri bisogna fare qualche passo indietro. La Juventus è attaccata su due fronti: da una parte la Consob, dall’altra la Procura di Torino. Le accuse sono sostanzialmente le stesse: falso in bilancio. Due i temi: le plusvalenze che secondo gli inquirenti sono fittizie e hanno gonfiato artificiosamente i ricavi; la manovra stipendi con la quale la Juventus ha dilazionato i pagamenti degli ingaggi in pandemia, ma violando regole contabili, secondo Consob e Procura. La Consob, nella fattispecie, ha richiesto una riscrittura del bilancio imponendo dei correttivi. La Juventus ha ottemperato alla richiesta, ma tenendo con fermezza la sua posizione, ovvero la convinzione che tutto è stato fatto secondo le regole e la legge.

Un nuova CdA tecnico

Una posizione condivisa da Andrea e John, ma non da tutto il consiglio di amministrazione, una parte consistente del quale propendeva per una posizione più morbida nei confronti della Consob (Andrea nella sua lettera ai dipendenti parla di «squadra non più compatta»). A questo punto i due cugini hanno deciso che non si poteva affrontare la situazione con spaccature così profonde all’interno del governo della Juventus e, quindi, l’hanno azzerato. Tutto il CdA, non solo i consiglieri che non condividevano la linea, si è dimesso e, quindi, la Juventus ha perso anche i vertici dirigenziali (Arrivabene rimane amministratore delegato pro forma perché serve un consigliere che prenda le deleghe, ma non rimarrà). Nascerà una nuova Juventus da un nuovo consiglio d’amministrazione, che sarà pensato proprio per affrontare le tempeste legali. Un CdA in cui prevarranno figure tecniche, esperte di amministrazione e diritto, pronte a proseguire la battaglia in difesa della Juventus in tutte le sedi (significativo in proposito un altro passaggio della lettera di Agnelli: «Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita»).

Chi è Maurizio Scanavino

La nuova Juventus riparte da un nome Maurizio Scanavino, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Gedi, il gruppo editoriale di proprietà della famiglia Agnelli. È un’indicazione precisa: Scanavino è un amministratore di rigore, uomo di fiducia di John, cui è legatissimo. È un tecnico, non ha esperienza sportiva, ma gestionale: sarà il perno intorno alla quale ruoterà l’anima tecnica della nuova Juventus, quella che verrà costruita con esperti di diritto e contabilità. Poi ci sarà l’anima sportiva, che in questo momento trova continuità nelle figure di Federico Cherubini e Massimiliano Allegri, sempre più allenatore manager. Come e in che modo verrà rinforzata ed eventualmente riorganizzata è difficile dirlo ora, anche perché dal punto di vista temporale non è una priorità. Cherubini e Allegri hanno piena fiducia per portare a termine la stagione, nel frattempo il nuovo consiglio di amministrazione (che verrà eletto dall’assemblea del 27 dicembre) prenderà decisioni in merito.

La Juve rimane al suo livello

Un fatto è stato ribadito fortemente anche nella concitazione di ieri sera: la Juventus deve rimanere al suo livello, quanto costruito da Andrea Agnelli nell’ultimo decennio a livello di competitività sportiva deve rimanere come punto di riferimento anche per la nuova Juventus. Non ci deve essere smobilitazione e la famiglia è pronta anche a ricapitalizzare, qualora fosse necessario, per mantenere alto il livello della squadra. Nell’anno in cui gli Agnelli si avvia a festeggiare i cento anni di proprietà del club (24 luglio 2023), restano valide le parole pronunciate da John Elkann a Villar Perosa, quando aveva portato la squadra a visitare il mausoleo di famiglia: «La Juventus è il gioiello più caro». E rimarrà tale, assicurano da più parti. Nonostante un ribaltone che nessuno si aspettava, ma che tutti ieri ritenevano la «decisione più giusta in modo da rendere più rapido il necessario cambiamento per difendere meglio la società». Andrea Agnelli non era certo felice della decisione, ma non abbandona la Juventus, rimanendo di fatto uno dei proprietari del club: ora le due strade proseguono parallele, perché le battaglie legali del club saranno anche le sue, in sede di giustizia ordinaria. L’iter a questo punto è scritto: nel corso delle prossime quattro settimane verranno scelti i nuovi consiglieri da proporre all’assemblea. Una proposta formale, visto che il 63,8% del capitale appartiene a Exor e quindi decide John Elkann (con Andrea?). Poi il consiglio e la nuova dirigenza prenderà potere in Juventus il 18 gennaio, il vero inizio della nuova era.

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