Il perché
E veniamo alle motivazioni giuridiche e tecniche che hanno portato la Juventus a chiedere di fatto lo spostamento territoriale dell’iter giudiziario. La base del principio che muove il convincimento di essere accusati dalla Procura “sbagliata” si basa su una serie di riflessioni (quasi 30 pagine) che partono dal presupposto per cui i reati contestati (tra questi false comunicazioni sociali, manipolazione del mercato e aggiotaggio) si sarebbero consumati non a Torino, ma a Milano dove ha sede la Borsa da cui vengono poi diramate le comunicazioni delle varie società quotate come, appunto, la Juventus. Per avvalorare la propria tesi, che in subordine indica Roma come eventuale Procura competente in quanto in quella città è ubicato il data center utilizzato per erogare il servizio, la Juventus ha prodotto una serie di decisioni che in passato hanno portato proprio a indicare la Procura di Milano come quella di pertinenza per società quotate in Borsa, in quanto sarebbe il capoluogo lombardo il luogo dal quale la comunicazione viene diffusa al mercato, divenendo accessibile a una cerchia indeterminata di soggetti. Si fa riferimento ad alcune decisioni prese in passato per vicende processuali legate a Parmalat, Antonveneta, Fondiaria-Sai, Monte dei Paschi di Siena. Dunque tutti con il fiato sospeso in attesa di conoscere dove si svolgerà eventualmente il processo contro la Juventus e dodici figure apicali bianconere. Come si sa, una partita giocata in casa o fuori può assumere un coefficiente di difficoltà differente.