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Per la sfida di Coppa Italia contro la squadra di Palladino, il tecnico bianconero opta per un 3-5-1-1

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Perin

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Gatti

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Rugani

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McKennie

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Fagioli

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Paredes

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Miretti

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Iling-Junior



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Soul&eacute;

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Kean

Dall'Emirates il commento di Marco Bo e Stefano Lanzo

Kean, il leader della Juventus che verrà

Mai più un equivoco tattico come quello visto a Napoli: non si può rinunciare ad un asso così in attacco messo a fare l'esterno a tutta fascia, Allegri trovi soluzioni


Partiamo da un presupposto che deve essere chiaro, nella confusione che gira attorno alla Juventus nelle ore successive alla scoppola di Napoli: <a href="https://www.tuttosport.com/giocatore/calcio/federico-chiesa/223541">Federico Chiesa</a> non pu&ograve; e non deve diventare un problema. Semmai &egrave; la soluzione, per&ograve; va trovata una soluzione tattica e chi pu&ograve; e deve farlo ha nome e cognome: Massimiliano Allegri. E la scelta non pu&ograve; e non deve essere quella di schierarlo da esterno di destra a tutta fascia nel 3-5-2, in un ruolo in cui ha dimostrato di faticare, per di pi&ugrave; in una partita decisiva per alimentare le speranze, ormai evaporate, di riaprire la lotta per lo scudetto. Certo, la Juventus non si trover&agrave; sempre di fronte un treno in corsa come Kvaratskhelia, supportato egregiamente da Mario Rui sulla corsia mancina del Napoli, tuttavia che per Chiesa quello non sia il ruolo adatto a esaltarne le qualit&agrave; non &egrave; una notizia di queste ore. Ha gi&agrave; giocato in quella zona di campo in carriera, perch&eacute; si &egrave; sempre messo a disposizione delle richieste dei vari tecnici, ma &egrave; in altri sistemi che il figlio d&rsquo;arte pu&ograve; davvero tornare a essere un valore aggiunto.

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<h2>Allegri, le mosse tattiche su Chiesa e l&#39;interrogativo sistema</h2>

La Juventus lo aspettava da un anno, da quando un grave infortunio lo aveva costretto a una lunga riabilitazione dopo l&rsquo;intervento, non senza incidenti di percorso e a un ritorno graduale: i tifosi attendevano Chiesa e si sarebbero immaginati un debutto da titolare diverso, dopo alcune apparizioni da subentrato in cui era riuscito comunque a lasciare il segno, anche quando Allegri ha compreso l&rsquo;errore iniziale e <a href="https://www.tuttosport.com/news/calcio/serie-a/juventus/2023/01/14-102180163/juve_lallegrata_il_pressing_e_le_rotazioni_del_napoli_cosa_non_ha_funzionato">ha deciso di cambiare l&rsquo;assetto tattico, dirottando Chiesa dalla parte opposta</a>. Sulla forza e l&rsquo;impatto dell&rsquo;ex viola sulla squadra non ci possono essere dubbi, cos&igrave; come sulla sua generosit&agrave; in campo, e non pu&ograve; diventare un &ldquo;caso&rdquo; il suo ruolo all&rsquo;interno della squadra, sfociando nell&rsquo;equivoco tattico: Chiesa &egrave; un attaccante esterno che diventa letale partendo da destra come da sinistra, in un tridente. Il 4-3-3 sarebbe il sistema ideale, ma ormai la Juventus ha trovato un suo equilibrio con la retroguardia a tre: la Caporetto di Napoli &egrave; stata pesante, ma non cancella le otto vittorie consecutive senza subire reti, semmai le ridimensiona, ma per merito soprattutto dell&rsquo;attacco atomico di Spalletti, guidato da un bomber formidabile come Osimhen. E allora come si fa?

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Allegri dovr&agrave; cambiare pelle al suo 3-5-2, che diventa 3-5-1-1 con Di Maria sottopunta al fianco di un centravanti, Milik o Kean oppure <a href="https://www.tuttosport.com/giocatore/calcio/dusan-vlahovic/225479">Vlahovic</a> quando torner&agrave;.&nbsp; Anche Chiesa pu&ograve; giocare a ridosso della prima punta, ma questo significherebbe rinunciare a <a href="https://www.tuttosport.com/giocatore/calcio/angel-di-maria/46497">Di Maria</a> tra i titolari: per averli tutti insieme bisogna puntare su un 3-4-2-1, un po&rsquo; come quello visto al Maradona quando la Juventus ha modificato l&rsquo;assetto una volta finita sotto per 2-0. Con Di Maria e Chiesa a supporto del centravanti, serve per&ograve; un centrocampo di sostanza e dinamismo, rinunciando tuttavia a una mezzala, soluzione necessaria per garantire la preziosa spinta sulle fasce, che un elemento come McKennie non assicura (in questo senso il ritorno di Cuadrado sar&agrave; fondamentale). Stesso discorso se Allegri dovesse puntare su un 3-4-3 pi&ugrave; spregiudicato, magari pi&ugrave; adatto a partita in corso come mossa per dare scacco matto agli avversari nel secondo tempo. In qualsiasi caso, Chiesa non pu&ograve; e non deve essere un problema: l&rsquo;importante &egrave; che sia messo nelle condizioni di tornare a fare la differenza.&nbsp; &nbsp;

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Juventus, Chiesa non può essere un caso

La disfatta di Napoli, con 5 gol incassati, cambia le gerarchie del reparto difensivo dove il brasiliano viene scavalcato dall’ex Frosinone e da Rugani


TORINO - Vietato scordare, s&igrave;, ma anche avvilirsi in un malinconico e ossessivo pensiero. La cinquina del Maradona non si pu&ograve; archiviare con leggerezza ma sarebbe sbagliato continuare a pensare e ripensare a quei cinque gol capaci di proiettare il Napoli verso lo scudetto e ridimensionre la portata della rimonta bianconera con otto vittoria di fila. Una mazzata tremenda, certo, capace di far traballare quelel che erano diventate le nuove certezze ma occorre reagire nel modo migliore. Dunque un&rsquo;analisi tattica lucida e a freddo, in grado di evidenziare gli errori tecnici e tattici in modo da non ripeterli. E se la sbandata di Allegri - Chiesa posizionato da esterno destro nel 3-5-2 a fronteggiare cursori potenti come Kvaratskhelia e Mario Rui - non avr&agrave; ovviamente un bis, giusto anche andare a riesaminare la prova dei singoli. La difesa con i suoi difensori finisce sotto il banco d&rsquo;accusa e tra gli imputati ecco Bremer e Alex Sandro, entrambi pi&ugrave; volte colpevoli nelle azioni che hanno permesso al Napoli di concretizzare i propri sforzi grazie anche a un Osimhen stellare. Certo, il nigeriano &egrave; un campione top sul quale non a caso hanno messo gli occhi anche le big della Premier League, ma ci&ograve; non giustifica certe amnesie dei due brasiliani. Per&ograve; occorre fare un distinguo tra i due sudamericani. L&rsquo;ex granata, infatti, alla sua prima stagione alla Juventus, ha vissuto la sua prima debacle dopo una serie di prestazione sempre piuttosto positive. S&igrave;, qualche defaillance l&rsquo;aveva evidenziata in Champions League, dove quest&rsquo;anno ha debuttato, ma niente di paragonabile alla serataccia sotto il Vesuvio. Reduce dallo stop con l&rsquo;Udinese, match saltato per via di un affaticamento muscolare, non si &egrave; ripresentato al massimo della condizione e questo pu&ograve; forse aver influito sul rendimento. In ogni caso un &ldquo;jolly&rdquo; se l&rsquo;&egrave; giocato e tutti hanno la possibilit&agrave; di vivere una gara storta, anche chi &egrave; stato pagato 41 milioni di euro pi&ugrave; nove di bonus.

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<h2>La Juventus, Alex Sandro e il cambio delle gerarchie</h2>

Completamente differente, invece, la situazione di Alex Sandro, che sta vivendo la sua ottava stagione e a giugno sar&agrave; lasciato andare a parametro zero poich&egrave; in scadenza. Tra dieci giorni compir&agrave; 32 anni e la sua parabola, in termini di rendimento, &egrave; nettamente in discesa come ha confermato peraltro la notte del Maradona. Il problema &egrave; che a differenza di Bremer, venerd&igrave; sera alla sua prima stecca, l&rsquo;esterno adattato centrale ha inanellato una serie di prestazioni non all&rsquo;altezza della sua carriera e degli obiettivi Juve. E a questo punto si attende il cambio delle gerarchie nella difesa bianconera che sta aspettando il ritorno tra i convocabili di Bonucci, alle prese con una fasitidiosa infiammazione del tendine dell&rsquo;adduttore. Dunque Alex Sandro scala all&rsquo;ultimo posto delle preferenze anche perch&egrave; tra l&rsquo;altro nel suo contratto c&rsquo;&egrave; una clausola per cui a fronte di circa 40 partite giocate nel corso di questa stagione il suo legame si prolungherebbe! Un autogol anche economico da evitare con cura. Dunque salgono invece le quotazioni di Federico Gatti, preso dal Frosinone come miglior difensore della Serie B per una decina di milioni e che sinora non ha avuto la possibilit&agrave; di giocare con continuit&agrave; e quindi la giusta serenit&agrave;. Per lui ci sar&agrave; pi&ugrave; spazio d&rsquo;ora in avanti e questo potrebbe aiutarlo a esprimersi con maggior tranquillit&agrave;, non sentendosi sempre e comunque sotto esame. Dunque una Juventus che si guarda alle spalle per evitare altre brutte sorprese e capitomboli rumorosi come quello del Napoli. Tra l&rsquo;altro lo sguardo all&rsquo;indietro individua ora anche i profili delle squadre che ora vedono la quarta posizione, ultimo posto utile per giocare la Champions della prossima annata. E tra le sagome di chi ha avvicinato la Juventus ad appena tre punti riecco l&rsquo;Atalanta: che domenica verr&agrave; all&rsquo;Allianz e ieri ha liquefatto la Salernitana 8-2!

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Juventus, Alex Sandro in panchina: è l’ora di Gatti

 I giovani cresciuti nel vivaio bianconero erano stati la linfa vitale delle otto vittorie consecutive inanellate senza incassare un gol. Ma Allegri al Maradona li ha tenuti in panchina e quando ne ha inseriti quattro, era già troppo tardi


C&#39;&egrave; un aspetto della batosta subita a Napoli che deve indurre la Juve a un&#39;accurata riflessione. I ragazzi cresciuti nel vivaio bianconero, linfa vitale delle otto vittorie consecutive inanellate senza incassare gol, per scelta tecnica sono stati o comprimari o addirittura spettatori della durissima lezione di calcio impartita dalla capolista. Kean &egrave; entrato al 13&#39; del secondo tempo, Iling e Miretti al 28&#39; del secondo tempo, Soul&eacute; al 38&#39; del secondo tempo, Fagioli &egrave; rimasto in panchina. Il rilievo non &egrave; di poco conto, se come sembra, il nuovo corso della Continassa prevede lo stop all&#39;ingaggio di veterani onusti di gloria e foderati di milioni per fare largo ai giovani messi in mostra nella Primavera di Montero e nella Next Gen di Brambilla.

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<h2>La svolta di Elkann</h2>

Ci sar&agrave; anche questo, nella svolta impressa da Elkann alle vicende societarie, con l&#39;azzeramento del precedente Cda e l&#39;insediamento del nuovo, fissato per mercoled&igrave; 18 gennaio 2023. Alla vigilia di una data storica, destinata a entrare di diritto nella vicenda juventina poich&eacute; chiude ufficialmente i tredici anni di Andrea Agnelli, proprio nell&#39;anno centenario della propriet&agrave; Agnelli, i tifosi chiedono ai giocatori di onorare la maglia che indossano. Non a parole e nemmeno con i post sui social, ma sul campo. E nessuno, meglio dei ragazzi cresciuti a pane e Juve, sa che cosa voglia dire l&#39;attaccamento alla maglia. Per questo non si capisce come mai, a Napoli, quattro su cinque siano entrati quando era gi&agrave; troppo tardi per sfuggire alla valanga azzurra.

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Juve, dopo la batosta di Napoli mai più senza Kean Fagioli, Miretti, & C

Per la sfida di Coppa Italia contro la squadra di Palladino, il tecnico bianconero opta per un 3-5-1-1

Juventus-Monza, la formazione ufficiale di Allegri

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