La Juventus al contrattacco

Un uragano di notizie sballotta da due giorni la gente della Juventus, generando ansia e confusione. Siamo di fronte a una delle fasi più delicate della storia bianconera perché lo scenario ha imposto decisioni drastiche e all’orizzonte si intravede un periodo turbolento. Ma le ultime quarantotto ore hanno anche dimostrato che la Juventus è pronta a combattere per la sua gente, che è in mani salde e che non deve temere sconquassi epocali. E più delle rassicuranti parole, affidate da John Elkann a un comunicato, sono gli impegni messi in agenda dalla proprietà (che, va ricordato, è formata anche da Andrea Agnelli, soprattutto adesso) e il piglio con cui sta gestendo la situazione. Da lunedì è ancora più chiaro come la Juventus sia il bene affettivamente più prezioso per la famiglia e quanto gli Agnelli siano disposti a fare per difenderlo. Dalle dimissioni di Andrea alla forte presa di posizione di John arriva un messaggio chiaro: la Juventus va al contrattacco, è pronta a combattere le battaglie legali che la attendono, non molla di un centimetro sul fronte sportivo, dove vuole continuare a vincere. Questo non esclude le difficoltà che dovranno essere superate, ma conforta sul fatto che sia la forte volontà di riuscirci. E chi prospetta un nuovo 2006 alza in modo un po’ spericolato il livello di catastrofismo e non solo perché la Juventus, questa volta, si difenderà, ma anche perché lo scenario giudiziario che deve affrontare comporta rischi inferiori. Non che siano veniali i reati contestati da Consob e Procura, ma prima vanno dimostrati in aula e comunque restano - almeno da quanto si sa finora - in un recinto che non contempla finali catastrofici come, per esempio, la retrocessione.

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La difesa in sede legale e il ruolo di Scanavino

«Le dimissioni dei Consiglieri di Amministrazione della Juventus rappresentano un atto di responsabilità, che mette al primo posto l’interesse della Società», spiega John Elkann nel suo comunicato di ieri pomeriggio che esordisce proprio con il tema della difesa juventina in sede legale: «Il nuovo Consiglio che nascerà a gennaio sarà formato da figure di grande professionalità sotto il profilo tecnico e giuridico, guidati del Presidente Gianluca Ferrero: insieme agli altri amministratori, avrà il compito di affrontare e risolvere i temi legali e societari che sono sul tavolo oggi. Confido che la società riuscirà a dimostrare di aver agito sempre correttamente». Il Consiglio che ha in mente Elkann è una corazzata di esperti di diritto amministrativo e revisione, un gruppo dirigente che timonerà il club nella tempesta giudiziaria e offrirà maggiore esperienza nella gestione contabile. «Maurizio Scanavino, che ha dimostrato solide capacità manageriali in tutte le società dove ha lavorato, metterà a frutto l’esperienza maturata soprattutto in ambito media e digitale per accelerare lo sviluppo della Juventus, uno dei brand più forti al mondo». Il secondo punto di Elkann indica con chiarezza il ruolo di Scanavino, uno degli uomini in cui ha maggiore fiducia e con cui ha un rapporto strettissimo. A lui è affidata una delle aziende a cui Elkann tiene di più, il gruppo editoriale Gedi, tant’è che qualcuno si chiede se Scanavino e lo stesso Ferrero non siano nomine a termine, per traghettare con sicurezza la Juventus oltre il momento delicato per poi tornare alle rispettive attività. Al momento il dubbio non trova riscontri, i messaggi che arrivano dalla proprietà riferiscono di nomine a lungo termine. Si vedrà nel corso del prossimo anno e anche dalle decisioni che verranno prese nella costruzione del nuovo organigramma.

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Riorganizzazione area tecnica: l'obiettivo resta vincere

Se è chiaro e confermato che il Consiglio d’Amministrazione non conterrà uomini di calcio, come verrà riorganizzata l’area tecnica? John intanto chiarisce: «Massimiliano Allegri rimane il punto di riferimento dell’area sportiva della Juventus: contiamo di lui e su tutta la squadra per continuare a vincerecome hanno dimostrato di saper fare nelle ultime giornate, mantenendo alti i nostri obiettivi sul campo». Il messaggio è chiaro: Allegri non si discute fino alla fine della stagione, nel frattempo tuttavia è lecito pensare che verranno fatti dei ragionamenti. Per dare continuità potrebbe essere confermata una figura come quella di Federico Cherubini, autore insieme a Maurizio Arrivabene, di un mercato in attivo nell’ultima estate ed efficace esecutore del piano di risanamento economico sul fronte sportivo. Ma nessuno sa ancora come l’area sportiva verrà plasmata dai nuovi vertici. Una cosa è certa, l’obiettivo resta vincere, come sottolinea John partendo dal ringraziamento al cugino, che lascia la presidenza dopo diciannove trofei alzati in dodici anni. «Voglio ringraziare mio cugino Andrea per averci dato emozioni straordinarie, che non dimenticheremo mai. In questi 12 anni abbiamo vinto tanto. Il merito è soprattutto suo, oltre che delle donne e degli uomini che sotto la sua guida hanno raggiunto obiettivi memorabili. La nostra storia parla di vittorie e ci dà la forza che serve proprio in questi momenti. Con il sostengo e l’affetto dei nostri tifosi, abbiamo l’occasione di costruire un futuro straordinario». La chiusura del messaggio di Elkann è perentoria: non c’è nessun piano di ridimensionamento sportivo e che John vuole tenere la Juventus ai vertici del calcio italiano ed europeo. Il club resta un bene fondamentale per la famiglia, la vittoria resta il fine ultimo del club e la nuova struttura societaria che sta nascendo in queste settimane sarà lo strumento per difendere il bene e consentirgli di continuare a vincere. Ci riuscirà? Solo il tempo può dirlo, ma a proposito di tempo va sottolineato come, nell’anno in cui si festeggiano i cento anni della proprietà degli Agnelli, ce ne sono novantanove che dimostrano la loro fedeltà al club amato da milioni di tifosi.

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Un uragano di notizie sballotta da due giorni la gente della Juventus, generando ansia e confusione. Siamo di fronte a una delle fasi più delicate della storia bianconera perché lo scenario ha imposto decisioni drastiche e all’orizzonte si intravede un periodo turbolento. Ma le ultime quarantotto ore hanno anche dimostrato che la Juventus è pronta a combattere per la sua gente, che è in mani salde e che non deve temere sconquassi epocali. E più delle rassicuranti parole, affidate da John Elkann a un comunicato, sono gli impegni messi in agenda dalla proprietà (che, va ricordato, è formata anche da Andrea Agnelli, soprattutto adesso) e il piglio con cui sta gestendo la situazione. Da lunedì è ancora più chiaro come la Juventus sia il bene affettivamente più prezioso per la famiglia e quanto gli Agnelli siano disposti a fare per difenderlo. Dalle dimissioni di Andrea alla forte presa di posizione di John arriva un messaggio chiaro: la Juventus va al contrattacco, è pronta a combattere le battaglie legali che la attendono, non molla di un centimetro sul fronte sportivo, dove vuole continuare a vincere. Questo non esclude le difficoltà che dovranno essere superate, ma conforta sul fatto che sia la forte volontà di riuscirci. E chi prospetta un nuovo 2006 alza in modo un po’ spericolato il livello di catastrofismo e non solo perché la Juventus, questa volta, si difenderà, ma anche perché lo scenario giudiziario che deve affrontare comporta rischi inferiori. Non che siano veniali i reati contestati da Consob e Procura, ma prima vanno dimostrati in aula e comunque restano - almeno da quanto si sa finora - in un recinto che non contempla finali catastrofici come, per esempio, la retrocessione.

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